Leonardo Pieraccioni torna a girare, e a ridere si comincia subito, a set ancora chiuso. Il primo ciak, infatti, il comico toscano lo batterà lunedì 3 giugno in quel di Arezzo, ma nel frattempo a Roma è stata indetta una conferenza stampa di presentazione della pellicola dal titolo Un fantastico via vai. Un appuntamento che si è trasformato, inutile dirlo, in un vero e proprio Pieraccioni show. Si perché quando il Leonardo nazionale si trova a parlare davanti alla stampa la sua parlantina diventa, se fosse possibile, ancora più irrefrenabile. E giù battute, consigli, aneddoti. A farne le spese per primo, il tempo, freddo e piovoso di questo inizio giugno. «Non mi era mai capitato di girare d’inverno». Poi tocca alla politica: «Renzi e Grillo mi sembrano due personaggi da reality. In tv insieme farebbero ascolti da Celentano e Mina – dice il regista – La politica da noi è diventata argomento da cabaret con sindaci e parlamentari che fanno le battute, si vestono da Fonzie e giocano alla Partita del cuore. Non avrei niente da ridire se le cose andassero bene, ma come ci si rapporta in queste condizioni con chi sta male davvero? Però sia chiaro io di politica capisco poco come il 90% degli italiani quindi è meglio se scrivete solo del film». Detto, fatto. Un fantastico via vai sarà la commedia di Natale 2013 targata Rai Cinema e arriverà in sala il 12 dicembre. Girata a partire dal 3 giugno, impegnerà regista e cast per 7 settimane ed è la prima pellicola di Pieraccioni scritta a quattro mani con Paolo Genovese, per intenderci l’autore di Immaturi e Una famiglia perfetta. «Paolo è uno sceneggiatore bravissimo – comincia a spiegare Pieraccioni – prima di lui ci mettevo 4-5 mesi a finire di scrivere un copione. Poi è spuntato lui e in un mese e mezzo avevamo fatto. Ha capito subito la mia natura di perditempo e gran chiacchierone e mi contingentava: bastava uno sguardo e mi riportava subito all’ordine. Mi dava il contentino come con i bambini con frasi tipo “sì, ok, me lo racconti dopo, ora scriviamo”. Sarebbe bello inventarsi un film noi 3 insieme: io, Paolo e Giovanni Veronesi. Ma costerebbe troppo!».
La collaborazione con l’amico co-sceneggiatore Veronesi non è stato però l’unico grosso sacrificio che Leonardo ha dovuto fare per realizzare Un fantastico via vai: nel cast, infatti, manca Rocco Papaleo («Sì, basta Papaleo – dice Pieraccioni – non può stare sempre sullo schermo») che ha dovuto rinunciare per precedenti impegni. A cercare di riequilibrare queste lacune, sono stati chiamati due nomi di tutto rispetto della comicità toscana, nonché due presenze storiche per le pellicole pieraccioniane, come Giorgio Panariello e Massimo Ceccherini (che Leonardo ha subito precisato: «Stenterete a riconoscerlo perché lo travestirò da agente segreto»). Accanto a loro, oltre allo stesso Pieraccioni, Serena Autieri, Maurizio Battista, e i giovani Marco Marzocca, Marianna Di Martino, Chiara Mastalli, Giuseppe Maggio, David Sef, Alice Bellagamba.
Incipit poco da Pieraccioni, invece per la storia di Un fantastico via vai che non racconta gli sviluppi della solita storia d’amore fino al sospirato lieto fine, ma parte da un quadretto idilliaco, con la coppia perfetta per scoprire cosa può rovinare un matrimonio solido. «Ho una moglie e due gemelle, una vita meravigliosa condivisa da 15 anni – spiega il regista – e una situazione serena: sono Arnaldo Nardi, bancario tutto d’un pezzo, ho pure la riga da una parte. Poi un equivoco spinge mia moglie a buttarmi fuori di casa e sarà come tornare ad avere 20 anni: mi prendo una stanza in affitto in un appartamento di universitari e ci contagiamo a vicenda. Loro mi fanno tornare un po’ di dubbi e di energia. Io gli parlo da fratello maggiore, grazie all’esperienza data dall’età. Vivrò una occasione irripetibile con una sorta di macchina del tempo pronta a riportarmi ai 24 anni, l’età della sfrontatezza e dei sogni in cui fai cose pazzesche, volendo ruberesti anche una caravella a Cristoforo Colombo». Metaforicamente parlando? «Chi lo sa – dice Pieraccioni – magari è un riferimento onirico, magari no. Vediamo se dopo un giretto sulla macchina del tempo cambia qualcosa in casa Nardi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA