Festival di Venezia 2019, Timothée Chalamet su The King: «È un'allegoria sul potere valida anche ai giorni nostri»
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Festival di Venezia 2019, Timothée Chalamet su The King: «È un’allegoria sul potere valida anche ai giorni nostri»

Il nostro resoconto della conferenza stampa di The King, film in costume prodotto da Netflix e presentato fuori concorso a Venezia 2019.

Festival di Venezia 2019, Timothée Chalamet su The King: «È un’allegoria sul potere valida anche ai giorni nostri»

Il nostro resoconto della conferenza stampa di The King, film in costume prodotto da Netflix e presentato fuori concorso a Venezia 2019.

Timothée Chalamet in The King

Il programma odierno di Venezia 2019 include la prima mondiale, fuori concorso, di The King, il quarto lungometraggio del regista australiano David Michôd, che ha anche firmato la sceneggiatura insieme all’amico Joel Edgerton. Il film, che sarà disponibile su Netflix dal primo novembre, è una rilettura libera di Enrico IV ed Enrico V di Shakespeare, mescolando i veri eventi storici e il testo del Bardo. Michôd ed Edgerton, che interpreta Falstaff, hanno accompagnato il progetto al Lido insieme a Ben Mendelsohn (Enrico IV), Sean Harris (William), Lily-Rose Depp (Catherine) e Timothée Chalamet (il principe Hal).

Com’è nato il progetto? «Ci interessava esplorare la vera storia di Hal» ha risposto Edgerton. «Ci sono elementi della struttura di Shakespeare, rielaborati a modo nostro, per raccontare qualcosa che avesse un impatto oggi». Ha aggiunto Michôd: «Era bello lavorare di nuovo con Joel. Non avrei mai pensato di fare un film medievale, un cappa e spada, ma quando Joel mi ha proposto l’idea mi sono subito chiesto quale potesse essere la mia versione di quella storia, e siamo partiti da lì». Tra le sequenze più impressionanti c’è quella della battaglia di Agincourt, sulla quale Edgerton ha ironizzato un po’: «L’abbiamo girata per due settimane, nel fango, nel nord dell’Ungheria, e in quel momento ero felice che fosse David a firmare la regia e non io».

Timothée Chalamet ha parlato invece della sfida legata all’evoluzione di Hal, che all’inizio del film è un ragazzino che pensa solo a divertirsi e progressivamente si trasforma in un sovrano: «Mi piaceva proprio quella sfida, era un ruolo diverso per me, ed è importante non fare solo quello che ci mette a nostro agio. Sto ancora imparando, e lavorare con David e Joel è una bella lezione». L’attore si è pronunciato anche sulla riflessione sul potere che è al centro del film: «È intrigante soprattutto a livello di casting, perché spesso nelle rappresentazioni del testo di Shakespeare tutti gli attori sono maturi, anche nei ruoli di personaggi più giovani. È un po’ disturbante, per certi versi, vedere un film come questo dove ci sono veri giovani nei panni di queste figure che detengono troppo potere. È un’allegoria molto potente, soprattutto perché accade ancora oggi».

Nel cast c’è anche Robert Pattinson, che interpreta l’arrogante Delfino francese. Com’è stato scelto? Risponde Michôd: «Rob aveva recitato nel mio secondo film, The Rover, e mi piaceva quanto fosse interessato a fare scelte coraggiose. Ho pensato che questo fosse il ruolo giusto per lui, perché è molto diverso da ciò che ha fatto in passato». Edgerton si pronuncia invece su Falstaff, che è tradizionalmente rappresentato come una figura più comica e anziana, con svariati chili di troppo: «Era un generale, quindi volevamo fare qualcosa di diverso dal solito. Però ho effettivamente messo su un po’ di chili. Fortunatamente prima delle riprese stavo montando Boy Erased, quindi ho mangiato il doppio a colazione, pranzo e cena ogni giorno per circa quattro mesi».

Foto: © Netflix

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