Mantello nero, folta chioma e cicatrice sul volto: la figura inconfondibile di Capitan Harlock, pirata dello spazio creato quasi 40 anni fa dal maestro dell’animazione giapponese Leiji Matsumoto, ha segnato l’immaginario collettivo di una generazione, quella dei ragazzi cresciuti negli anni ’80. Ribelle e romantico, idealista e coraggioso, Harlock incarna gli ideali del classico eroe epico, pronto a compiere estremi sacrifici per la causa in cui crede.
Il bucaniere dello spazio, capitano dell’astronave Arcadia, torna ora con un lungometraggio, presentato in anteprima in Italia alla 70esima Mostra del cinema di Venezia, in cui il suo mito può essere tramandato alle nuove generazioni. Questa volta troviamo Harlock impegnato nella lotta contro la Coalizione Gaia, un gruppo di umani che ha reso la Terra inaccessibile e inviolabile come un santuario, e nella sfida con Logan (nel manga originale Tadashi), fratello di Ezra, ufficiale in comando di Gaia, infiltratosi nella sua ciurma.
Inafferrabile e misterioso, nella versione cinematografica diretta da Shinji Aramaki, Harlock è diventato una sorta di fantasma, uno spettro più cupo e meno romantico dell’eroe di fine anni ’70, segnato da decisioni difficili e dolorose e privo di quella speranza e fiducia incrollabili che caratterizzavano l’anime. Presente e assente nello stesso tempo, leggendario e temuto, nel film Harlock lascia spesso la scena in favore del conflitto tra i due fratelli, diventando così più un’ombra che il vero protagonista della storia, assumendo una valenza fortemente simbolica: in un’iperbole quasi nietzchana, il capitano, nel suo intento di far rinascere l’universo, rimane sì fedele a se stesso, ma riesce anche a rinnovarsi, come se raccontasse per la prima volta la sua storia e fosse arrivato alla fine della sua parabola. Nella sua durezza, inoltre, c’è una forte critica alla politica anti-ambientalista del Giappone, rimarcata in più occasioni.
L’animazione in computer grafica 3D, inedita per il personaggio, sostiene questa nuova versione di Harlock, avvicinando la creatura di Matsumoto al gusto contemporaneo, soprattutto americano – non a caso l’ideatore del design meccanico è Atsushi Takeuchi, che ha lavorato per la serie Star Wars: The Clone Wars.
Anche se più oscuro, dunque, questo nuovo Capitan Harlock è ancora simbolo di libertà e coraggio, e non smette di affascinare.
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Mi piace
L’animazione in computer grafica e il 3D rendono giustizia all’epica storia di Capitan Harlock, tramandando il suo mito alle nuove generazioni.
Non mi piace
Harlock è meno presente e rimane sullo sfondo come una sorta di leggenda. Inoltre il personaggio è troppo cupo e meno romantico che nel manga.
Consigliato a chi
Agli appassionati del personaggio creato da Leiji Matsumoto e agli amanti della fantascienza.
Voto: 3/5
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