Visto con i bambini, la recensione di Lupin III The First, la rinascita (in 3D) del ladro gentiluomo
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Visto con i bambini, la recensione di Lupin III The First, la rinascita (in 3D) del ladro gentiluomo

Un film family friendly che conquista con la nuova veste grafica in 3D, l'azione avventurosa alla Indiana Jones e un Lupin sempre fedele a se stesso

Visto con i bambini, la recensione di Lupin III The First, la rinascita (in 3D) del ladro gentiluomo

Un film family friendly che conquista con la nuova veste grafica in 3D, l'azione avventurosa alla Indiana Jones e un Lupin sempre fedele a se stesso

Lo abbiamo visto in giacca verde, rossa, rosa e blu. Innamorato di Fujiko ma sposato con un’ereditiera italiana. Alle prese con i più grandi tesori del mondo ma eternamente a mani vuote. E sempre irrimediabilmente romantico. Dal 1967, anno in cui ha fatto il suo debutto nel manga disegnato da Monkey Punch, ad oggi il ladro gentiluomo Lupin si è sottoposto a non poche trasformazioni, eppure, lui non è mai cambiato davvero. Irresponsabile, sognatore, trasformista, donnaiolo, altruista e inafferrabile, Lupin ha mantenuto intatto lo stesso carisma che lo ha fatto diventare una leggenda. Come accade anche nella nuova scanzonata avventura in giro per il mondo, da Parigi al Brasile, inseguito come sempre dall’ostinato Ispettore Zenigata. Qui di seguito la recensione di Lupin III The First, visto con i bambini.

La recensione di Lupin III The First

Come indicato anche dal titolo l’undicesimo capitolo cinematografico del franchise è il film delle prime volte per Lupin. È la prima volta che viene trasposto in computer grafica, che diventa family friendly come mai prima d’ora e che affronta un’avventura alla Indiana Jones ripercorrendo le impronte del suo mitico predecessore. Ma è anche la prima volta alla regia di un film di Lupin per Takashi Yamazaki, regista capace di portare a nuova vita (in 3D) i classici (animati o videoludici) giapponesi come Stand By Me Doraemon o Dragon Quest: Your Story. Ma iniziamo con ordine.

La trama

ll film, già al termine dei titoli di coda, presenta abilmente il mitico personaggio. Lupin III, infatti, cerca di rubare da un museo il misterioso Diario di Bresson – l’unico oggetto che suo nonno non è stato in grado di trafugare – che racchiude oscuri segreti a cui è interessata anche una sinistra organizzazione con radici naziste. A ingannarlo questa volta però non c’è soltanto la sempre avvenente Fujiko, ma anche la timida archeologa Laetitia, che divide un passato con Bresson e che intende scoprire di cosa tratta il tesoro celato all’interno del diario e che verrà rivelato soltanto a chi si rivelerà degno. Al loro fianco ancora una volta Jigen, con in bocca l’immancabile sigaretta, e Goemon inseparabile dalla sua katana.

Omaggi e citazioni

Con un climax e un personaggio femminile che ricordano Il castello di Cagliostro di Hayao Miyazaki, il film diretto da Takashi Yamazaki è un’avventura fresca ed emozionante che rende omaggio a grandi classici del cinema e dell’animazione. A partire da Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, film che viene citato fin dalla trama con Lupin alla ricerca di un “sacro graal” inseguito da un’organizzazione nazista senza scrupoli con al fianco una ragazza intraprendente. Senza contare tutti i riferimenti e quegli elementi che hanno caratterizzato Lupin negli anni e che qui ritornano in forze. Come il corpo longilineo ed elastico del ladro gentiluomo che, a scapito di qualsiasi legge della gravità, è capace di nuotare a mezz’aria e compiere balzi e giravolte che nemmeno un ginnasta. Ma anche le ambientazioni anni ’60, le rocambolesche fughe da Zàzà, l’iconica 500 gialla, i celebri doppiogiochi di Fujiko o le espressioni cartoonesche dei personaggi.

Un film per tutta la famiglia

Caratteristica quest’ultima che rende il film particolarmente Family friendly, oltre al fatto che nel film mancano quasi completamente quegli elementi erotici o violenti che rendevano le serie Tv adatte a un pubblico più adulto (tanto che spesso venivano trasmesse in seconda serata, ovvero dalle 23:00 in poi). I fan non devono dubitare però. Le forme sinuose e audaci di Fujiko continueranno a far girare la testa ai malcapitati di turno, ma sono messe in secondo piano rispetto al corpo più asessuato di Laetitia, ragazza che Lupin, per la prima volta (altra prima volta), tratta più come una sorella che come un’amante da conquistare. 

Look 3D

La nuova grafica 3D di Lupin è al tempo il suo punto di maggior forza ma anche elemento di debolezza. Ambientazioni spettacolari, dettagli particolareggiati, espressioni accurate dei personaggi e scene d’azione avvincenti che non avrebbero assicurato la stessa energia nel formato 2D rendono il film davvero spettacolare. Peccato però che i movimenti a volte poco fluidi dei personaggi facciano un effetto straniante, un po’ come riguardare un film d’animazione di 10 anni fa. Quello che è certo però è che Lupin, anche in questa nuova veste, rimane sempre fedele a se stesso e questo ci piace.

Musica e voci

I fan del ladro gentiluomo creato più di cinquant’anni fa dal compianto Monkey Punch (a cui viene reso omaggio nei titoli di coda del film) non resteranno delusi dal film nemmeno per quello che riguarda la musica (c’è il meraviglioso tema di Yūji Ōno) e dalle voci. I doppiatori, spesso tanto criticati negli adattamenti anime, sono infatti quelli originali: Stefano Onofri (Lupin III), Alessandro Maria D’Errico (Jigen), Antonio Palumbo (Goemon), Alessandra Korompay (Fujiko) e Rodolfo Bianchi (Zenigata).

Visto con i bambini – La recensione di Lupin III The First

La comicità dirompente, l’effetto cartoonesco di movenze e mimica, la quasi totale assenza di violenza (solo qualche spintone e scene di lotta dove non muore mai nessuno) e le sequenze d’azione tra l’irreale e il comico, fanno di Lupin III The First un film perfetto per far conoscere il personaggio, nato dalla geniale intuizione di Monkey Punch (che ha creato Lupin come visione contemporanea dell’Arsène Lupin dei racconti di Maurice Leblanc dei primi del ‘900), anche ai più piccoli, pur senza snaturarne l’anima. Alex (10 anni) e Giorgio (9 anni) già conoscevano Lupin avendo visto sia il film di Hayao Miyazaki Il castello di Cagliostro, sia alcune puntate della quarta serie (quella ambientata in Italia per intenderci). Per tutta la visione sono rimasti incantati da quello strano personaggio capace di cavarserla in ogni situazione, dal suo rapporto di amicizia/rivalità con Zenigata e dall’aspetto avventuroso della trama, ma è stata soprattutto l’ultima parte, quando il segreto di Bresson viene rivelato e l’azione diventa più “seria” che si sono divertiti davvero.

© Abe Shuji,Chukyo TV Broadcasting Company (CTV),Fukuoka Broadcasting System

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