Lutto nel mondo dello spettacolo: ci ha lasciati, a 86 anni, il grande Umberto Lenzi, maestro del cinema di genere che nel corso della sua lunga carriera, ha realizzato numerosi cult, su cui spiccano titoli quali Spasmo, Milano odia: la polizia non può sparare, Roma a mano armata, Il trucido e lo sbirro, Il cinico, l’infame, il violento, La banda del gobbo, e Cannibal Ferox.
Opere che vanno dallo spaghetti giallo al poliziottesco, passando per l’horror cannibalico. Davanti alla sua cinepresa, grandi interpreti del calibro di Tomas Milian o Henry Silva, nomi d’eccezione del nostro cinema popolare anni ’70 e ’80. Lo stesso cinema che ha formato autori come Quentin Tarantino, che da sempre si dichiara un grandissimo fan di Lenzi.
Anche un attivo romanziere (i suoi libri gialli vedono per protagonista Bruno Astolfi, detective provato alle prese con delitti e crimini sempre più complicati) nonché penna di diverse riviste (da Bianco e nero a Nocturno), all’inizio degli anni ’90 il nostro decide di ritirarsi dal cinema. La sua ultima pellicola, infatti, risale ormai al lontano 1992, quando realizzò il thriller criminoso Hornsby e Rodriguez – Sfida criminale.
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