Una terribile notizia per gli amanti del cinema: si è spento nella sua casa di Roma, sull’Appia Antica, il celebre regista italiano Franco Zeffirelli, noto autore che negli anni ci ha regalato opere come Romeo e Giulietta, Gesù di Nazareth e Un tè con Mussolini.
Ad annunciare la scomparsa, è il sito della Fondazione Zeffirelli, che – nel dare la triste notizia – saluta il cineasta con un “Ciao maestro” e scrive:
“Si è spento serenamente pochi minuti fa Franco Zeffirelli. Era nato a Firenze 96 anni fa. La scomparsa è avvenuta alla fine di una lunga malattia. Seguiranno altre informazioni sul luogo e la data delle esequie. Il Maestro riposerà nel cimitero delle Porte Sante di Firenze.”
Zeffirelli è stato uno degli autori cinematografici fiorentini più importanti del Novecento italiano, tanto che era riuscito a distinguersi anche in altri ambiti, come la scenografia, il teatro, la recitazione e la carriera politica.
La sua poetica è stata da sempre caratterizzata dall’eleganza e da una certa attenzione al melodramma e alle storie d’amore; complice anche il suo lavoro a teatro, che gli ha permesso di svilupparle con un senso dello spettacolo e un gusto figurativo unici nel suo genere.
Nato il 12 febbraio 1923 da Ottorino Corsi e Alaide Garosi Cipriani, dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze, Zeffirelli esordisce come scenografo nel secondo dopoguerra, curando una messa in scena di Troilo e Cressida diretta dal celebre Luchino Visconti. Con il cineasta fa anche le prime esperienze in ambito cinematografico, all’inizio degli anni ’50, lavorando al suo fianco come aiuto regista per capolavori come La terra trema e Senso.
L’esordio alla regia avviene poco dopo, nel 1957, quando porta in sala Camping, una commedia con protagonisti Nino Manfredi, Paolo Ferrari e Marisa Allasio.
Nel frattempo comunque, Zeffirelli si distingue anche a teatro, dirigendo numerose opere curate per la Scala di Milano, tra cui citiamo La Cenerentola e L’elisir d’amore, ma anche spettacoli portati in trasferta al King’s Theatre di Edimburgo o al Royal Opera House, Covent Garden di Londra. Firmò inoltre rappresentazioni di celebri opere come La traviata, La bohème e Aida nel corso degli anni ’60.
Il grande successo cinematografico invece, dopo Camping, arriva nel 1967 e nel 1968, quando porta sul grande schermo, rispettivamente, due grandi trasposizioni shakespeariane: La bisbetica domata e Romeo e Giulietta, che gli valse inoltre il suo primo David di Donatello al Miglior regista, un Nastro d’argento e la nomination agli Oscar.
Dopo altre opere teatrali, nel 1971 arriva anche il suo film Fratello sole, sorella luna, una rievocazione della vita di Francesco d’Assisi, che lo porta a vincere il secondo David della sua carriera. Nel suo cinema, forte è l’impronta teatrale, tanto che molti dei lungometraggi diretti da Zeffirelli, sono adattamenti di opere che aveva già portato sul palcoscenico, o – più in generale – provenienti dal teatro. A tal proposito possiamo citare i suoi film La traviata (1983), Otello (1986) e la tragedia shakespeariana Amleto (1990), con protagonisti volti internazionali come Mel Gibson, Glenn Close, Alan Bates ed Helena Bonham Carter.
Gli anni ’90, inaugurati da Amleto, sono stati un periodo molto significativo per il suo cinema, specialmente all’estero, con il debutto di grandi opere come Jane Eyre (1996) con Charlotte Gainsbourg, Anna Paquin, William Hurt e Maria Schneider, e – poco più tardi – anche il celebre Un tè con Mussolini, sempre interpretato da importanti volti del cinema internazionale quali Maggie Smith, Cher, Judi Dench e Lily Tomlin.
In seguito, nel 2002, Zeffirelli dirige il toccante Callas Forever, in cui immagina gli ultimi tre mesi di vita del soprano Maria Callas, interpretata nel film dall’attrice francese Fanny Ardant al fianco di Jeremy Irons. L’ultima opera portata al cinema nel 2009 – che segna anche un ritorno alla sua grande passione per il teatro – è il documentario Omaggio a Roma, dove il tenore Andrea Bocelli e Monica Bellucci interpretano i protagonisti della Tosca di Giacomo Puccini.
Tra le numerose onorificenze ricevute da Zeffirelli, va anche ricordato quando nel 2004 la regina Elisabetta II lo nominò Cavaliere Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico; senza contare i titoli ottenuti in patria, come la Medaglia d’oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte e il titolo di Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Poco dopo l’annuncio della sua morte, è arrivato anche un comunicato dall’AGIS, l’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, che ha voluto ricordare il regista con queste parole:
“La scomparsa di Franco Zeffirelli rappresenta per la cultura italiana una dolorosa perdita”. Così, Carlo Fontana, Presidente AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, ricorda il grande regista, scomparso stamane a Roma all’età di 96 anni. “Dall’opera lirica al cinema, passando per il teatro, Zeffirelli è diventato, nella sua lunga carriera, un’icona della cultura internazionale, grazie al suo stile elegante e raffinato”. “Una perdita ancor più dolorosa – continua Fontana – per chi, come il sottoscritto, ha avuto modo di lavorare con Zeffirelli nel corso della mia sovrintendenza alla Scala di Milano, teatro a cui il grande regista ha regalato produzioni che ancora oggi restano un imprescindibile punto di riferimento”. “A Zeffirelli ed ai suoi familiari – conclude Fontana – il mio più sincero cordoglio unitamente a quello dell’AGIS”
Fonte: Repubblica
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