Chi è davvero Joker? Il criminale psicopatico che ha ucciso i genitori di Bruce Wayne, come racconta Tim Burton nel film con Jack Nicholson di trent’anni fa? Oppure un aspirante comico che è caduto in una vasca di prodotti chimici della Ace Chemicals? Il regista Todd Phillips parte dalle origini del personaggio, per interrogarsi sugli eventi del suo passato che l’hanno portato a essere un folle delinquente dalle sembianze clownesche, ma ha già dichiarato pubblicamente che la sua versione di uno dei cattivi più iconici della storia del cinema non sarà un adattamento e non rispetterà i fumetti originali della DC Comics. In realtà, uno dei riferimenti principali del film è il graphic novel Batman – The Killing Joke (1988), scritto da Alan Moore e disegnato da Brian Bolland, considerato una delle migliori storie su Joker mai raccontate, nella quale il protagonista è un comico fallito rimasto vedovo, con il volto sfigurato dai rifiuti chimici in seguito al tentativo fallito di una rapina. E l’inquietante make-up rimanda al serial killer John Wayne Gacy, soprannominato Killer Clown, il “clown malvagio” per eccellenza, che tra il 1972 e il 1978 sodomizzò e uccise 33 adolescenti dopo averli intrattenuti con costume e trucco da pagliaccio, e a cui si ispirò anche Stephen King per creare il suo Pennywise di IT. Le premesse sono quelle di un Joker mai così fragile e stratificato…
Joker, una risata vi seppellirà – Tutto sul cinecomic con Joaquin Phoenix
La storia attinge dal graphic novel The Killing Joke e il trucco si ispira a quello di un serial killer realmente esistito