Hotel Transylvania 3 - Una vacanza mostruosa
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Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa

Hotel Transylvania 3 – Una vacanza mostruosa

Hotel Transylvania 3
PANORAMICA
Regia (4)
Sceneggiatura (3)
Fotografia (3.5)
Colonna sonora (3)
Animazione (4.5)

È una realtà promettente quella di Sony Pictures Animation, studio che sta ancora faticando a trovare la propria identità ma che nell’ultimo anno si è contraddistinto per alcune scelte decisamente interessanti. Dopo una piccola battuta di arresto con The Emoji Movie l’anno scorso, nel 2018 lo studio torna al cinema con il più noto dei suoi franchise: quello di Hotel Transylvania, nato nel 2012 come reinterpretazione in chiave comica del personaggio del conte Dracula, stavolta raffigurato come un padre iperprotettivo che gestisce un albergo di lusso per mostri.
Nonostante non ne sia tecnicamente il creatore, per gli appassionati di animazione Hotel Transylvania equivale a un solo nome: quello di Genndy Tartakovsky, il geniale regista delle più belle serie a cartoni di Cartoon Network come Il laboratorio di Dexter, Le Superchicche e soprattutto Samurai Jack.
Il lavoro impostato da questo grandissimo artista su Hotel Transylvania è stato finissimo fin dal principio: in un’epoca in cui non è più possibile fare animazione a mano sul grande schermo per questioni commerciali, Tartakovsky ha deciso di convertire in computer grafica quello che era lo stile caratteristico dei suoi cartoon e in particolare il gusto per l’animazione slapstick. Quest’ultima si basa sulle gag puramente fisiche e risale ormai ai tempi in cui non esisteva ancora il cinema sonoro. Ma è anche qualcosa che l’animazione è andata progressivamente perdendo (se non nei prodotti per bambini piccoli, spesso però di dubbia qualità), probabilmente su influenza sempre maggiore del modello Pixar e della complessità del live action.
La sfida che si è prefissato Tartakovsky trova compimento in questo terzo capitolo, che da lui è anche sceneggiato oltre che diretto, fattore questo che rende Una Vacanza Mostruosa un vero e proprio calderone di divertentissime gag, espressioni esagerate e “super deformed”, movimenti estremi; insomma, una gioia per gli occhi per chi apprezza il piano squisitamente visivo dell’animazione. A livello tecnico, quello che ha realizzato la crew di Sony Pictures Animation è qualcosa di incredibile: animazioni come quelle di Hotel Transylvania sarebbero semplicissime con carta e matita, ma costituiscono ancora un limite per la computer grafica, che può essere deformata soltanto fino a un certo punto. Questo terzo capitolo sposta l’asticella più in alto, anche se resta ancora da chiedersi quanto tutto ciò sia veramente necessario, dato che basterebbe semplicemente la cara vecchia matita.
Paradossalmente, ciò che convince meno sono invece le sequenze che portano avanti la trama vera e propria. C’è poco e nulla di nuovo: ritorna il rapporto padre-figlia tra Dracula e Mavis, c’è un nuovo amore per Dracula e si affronta ancora il tema della diversità tra esseri umani e mostri. Tuttavia la percezione è che le scene che portano avanti la storia costituiscano un’interruzione alle gag comiche piuttosto che il contrario. L’impressione è che se Tartakovsky avesse potuto andare a ruota libera, Hotel Transylvania sarebbe stato ancora più folle e probabilmente sarebbe potuto diventare una nuova pietra miliare, piuttosto che “solo” un simpatico film da vedere in famiglia. La speranza è che le briglie di questo grande artista vengano allentate almeno per i suoi due prossimi progetti con Sony, che comprendono qualcosa di estremamente raro e rischioso per il mercato odierno: un film d’animazione rated R.

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