Poche serie televisive sono capaci di offrire lo stesso tasso qualitativo di Better Call Saul, perché l’attenzione con cui ogni inquadratura è studiata sin nei minimi particolari e ogni dialogo ha una funzione sul resto della storia è davvero maniacale, come dimostrano anche questi primi due episodi della quinta stagione.
Doveva essere lo spin off comico di Breaking Bad, il modo per tenere ancora vicini i fan di una pietra miliare di dimensioni enormi, ma ben presto la serie si è rivelata qualcosa di molto diverso. Pur facendo ancora molto ridere, Better Call Saul è uno show estremamente malinconico, dai ritmi riflessivi e pervaso da un pessimismo che abbraccia tutte le storyline e i personaggi.
Dopo aver analizzato il travagliato rapporto di odio, amore e co-dipendenza tra Jimmy e il fratello, la serie ci porta nella fase matura della relazione tra il protagonista e la fidanzata Kim, affondando le lame dell’analisi nel cuore delle contraddizioni del loro rapporto.
In particolare, questi due episodi iniziali mostrano il progressivo allontanamento tra i due e lo riconducono alla trasformazione di Jimmy in Saul, cosa che – come sappiamo noi che abbiamo visto Breaking Bad – lo cambierà profondamente, facendolo diventare un uomo senza scrupoli, cinico e profondamente egoista.
Nel corso di queste stagioni Better Call Saul ha costruito un personaggio di una complessità davvero incredibile, lontanissimo dalle figure maschili dominanti dei prestige drama degli ultimi vent’anni, quelle che pur con le loro fragilità finivano sempre per accentrare il racconto sulle loro qualità e il loro fascino magnetico. Jimmy è una cosa completamente diversa, è un uomo normale alle prese con le pressioni sociali che privano la mascolinità di tante sue possibilità, costringendola a rispettare certi canoni (spesso tossici) e confermare determinate aspettative.
Anche per questo Jimmy non riesce a fuggire da quello che sembra un binario obbligato, non solo perché noi conosciamo il suo futuro, ma perché il suo essere una persona con importanti debolezze e fragilità (come tutti) gli rende difficile una reale messa in discussione di se stesso e un miglioramento effettivo. La sua sete di gratificazione e riconoscimento, dovuta ad anni di bullismo subito, lo rende sempre più avido di potere e sempre più cinico, anche a costo di perdere le persone che ama.
A questo proposito, è davvero difficile immaginare un futuro positivo tra lui e Kim, perché gli effetti della negatività etica di Jimmy su Kim si stanno iniziando a sentire in maniera tangibile, tanto da spingere l’avvocata ad avere sempre più dubbi nei suoi confronti e iniziare a prendere seriamente le distanza, perché sinceramente spaventata da quello che potrebbe fare.
Riuscirà a salvarsi? Da queste parti abbiamo molti dubbi, perché la serie sembra aver messo le basi per fare della morte (o della partenza definitiva) di Kim il colpo di grazia che Jimmy è destinato a subire, la pugnalata che ne annullerà stimolo vitale.
Su questo gli autori della serie sono stati molto intelligenti a costruire sin dall’inizio una doppia temporalità in modo da tenere sempre a mente che, sebbene noi come Jimmy potremmo essere attratti dalla trasformazione in Saul, in fondo al tunnel c’è un’esistenza fatta di sofferenza ed espiazione.
All’inizio della premiere c’è infatti uno spazio più grande del solito dedicato alla temporalità in bianco e nero, ovvero quei flashforward che da sempre hanno accompagnato la serie. Vediamo un Jimmy distrutto, senza parole, impaurito da qualcosa che non conosciamo e costretto da uno sconosciuto a ricordare un’identità che vuole assolutamente dimenticare. Ebbene, quell’identità si chiama Saul Goodman, ovvero l’esempio classico dell’antieroe che la televisione americana ha celebrato per anni e che ora, grazie a Better Call Saul (e poche altre serie) è mostrato in tutti i suoi lati oscuri.
Un ottimo inizio per Better Call Saul, che riesce anche a ricollegare in modo attento e divertente tutte le vicende che riguardano il narcotraffico e Gus Fring, così come la vita familiare di Mike, nella quale non mancano dei momenti di magnifico e crudele pessimismo. Un esordio perfetto, dunque, che lascia immaginare l’ennesima eccellente stagione della serie.
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