Potremmo discutere a lungo sulla direzione che Robert De Niro ha deciso di intraprendere per l’ultima parte della sua carriera. Oppure potremmo esaminare la situazione da un altro punto di vista. Pensando, magari, che un uomo che ha dato tantissimo a Hollywood e al cinema in generale, ora abbia tutto il diritto di scegliere ruoli più leggeri, lontani dai Taxi Driver, i Toro scatenato o i mafia movie di Scorsese, aprendo di tanto in tanto parentesi di antica grandezza come quelle di Stanno tutti bene o Il lato positivo.
Quindi, ecco il nostro consiglio per provare in qualche modo a godersi la visione di Nonno scatenato: invece di guardare il film con gli occhi di chi proprio non comprende il motivo per cui un gigante della recitazione possa ridursi a fare “il vecchio arrapato”, avvicinatelo come una nuova sfida per Bob. Perché Dick Kelly, pensionato che ha appena celebrato il funerale della moglie, è quanto di più politicamente scorretto sia capitato fra le mani dell’attore, distante anni luce, per citare una delle maschere più celebri nel suo curriculum comico, dal Jack Byrnes di Ti presento i miei. Il progetto di vita di questo personaggio è solo uno: rimettersi in gioco. O, per usare le sue parole: «fottere, fottere, fottere!». Biasimarlo è difficile: 40 anni di fedele matrimonio e 15 di astinenza renderebbero chiunque una bomba pronta a esplodere. Così, per questo viaggio del degenero, sceglie come accompagnatore suo nipote Jason, uno Zac Efron golden boy imprigionato in una vita che non può essere la sua. Solo che ancora lui non lo sa, inquadrato com’è. Oppure non lo vuole ammettere.
La commedia di Dan Mazer da una parte segue il filone dei party movie con uno Spring Break in Florida a fare da teatro del peccato, dall’altra mette al centro il rapporto tra i due protagonisti, una sorta di versione a dir poco anticonvenzionale del binomio mentore-allievo e anche confronto di due generazioni, concettualmente simile, benché opposto nei toni, a quello con Anne Hathaway in Lo stagista inaspettato.
De Niro, che conosce i tempi comici come pochi, è una macchina da guerra nell’interpretare un uomo che ha solo voglia di dare libero sfogo ai suoi istinti più animaleschi (che un’assatanata Aubrey Plaza non contribuisce certo a placare). Ha una gestualità che a tratti ricorda persino quella del Mr Chao di Una notte da leoni: è sboccato, fuma erba, fa gare di bevute, usa cascate di doppi sensi e non smette di umiliare il povero Efron, che comunque accetta con invidiabile autoironia ogni singolo imbarazzo.
Seppur troppo altalenanti, i momenti divertenti non mancano e il film punta solo a scatenare il suo vecchio leone, dal momento che l’intreccio di gag e personaggi si srotola in maniera decisamente prevedibile. Presa consapevolezza di questo, la comicità assurda e demenziale di Nonno scatenato può fare il suo, ossia scollegare cervelli per un’ora e mezza. In fondo, per prodotti di questo tipo, è la cosa più importante.
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