“Mio fratello rincorre i dinosauri” (2019) è il primo lungometraggio del regista bresciano Stefano Cipani.
Un film onesto, abbastanza lineare, non calcato e con dei personaggi centrali centrati nei modi e nei gesti.
Gli adolescenti al centro del film in una provincia padana non ben definita e in una scuola dove gli insegnanti si vedono poco mentre gli alunni cercano di farsi largo.
Tratto dall’omonimo libro di Giacomo Mazzariol che vive la storia raccontata (alla fine della pellicola pochi fotogrammi fanno vedere i personaggi reali)
Davide e Katia, dopo tre figli ne hanno un quarto ma scoprono dopo il parto che c’è qualche problema. Il neonato resta in ospedale più del dovuto e i genitori vengono convocati per le notizie sul nascituro. E scoprono in quel momento che Gio (Giovanni il suo nome) ha la sindrome di Down. Rimangono sconvolti, chiedono, si informano perché conoscono poco della stessa. Vengono riferiti percentuali allarmanti sulla ‘disabilità’ del bambino….100%, 25%, 18%, ecc. E imparano a memoria ciò che viene riferito. Tanto che prima di dormire si ripetono le percentuali … invece di contare le pecorelle o di un sonnifero.
Ecco che le due sorelle e il fratellino vogliono sapere. Il papà parla di figlio speciale che è un superdown….e che ha un cromosoma in più.
E il dolce Jack chiede ‘super…cosa? Cromosoma….cosa?’. Ecco che il fratellino appena torna a casa viene visto come un extraterrestre. Tutti i volti, i cinque visi, sulla carrozzina dal basso verso l’alto….con le loro espressioni….strane e il loro parlare farfugliando qualcosa.
E da questo momento la famiglia si adegua a nuovi modi, a nuovi aiuti, a nuovi interazioni e anche nuove bugie. E Davide riceve le ‘condoglianze’ per l’accaduto…da uno strano amico.
E dopo alcuni anni il fratello Jack, con il suo amico Vittorio (Vitto), deve iscriversi in una scuola superiore…e nasconde a tutti e alla sua ‘fiamma’ Arianna di avere un fratello.
Nuove conoscenze a scuola, la musica, una band e Gio che si invaghisce delle note e di youtube dove pubblica alcuni video. E da lì che i problemi aumenteranno. Jack ha paura di Gio ma Gio non ha paura di nulla.
Un film adolescenziale dove i ruoli tra gli amici e i fratelli si ribaltano, linguaggio semplice e non volgare, essenzialità, commedia mista a problemi familiari e gli adulti che non sempre sanno cosa fare.
Una certa modalità ‘corretta’ e di ‘facile fruizione’ è un modo per renderlo vendibile alle famiglie e agli stessi ragazzi. Si legge che stanno aumentando le copie di distribuzione. Niente incassi stratosferici però sta prendendo un certo pubblico.
Resta una pellicola ‘media’ che tende al film-tv, simbolica ma non eccessivamente, commedia ma non più di tanto, seriosa ma con moderazione, a incastri ma qualche pezzo resta solitario.
Intanto la ‘piccola’ vendetta è servita fredda….da Davide all’amico strano: ‘…oltre a tutto il buono che ci dà Gio…lo Stato ci offre anche 400 euro al mese…’.
Alessandro Gassmann (Davide) e Isabella Ragonese (Katia) partecipano in seconda linea in modo corretto: i protagonisti e anche ‘incisivi’ sono Francesco Geghi (Jack), Lorenzo Sisto (Giovanni) e Roberto Nocchi (Vittorio). Una recitazione semplice e diretta. La costruzione della sceneggiatura è strutturata su di loro. Ci sono alcuni personaggi poco costruiti e persi per strada (le sorelle di Giovanni) e la Zia Rachele (Rossy De Palma) che pare o troppa o mal assortita.
Il film alla fine non pare ridondante e macchinoso, costruito per piacere e familiarmente utile per ‘capire’. Gli adolescenti, come gli adulti, hanno la possibilità di vederlo per sapere una storia vera di oggi.
Regia lineare e senza eccessi; tra provincia e volti.
Voto: 6/10 (***) -cinema familiare-