Siamo davvero cattivi o ci dipingono così? Il film di Natale della Illumination Entertainment, ovvero i “papà” dei Minions, attinge da uno dei racconti più celebri del Dr. Seuss e pietra miliare della letteratura delle feste per regalare ai bambini una profonda riflessione sulla rabbia e su come combattere il malumore. A dare voce al protagonista è in originale Benedict Cumberbatch sostituito egregiamente nella versione italiana da Alessandro Gassmann. Leggete Il Grinch recensione per scoprire perché è il film da guardare a Natale con tutta la famiglia.
Il Grinch recensione
Trama
Il Grinch è una strana creatura. Non solo è di color verde mela e puzza di muffa ma, forse a causa del suo cuore di “due taglie più piccolo dell’usuale”, ha l’insolita abitudine a stare da solo. Burbero e intrattabile, vive con l’unica compagnia del suo fidato cane Max in una grotta in cima al Monte Crumpit, situato proprio sopra il felice paese di Chistaqua. Gli abitanti, sempre sorridenti e altruisti, sono soliti festeggiare il Natale alla grande, ma quest’anno le feste saranno ancora più pompose, anzi, saranno tre volte più festose. Un clima di felicità che proprio non va giù al solitario Grinch, ancora e sempre sofferente per una ferita all’animo ricevuta da bambino. Decide così di rubare il Natale sottraendo, durante la notte della vigilia, tutti i regali, i dolci e gli alberi dei Chi. Sulla sua strada però incontrerà la dolce Cindy-Lou, una bambina che per Natale ha un solo desiderio, trovare un modo per aiutare la mamma, che lavora troppo e si occupa da sola di tutta la famiglia. Il buon cuore della bimba, insieme alla consapevolezza che solo uniti si può trovare la vera felicità, scioglieranno il ghiaccio che avvolge il cuore del Grinch che tornerà ad avere la dimensione dell’amore.
Dr. Seuss
Per chi non lo sapesse, Il Grinch (in originale How the Grinch Stole Christmas!) – scritto in versi in rima e disegnato nel 1957 da Theodor Seuss Geisel, scrittore conosciuto da tutti semplicemente con lo pseudonimo Dr. Seus – è uno dei più classici racconti natalizi (come Canto di Natale di Charles Dickens). Ancora oggi attualissimo, è una mirata critica alla commercializzazione del Natale e un inno al vero spirito altruistico di questa festa che non dimora nei beni materiali che si regalano o ricevono, ma sullo stare insieme e condividere momenti di gioia.
In origine fu Il Grinch
Quello della Illumination – arrivato al suo nono film dopo i tre di Cattivissimo Me, Hop, Lorax, Minions, Pets – Vita da animali e Sing – è il terzo adattamento del celebre racconto del Dr. Seuss, dopo lo special televisivo animato del 1966 Il Grinch e la favola di Natale e il live action con Jim Carrey del 2000. Sono 18 anni dunque che i bambini non scoprono sul grande schermo con questa incisiva favola natalizia adatta sia ai bambini di oggi che ai loro genitori, ormai cresciuti ma che si confrontano ogni anno con lo spirito del Natale. Il film, pur prendendosi alcune libertà per adattare il racconto al grande schermo (per esempio rivela il motivo per il quale il Grinch si è isolato e ha iniziato ad odiare le Feste), è molto fedele allo spirito e alle parole del Dr. Seuss. Del racconto ha mantenuto inoltre lo spirito e i messaggi positivi rendendo Il Grinch il perfetto film delle feste per tutta la famiglia. Grazie anche alla palette di colori sgargianti usati, che fanno dimenticare i toni cupi del film di Ron Howard. Tutto è allegro, nitido e luminoso e persino il burbero protagonista risulta simpatico e gli spettatori empatizzano facilmente con lui.
Allegro e divertente
Il film si apre con un unico fluidissimo movimento di macchina che accompagna lo spettatore lungo i paesaggi innevati che circondano la città dei Chistaqua e termina sul volto assonnato del Grinch. Viene così presentato il protagonista della vicenda, una creatura buffa e a suo modo simpatica che però cela un’anima sensibile ma burbera. Pur attingendo a precedenti esperienze (le fattezze del cane Max ricordano i personaggi di Pets mentre gli ingegnosi marchingengi utilizzati dal Grinch sono molto simili a quelli inventati da Gru nella saga di Cattivissimo Me), Illumination Entertainment dimostra con questo film una straordinara maturità di tecniche e tematiche, riuscendo a unire tutta una serie di spezzoni comici in una narrazione fluida ricca di messaggi edificanti sulla diversità, sull’ottimismo e sull’importanza di aiutare il prossimo. Un po’ come il suo “collega” Scroodge, anche Il Grinch attraversa un percorso di formazione che lo condurrà fino alla redenzione finale e a scoprire che per ritrovare la pace con se stessi la soluzione non è quella di sabotare il Natale al prossimo ma riscoprire l’amore, unica medicina in grado di rimettere a posto i pezzi di un cuore ferito.
Visto con i bambini
Alex (9 anni) e Giorgio (7 anni), attirati dai trailer visti in tv, erano ansiosi di vedere Il Grinch sul grande schermo, soprattutto dopo aver letto il libro e visto la versione molto più cupa anche se divertente con Jim Carrey. Già molto affezionati al personaggio, hanno subito notato quanto fedele fosse questo Grinch a quello mostrato nei disegni del libro del Dr. Seuss. Hanno trovato molto divertenti tutte le gag sulla sua quotidianità e si sono molto commossi quando hanno scoperto il dolore dietro alle sue azioni. Ma soprattutto hanno tenuto incrociate le dita (pur conoscendo già il finale della storia) sperando in un lieto fine e augurando al Grinch di poter vivere finalmente un felice Natale. L’unica cosa che è spiaciuta a Giorgio è di non aver potuto invitare il Grinch a condividere il Natale a casa nostra come ha fatto nel film Cindy-Lou. Un’occasione imperdibile per parlare tutti insieme del vero significato delle feste, visto che spesso il Natale è più un momento di tensione che di vera spensieratezza, e di quello che è davvero importante, ovvero l’unione della famiglia e l’amore che ci deve rinsaldare ogni giorno.