Ivan Silvestrini presenta 2Night: «La sfida elettrizzante di un amore nato tutto in una notte e dentro un'auto»
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Ivan Silvestrini presenta 2Night: «La sfida elettrizzante di un amore nato tutto in una notte e dentro un’auto»

Il regista presenta il suo one-night stand ambientato per le strade di Roma, con Matilde Gioli e Matteo Martari nei panni di due ragazzi che si conoscono, si sfiorano e forse si amano

Ivan Silvestrini presenta 2Night: «La sfida elettrizzante di un amore nato tutto in una notte e dentro un’auto»

Il regista presenta il suo one-night stand ambientato per le strade di Roma, con Matilde Gioli e Matteo Martari nei panni di due ragazzi che si conoscono, si sfiorano e forse si amano

Matilde Gioli e matteo Martari in 2night

Ivan Silvestrini ha presentato a Roma il suo nuovo film da regista, 2Night, presentato alla scorsa edizione della Festa del cinema di Roma nell’ambito della sezione Alice nella Città. Remake di un film israeliano, quello di Silvestrini è un one-night stand nel quale due giovani si conoscono e si piacciono nell’arco di una sola notte, vagando in giro per tutta Roma in cerca di parcheggio e non trovandolo. Il flirt tra due ragazzi senza nome, interpretati da Matilde Gioli e Matteo Martari, tutto ambientato all’interno di un’automobile e diviso tra attrazione incontenibile, momenti erotici ed emozioni improvvise e travolgenti.

«Scherzando si potrebbe dire che se non c’è una sfida in quello che faccio sembra quasi che non mi ci vogliono, a bordo – ha detto Ivan – perché fino ad ora è sempre andata così. Ultimamente faccio solo film con delle macchine (si riferisce anche a Monolith, di cui racconta alla fine dell’articolo, ndr) e trasformare un’automobile in qualcosa di sempre interessante vi assicuro che non è affatto semplice. Avevo studiato al millimetro moltissime inquadrature, ma poco prima di iniziare a girare si è rotto il camera car ed è cambiato tutto in corsa. Ogni cosa però mi ha consentito di lavorare a questa sfida in maniera sperimentale e di questo sono contento».

Interrogato sul paragone con Locke di Steven Knight con Tom Hardy, Silvestrini ha le idee chiarissime a riguardo: «È un film che amo ma è ancora più estremo: un monologo tutto concentrato su un personaggio dove tutti gli eventi reali sono relegati fuori campo, mentre io avevo la possibilità di spaziare un po’ di più. In Locke la sua fissità nell’abitacolo della macchina è protratta e iperrealistica, io invece ho cercato di utilizzare anche gli spazi intorno ad essa, rendendola non un elemento costrittore ma una casa. Locke è stata una delle mie ispirazioni ma è un film ancora più minimale a livello visivo, perché è girato tutto in autostrada».

2Night è anche un film su Roma, sulle sue mille e tortuose anime: «Io volevo utilizzare certe architetture romane come una rappresentazione astratta di ciò che stanno vivendo i personaggi nella loro relazione, passando così dalla movida e dalle geometrie dei quartieri alla moda per inoltrarsi, ad esempio, nei labirinti del Pigneto notturno. Il film vuole anche essere una dichiarazione d’amore a Roma, la mia città, e alle notti che si possono vivere solo a Roma. Voleva essere un film anti-romantico, ma anche le storie di una notte hanno una loro poetica propria, che per una volta è stato bello raccontare».

A proposito dei suoi attori, Silvestrini ci tiene a sottolineare la convinzione delle sue scelte: «Matilde e Matteo sono i due attori più fighi, a un livello anche più profondo, che potevo trovare su piazza oggi. Fin da quando vidi Il capitale umano pensai che volevo un film dove Matilde fosse protagonista assoluta. Siccome non arrivava, alla fine l’ho fatto io e sono grato a Matilde del modo in cui si è affidata a me. Matteo qualche tempo fa lo definivo un volto di domani, mentre oggi lo definisco senza se e senza ma un volto di oggi e ne sono contento».

Lo stesso Martari, cui è stato chiesto anche del suo ruolo in Le Redoutable di Michel Hazanavicius (il biopic su Godard interpretato da Louis Garrel), si è trovato di fronte un vulcano esplosivo incarnato dalla Gioli, col quale interagire da pari a pari: «Il mio personaggio è fragile di fronte alla potenza di questa donna, ma non sa esattamente come gestire questa bomba tra le mani. Questo film, tra l’altro, si poteva fare solo a Roma. In un’altra città non avrebbe avuto lo stesso fascino. Nel film di Hazanavicius ho un piccolo ruolo, faccio un attore italiano sul set de Il seme dell’uomo di Ferreri, regista italiano con cui interagisce Godard».

«I ruoli oggi sono diversi rispetto a cinquant’anni fa – chiosa invece Matilde Gioli – nel momento in cui due ragazzi si piacciono d’impatto. La macchina di Ivan in questo film è un microcosmo che accelera il tempo, come se potessimo vedere una storia completa di anni e anni concentrata nell’arco di pochissimo tempo. La mia è una ragazza apparentemente irruente e sopra le righe, ma alla fine vuole che lui la corteggi secondo i metodi tradizionali. Secondo me è una contraddizione che riguarda moltissime ragazze di oggi, in maniera sintomatica: dopo l’eccesso iniziale, hanno comunque bisogno di un uomo che le raccolga e le prenda tra le braccia. Ivan, dal canto suo, è una persona straordinariamente ricca sia dal punto di vista professionale che da quello umano e mi porto dietro molte delle cose che ho fatto con lui e che lui mi ha insegnato. Gli auguro mille successi ancora e di fare tante altre cose belle».

Conclude proprio Silvestrini, parlando di se stesso e alludendo al futuro imminente: «Devo molto al Web: le produttrici di questo film mi hanno trovato lì. Su Internet avevo maturato un approccio leggero, è stata una grande palestra e scuola perché sul Web non puoi permetterti minimamente di annoiare, l’attenzione è prossima allo zero e al primo cedimento la gente cambia video. Quegli esperimenti mi hanno insegnato a mantenere viva l’attenzione e la noia, in questo contesto claustrofobico, era uno spauracchio da evitare a tutti i costi. Monolith, il mio primo film su suolo americano, è stata un’esperienza incredibile. Sergio Bonelli editore ne ha curato la versione a fumetti, progetto parallelo sviluppato da Roberto Recchioni e da altre persone che hanno lavorato al film come Mauro Uzzeo e Lorenzo Ceccotti. Due progetti appaiati che stanno arrivando a un compimento finale in parallelo, il fumetto è in uscita ed ad agosto uscirà anche il film: un thriller psicologico ambientato nel deserto con una madre che cerca di salvare il suo figlioletto di due anni e mezzo da una super macchina blindata al cui interno il piccolo è rimasto incastrato».

2Night

 

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