Oggi arriva in sala Silvio Forever – Autobiografia non autorizzatata di Silvio Berlsuconi, documentario con cui i registi Roberto Faenza e Filippo Macelloni e gli autori Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella (autori de La casta) hanno voluto raccontare la vicenda umana e politica di Silvio Berlusconi. La chiave scelta è quella dell’ironia e le reazioni suscitate dopo le prime proiezioni sono state antitetiche con la Sinistra delusa per l’approccio troppo “indulgente” e i berlusconiani divisi tra risentiti per la presa in giro ed entusiasti per il ritratto “senza giudizio” offerto. Abbiamo intervistato uno dei registi Filippo Macelloni che ci ha raccontato che cosa li ha spinti a imbarcarsi in questa impresa e com’è stata realizzata. Svelandoci anche che cosa avrebbero voluto inserire e che invece è rimasto fuori…
Best Movie: Quanto è costato il documentario?
Filippo Macelloni: La produzione circa 300 mila euro e altrettanto credo la promozione e distribuzione. Molti di noi hanno lavorato gratuitamente investendo in questa operazione che ritenevamo una cosa importante da fare.
BM: Quanto tempo ha richiesto tutta la produzione?
FM: Abbiamo inziato a lavorarci più di due anni e mezzo fa perchè c’è stata una ricerca enorme di materiale d’archivio, soprattutto sul web. Poi abbiamo inziato a costruirlo, distruggerlo e ricostruirlo… E’ stato un lavoro un po’ lungo di tessitura e di collage che poi alla fine ha preso questa forma.
BM: E’ stato difficile recuperare i materiali?
FM: Molti materiali trovati sul web non sono sempre facili da recuperare nella loro natura originale. Non è facilissimo anche accedere e capire come accedere agli archivi Rai. Abbiamo avuto dei cercatori molto bravi che ci hanno aiutato. Altre cose di Blob, di vecchi archivi o di altri Paesi non si trovano proprio…
BM: Ci sono delle cose in particolare che cercavate e non siete riusciti a trovare?
FM: Avevamo montato a un certo punto delle scene molto divertenti di Bossi e Berlusconi a un comizio in cui Bossi diceva a Berlusconi: “Vedi perchè le donne sono qui? Perchè noi ce l’abbiamo duro!” L’abbiamo cercato disperatamente, ma non lo abbiamo ritrovato. Poi c’erano anche altre cose meno divertenti…
BM: Per esempio? Che cosa avete dovuto lasciar fuori?
FM: Tante cose perchè il film ha una sua durata e un suo dosaggio. La telefonata di Saccà a Berlusconi che non si può usare perchè una sentenza della magistratura dice che quella cosa lì va distrutta. Secondo noi sarebbe stata utile a descrivere un modo in cui Berlsuconi ha influenzato la vita pubblica italiana… Si sente il direttore della Rai che parla in modo confidenziale col Presidente di certe cose che se fosse successo in un altro Paese… Poi materiali di tv straniere, per esempio della televisione svizzera, della BBC, di archivi di una televisione di Taiwan che fa un telegiornale con delle ricostruzioni 3D degli eventi. Nel film abbiamo usato anche pezzi di quelle relative agli ultimi avvenimenti di cui non abbiamo immagini.
BM: Sono stati tutti disponibili a mandarvi il materiale?
FM: Gran parte delle cose le abbiamo trovate direttamente noi. In un caso abbiamo chiesto alla televisione di Taiwan di realizzare una cosa ad hoc: la ricostruzione della famosa “telefonata Ruby” che loro avevano ma in una versione un po’ incompleta. Nel giro di una giornata ce l’hanno mandata. La cosa interessante è che nel mondo c’è un’attenzione per questo personaggio incredibile. E’ davvero una pop star, una star internazionale. Questa cosa forse in Italia non si coglie abbastanza…
BM: Vi aspettavate questa delusione degli anti berlusconiani?
FM: Devo dire che in parte sì. Anche se questo non è così vero. Le reazioni sono state molto controverse. E’ un film che non lascia indifferenti perchè poi ognuno ci può leggere tante cose. Ci sono stati da una parte e dall’altra commenti antitetici da un certo punto di vista: chi lo ha letto come un film troppo indulgente, chi come un film tremendo. C’è gente di sinistra che esce dal cinema angosciata perchè non si era resa conto dell’accumulazione di queste cose che magari sono già state dimenticate.
BM: Il vostro intento era quello di creare una sorta di specchio e non esporre una tesi…
FM: Sì infatti. Volevamo raccontare gli ultimi anni attraverso questo personaggio e più che altro raccontare “il personaggio”. Io credo che questo film possa servire a noi per capire meglio. La chiave di lettura resta comunque l’ironia. Noi abbiamo cercato di fare un ritratto che fosse nelle nostre corde…
BM: C’è stata qualche reazione da parte del diretto interessato o chi per lui? L’altro giorno Faenza ha lanciato una petizione per chiedere a Berlusconi di andare a vedere il film insieme agli autori.
FM: Pare che lo voglia vedere! La sensazione nostra è quella che non gli farà piacere perchè l’unica ironia che ammette lui è l’autoironia…
BM: Altre reazioni?
FM: L’altro giorno ho incontrato Loriana Lana, autrice della canzone del film Silvio Forever, che aveva realizzato anche quella per il Nobel per la pace a Silvio: era entusiasta e ci ha detto che ne avrebbe parlato con lui…
BM: Come mai fare adesso questo documentario?
FM: Siamo in una fase terminale di questa parabola, in cui si coglie anche una certa decadenza e forse è il momento giusto di raccontarla. Speriamo che anche nel film si colga questa caduta di Berlusconi nell’espressività e nella capacità di sedurre, di fa sognare, di vendere…
Il video dei titoli di coda:
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