Anna: la serie di Ammaniti è la sorpresa più bella del 2021
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Anna: la serie di Ammaniti è la sorpresa più bella del 2021

Disponibile su Now e tratta dal romanzo omonimo, racconta un mondo post-pandemico in cui sono sopravvissuti solo i bambini. Ecco perché per noi è, finora, la migliore serie italiana dell’anno

Anna: la serie di Ammaniti è la sorpresa più bella del 2021

Disponibile su Now e tratta dal romanzo omonimo, racconta un mondo post-pandemico in cui sono sopravvissuti solo i bambini. Ecco perché per noi è, finora, la migliore serie italiana dell’anno

Anna
PANORAMICA
Cast (4)
Regia (4.5)
Innovazione (4.5)
Narrazione (4)

La cosa più impressionante dei lavori televisivi targati Sky di Niccolò Ammaniti, specie considerata la sua estrazione professionale, è la capacità di pensare il racconto attraverso la costruzione delle immagini, un procedimento che ha molto a che fare con la scelta degli attori, con le scenografie (di Mauro Vanzati) e con i costumi (di Catherine Buyse), e solo dopo con l’impaginazione, cioè inquadrature e montaggio. 

In questo senso Anna, che a differenza di Il miracolo è adattato da un suo romanzo (assieme a Francesca Manieri), mette in fila tutta la serialità italiana degli ultimi anni, compresi i lavori di Sorrentino, nel momento in cui si cercano in uno show non soltanto i segni di uno stile – costi quel che costi in termini di coerenza e ritmo della storia – quanto la potenza della messa in scena al servizio della narrazione.

In un’Italia post-pandemica, gli unici sopravvissuti sono i bambini: con la pubertà arriva anche il virus, gli adulti muoiono e non sarà più possibile riprodursi. Questo scenario terminale e decivilizzato è rappresentato come un incrocio tra Il signore delle mosche e Ken il Guerriero, i bambini sono per lo più inconsapevoli e manipolati da pochi altri, scaltri e feroci. Il mondo in cui vivono è una specie di infinita frontiera, un West fatiscente e infantile gestito da bande morenti. Senza auto, ogni spostamento, anche piccolo, è un Viaggio. Come quello che compiono Anna e il fratello minore Astor guidati da un quaderno lasciatogli dalla madre, e che li porterà a incrociare minacce di ogni genere.

Serie per adulti con protagonisti in larga maggioranza bambini, Anna è davvero una rarità: non si tira mai indietro di fronte al perturbante ma opera sulla Storia con lo sguardo dei poeti decadenti, cercando nella corruzione e nella morte una paradossale bellezza (in questo senso gli ultimi due episodi sono piccoli capolavori).

I giovani attori sono mediamente bravi, la struttura a flashback delle sei puntate è funzionale e perfettamente contemporanea, e la suspense del thriller si scambia continuamente il passo con la commozione del dramma umanista.

È sempre spiacevole fare graduatorie ma d’altra parte ha senso pensare a un benchmark, capire dove guardiamo quando parliamo di futuro della serialità italiana, di modernità del racconto e maturità delle immagini: allora ecco, il presente è questo e il futuro comincia da qui, lontano dai prodotti generalisti e politicamente ingessati inseguiti dalla “nuova mediaset” degli Amazon e dei Netflix, ma tutto sommato anche dalle retrovie della prestige tv anglosassone.

Foto: Sky

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