Cosa c’era da aggiungere a una storia che, da quando è stata scritta un secolo fa da Frank Baum, non ha perso una goccia della sua freschezza e della sua inventiva? Dopo musical che ancora fanno il pienone a Broadway, fumetti e libri scritti sulla falsa riga del capolavoro di Baum, serviva veramente il kolossal di Sam Raimi? Sì, serviva.
Per celebrare la semplicità e la bellezza di una storia che non ha età. Per andare al cinema con la famiglia in gran completo e ridere ed emozionarsi tutti insieme. Per vedere cosa un budget stellare e una buona rispolverata a situazioni e noti personaggi possono fare.
E poi, non c’è mai abbastanza magia nella vita di ogni spettatore. Nessuno è mai stanco di tornare a guardare il mondo con lo spirito di un bimbo: tutto è più colorato, tutto è più spettacolare, tutto è più bello. Ed è proprio per questo, forse, che il ritorno del poliedrico regista di Spiderman e Evil Dead mi è parso così solare, giocoso e felice.
Di questo film ho letto cose belle e cose brutte e nessuno di coloro che prima di me l’ha recensito ha avuto davvero torto. Ha una trama elementare, poco fantasiosa e della visione complessiva sembrerebbe prevalere soltanto il lato visivo: infatti, è un trionfo di straordinari effetti speciali, ma il lavoro degli sceneggiatori non è stato particolarmente memorabile.
Ma ricordiamoci tutti che è una favola in piena regola. Si concluderà con un lieto fine, magari con un bacio, e tutti vivranno per sempre felici e contenti. Sempre.
Falle della sceneggiatura o elementi che ritroviamo da tempo immemore anche in Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie, Biancaneve, La bella addormentata, Cenerentola? Quelle che possono sembrare banalità, ovvie risoluzioni e sviluppi, sono caratteristiche di una tradizione vecchia come il mondo, ed inoltre, prendendo soltanto spunto dalla storia iniziale, il film ci regala un inedito inizio, nuovo inizio.
Prima dell’arrivo di Dorothy, ad Oz regnava una faida tra tre sorelle; poi, secondo un’arcana profezia, uno straniero piovuto dal cielo – un mago un po’ particolare proveniente da un mondo noioso ed in bianco e nero – avrebbe fatto trionfare l’armonia. Le tre sorelle sono la dolce Glinda (Michelle Williams), la lunatica Theodora (Mila Kunis) e la temibile Evanora (Rachel Weisz); il mago della loro profezia è il prestigiatore/truffatore Oscar Oz (James Franco), uno Don Giovanni parecchio galante, ma ben poco magico. Dopo uno splendido e nostalgico prologo in bianco e nero, il film trova i colori e la magia nel momento in cui un uragano trascina il protagonista assai lontano dal polveroso Kansas. Davanti agli occhi dello spettatore, palazzi di smeraldo, setosi fiori in boccio, farfalle e dispettose fatine, la simpatia di un James Franco inizialmente odioso e il fascino incredibile di tre streghe d’eccezione e dai volti molto noti… una più bella e talentuosa dell’altra!
L’intero cast, variegato e ben assortito, è capace di una leggerezza e di una professionalità senza pari. Sanno come far ridere e rilassare, ma i numerosi dialoghi rivelano la loro immensa bravura al grande pubblico. Credibili ed espressivi, come lo sono anche le creature ricreate al computer che popolano questo fantastico mondo virtuale: tra tutte, la scimmietta factotum e la fragile e dolcissima bambolina di porcellana, scampata allo sterminio del suo villaggio ad opera dei servitori della Strega Cattiva.
Un riuscitissimo spettacolo di prestigio e illusione, la meraviglia del 3D, la storia più nota e celebrata in una dimensione tutta nuova. Un film semplicissimo, ma adorabile.
Streghe cattive, regni da salvare, mondi incantati, magiche eredità, lo splendore ritrovato dei vecchi film Disney. Datemi questo e ritornerò bambino. Datemi Il grande e potente Oz è, per 130 minuti, applaudirò come una scimmia ammaestrata. Magari, come la stupenda scimmietta volante che, per l’intera pellicola, aiuta fedelmente il giovane protagonista. E’ troppo, troppo bella… ma l’avete vista?!