“Le scosse non sono ancora finite, ce ne sarà una mostruosa e la terra si dividerà in due. Sarà percepita perfino nella East Coast”. È Paul Giamatti, nel ruolo di un sismologo per il film San Andreas, a prospettare questo scenario infernale: si parla del grande terremoto che tutta l’America teme, quello noto anche come Big One, quello che trasformerebbe la California in un’isola, in seguito al distacco della faglia di Sant’Andrea. Uno scenario catastrofico ma plausibile: impossibile sapere quando succederà e cosa accadrà esattamente; ma, assicurano gli esperti, prima o poi…
Stati Uniti o Australia?
Magia e incongruenze del cinema: per raccontare questo scenario prettamente californiano siamo volati sulla Gold Coast australiana, a poche miglia da Brisbane, dove il film è stato girato in larga parte. “Questione di tasse” dicono i produttori, che solo per pochi giorni, a fine riprese, sposteranno la troupe negli Usa per alcune scene in esterna. Sul set è una fresca giornata di giugno: da queste parti, nella terra dei canguri, siamo in pieno autunno. Si gira una scena che in realtà ha luogo nella baia di San Francisco. Intorno a noi ci sono i detriti creati da una devastante scossa di magnitudo 9,6, ma a farla da padrone non è la polvere, è l’acqua. Tanta, tantissima acqua. Il protagonista Ray, un pilota di elicotteri dei vigili del fuoco di Los Angeles interpretato da Dwayne Johnson, è arrivato a San Francisco con la ex moglie Emma (Carla Gugino) per cercare di salvare la figlia Blake (Alexandra Daddario) dalla furia degli elementi. La scena a cui assistiamo è girata in un’enorme vasca capace di contenere sei milioni di litri d’acqua. Angelina Jolie pochi mesi prima, in quello stesso catino, aveva girato le scene del naufragio di Unbroken.
Salvataggio subacqueo
Dwayne Johnson arriva sulla scena a bordo di un motoscafo guidato da Carla Gugino. Si sente un boato, il motoscafo si ferma: The Rock si butta in acqua e dopo qualche secondo emerge con Alexandra Daddario fra le braccia. Dal trailer del film possiamo oggi dedurre il resto: Blake è intrappolata dietro un vetro e le è rimasta una piccola bolla d’aria per respirare. Nella concitazione del momento riesce a dire “Ti voglio bene papà”, poi si va a nero. Non temiamo di fare danni ad affermare l’ovvio: Ray, almeno in quest’occasione, riesce a salvare la ragazza: quando emergono insieme dal bagno australiano lei è svenuta ma ancora viva. Il regista Brad Peyton è nell’acqua come gli altri: attori e troupe. Chi è dietro la cinepresa indossa una muta, meno fortunati sono gli attori, fradici e infreddoliti nei loro vestiti di scena. I muscoli di Dwayne risaltano sotto la maglietta bagnata. L’attore si tuffa almeno una ventina di volte, e altrettante ne emerge con Alexandra fra le braccia. L’acqua è riscaldata, circa 33 gradi centigradi, ma dopo un po’ – ci dice Carla Gugino – il freddo si sente lo stesso. Una ragazza le viene in aiuto: ha una borsa dell’acqua calda che Carla prende e si stringe al petto non appena il regista grida ‘cut!’. Non vale la pena asciugarsi, fra poco si torna a girare, ma quella borsa sullo stomaco è un toccasana. Alexandra invece si avvolge in una coperta termica di stagnola. “Lavorare nell’acqua mi piace – dice la ragazza, classe 1986 – il brutto è quando esci, la senti quest’arietta?”. Ma non è il freddo a impensierire la bella attrice lanciata da True Detective. Molto più assillante è ora il pensiero del terremoto, l’essere messi di fronte a una realtà tanto terribile e tanto probabile.
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Leggi anche l’intervista a Dwayne Johnson.