Che il cinema d’animazione sappia realizzare anche i sogni impossibili è cosa nota. Qualche anno fa (era il 2007 quando uscì Ratatouille) a Rémy era bastata qualche padellata per convincerci che anche un topo può diventare uno chef stellato. Il nuovo cartoon della DreamWorks, Turbo, è una variazione sul tema; alle cucine si sostituiscono le piste delle corse automobilistiche, i ratti lasciano spazio alle lumache, ma la sostanza è la stessa.
Theo – anche se lui ama definirsi Turbo – è una lumaca da giardino a cui la lenta e routinaria esistenza dei suoi simili è sempre andata stretta. Appassionato di corse, sogna una vita a tutta velocità da giocarsi nella 500 miglia di Indianapolis, la gara di auto più importante al mondo. Non vi sveleremo se Turbo riuscirà a tagliare il traguardo prima del suo idolo (e ora rivale), il campione Guy Gagné, ma è evidente che è su quell’asfalto che il suo sogno prende finalmente forma. Quel sogno (ciascuno di noi ne ha almeno uno) a cui il film ci chiede di non rinunciare, neanche quando ha i contorni di una chimera e tutto sembra cospirare contro.
Certo, al cinema la magia gioca un ruolo fondamentale e rende tutto più facile (Turbo “per magia”, finendo dentro il radiatore di una macchina, subisce una trasformazione genetica che gli dona ciò che la natura gli aveva negato: la velocità), ma il messaggio sta proprio qui: mai accontentarsi di una vita mediocre quando si può diventare protagonisti di avventure più emozionanti e appaganti.
Probabilmente i piccoli spettatori a cui Turbo è rivolto – siamo di fronte a un’animazione declinata per l’età scolare – tra qualche anno sperimenteranno da soli che non è così semplice come ci vogliono far credere, ma è bello che questo “pensare in grande e in positivo” venga loro inculcato fin da adesso. E a patto che non venga confuso con la ricerca del successo a ogni costo.
Siamo dalle parti di Cars, ma con una decisa accelerata nell’universo automobilistico, con le sequenze delle gare amplificate da un 3D immersivo e sempre più performante. I maschietti, specie coloro che hanno una passione per le macchine e la Formula 1, ne rimarranno affascinati; meno le bambine, che rischiano di annoiarsi davanti a un Fast & Furious con le lumache, anche se qualche “boccata d’aria” è garantita dalla fotografia del giardino in cui queste vivono e il divertente rapporto d’amore e odio che lega Turbo al fratello Chet, espressione di un modo di vedere la vita opposto, molto più prudente e realista. Se vogliamo, molto più femminile.
Non lasciatevi ingannare dalla parte centrale del film, quella in cui l’introduzione dei personaggi umani della vicenda (decisamente meno d’appeal rispetto alle escargot) frena il ritmo, perché da quando si mette piede sulla pista di Indianapolis i motori tornano a rombare.
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Mi piace
Il 3D, che raggiunge la massima efficacia nelle sequenze delle corse automobilistiche. Il messaggio, sebbene intriso di magia, educa alla speranza e a una sana ambizione.
Non mi piace
La parte centrale del film rallenta molto.
Consigliato a chi
A tutti i bambini che hanno amato Cars e sono degli appassionati di Formula 1, specialmente i maschi. Le bambine rischiano di annoiarsi un po’.
Voto
3/5