Venerdì 14 ottobre 2022 è andata “in onda” l’ultima puntata della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere (QUI la nostra recensione). Un finale che ha esaltato alcuni fan, scontentato altri ma che comunque ha tolto ogni dubbio sull’identità di Sauron e di un altro misterioso personaggio. Tra canone, Tolkien e serie tv, ha senso che siano proprio loro?
ATTENZIONE: contiene spoiler sul finale de Gli Anelli del Potere
L’assunto di partenza deve essere uno: l’adattamento di un libro o di qualsiasi racconto non può per forza di cose essere totalmente fedele alla sua fonte di ispirazione originale. E probabilmente non deve neppure esserlo: medium diversi hanno esigenze narrative e produttive diverse. Gli Anelli del Potere, inoltre, è una serie tv costata oltre 200 milioni in diritti, ma che riguardano solo l’appendice del Signore degli Anelli di Tolkien, dove molte delle storie della Seconda Era sono solo abbozzate rispetto al più completo Silmarillion – i cui ultimi due libri, Akallabêth ovvero la Caduta di Númenor e Degli Anelli del Potere e della Terza Era, coprono grossomodo il periodo della serie Prime Video.
Partendo da questo presupposto, la scoperta della vera identità di Sauron e soprattutto dello Straniero può non avere senso a livello di canone tolkeniano, ma non è così illogica sotto il profilo della serie stessa. Partiamo dall’Oscuro Signore.
SAURON – Halbrand, Annatar e il futuro dell’Oscuro Signore di Mordor
La teoria che andava per la maggiore è stata confermata, ovvero che l’umano Halbrand era in realtà Sauron stesso e che Galadriel non ha fatto altro che favorire il suo ritorno. Già dai primi episodi erano stati rivelati molti indizi e quindi la sorpresa, per i più attenti, è stata minima.
Nell’universo di Tolkien, dopo la sconfitta del Valar noto come Melkor o Morgoth, il suo maiar (ovvero le divinità di grado minore create dall’Uno) Sauron sparisce per diverso tempo. Dopo questa latitanza, che nella serie è giustificata da una presunta “uccisione” da parte dell’elfo corrotto Adar, nel Silmarillion riappare durante la Seconda Era nei panni di un elfo di bell’aspetto – e Halbrand, pur umano, brutto non lo è di certo. Nei libro si fa chiamare Annatar, ovvero Signore dei Doni, altro dettaglio che si collega bene con Gli Anelli del Potere, visto che è sempre lui a convincere Celembribor a fabbricare i primi tre anelli – Narya, Nenya e Vilya.
In questa veste, Sauron/Annatar si presentava come un pacificatore: Halbrand stesso, fingendo di appartenere ad un antico lignaggio che lo avrebbe incoronato Re delle Terre del Sud, ha di fatto unito la “sua gente” contro gli orchi di Adar. Il maiar, insomma, è un abile ingannatore e tutto questo fila perfettamente con la sua trasposizione nella serie.
Rispetto al canone, quindi, c’è un mix di elementi mantenuti – la scomparsa, il travestimento, Annatar – e adattamenti che come detto sono per lo più dovuti alla necessità di condensare e rendere al meglio (non sempre riuscendoci) i personaggi e le loro dinamiche. Restano alcune perplessità: quello che al momento non sappiamo, è come l’umano Halbrand sia arrivato su quella zattera e quanto effettivamente fortuito sia stato l’incontro con Galadriel e tutto quello che è successo in seguito. Anche la presunta redenzione e soprattutto gli indizi di un infatuazione con l’elfa sono elementi nuovi.
Cosa c’è adesso nel futuro di Sauron? La prima stagione de Gli Anelli del Potere si conclude con Halbrand che marcia verso la neo-nata Mordor. Possibile quindi che nei nuovi episodi – già in corso di riprese – si esplorerà l’incontro-scontro con Adar e la creazione di Barad-dûr, la torre celebre da Il Signore degli Anelli, oltre che dell’Unico Anello. Ma non solo: nel racconto canonico Mordor viene nuovamente attaccata dalle navi di Númenor guidate dal re usurpatore Ar-Pharazôn (presente nella serie) e Sauron imprigionato. Da qui, ammalia e inganna il regnante affinché attacchi Valinor, la terra degli Dei, causando così la caduta di Númenor. Tutti eventi già in moto nella prima stagione.
LO STRANIERO, OVVERO GANDALF – Ha senso che lo Stregone sia nelle serie?
Diverso il discorso relativo all’altra grande rivelazione dal finale de Gli Anelli del Potere. Lo Straniero, scambiato per Sauron dalle tre non-si-è-capito-bene-cosa, ha mostrato le sue carte con un ultima battuta che ha fatto alzate non pochi sopraccigli. Anche in questo caso, il suo interprete Daniel Weyman ha rivelato che non ha saputo nulla fino alla fine, ma alla fine il mistero sembra svelato: lo Straniero è Gandalf.
Il motivo per cui la rivelazione è stata così sorprendente è che molti fan non pensavano che Prime Video avrebbe “rotto il canone” in maniera così palese. Nel racconto di Tolkien, il maiar non arriva sulla terra prima dell’inizio del XI secolo della Terza Era, ultimo tra tutti gli Istari (Stregoni). Viene mandato dai Valar per sostenere la lotta contro Sauron e viene scelto dal più grande degli Ainur in persona, Manwë, ma inizialmente rifiuta perché non si ritiene all’altezza del compito. Il suo potere è pari a quello di Sauron, ma gli viene imposto di non cercare di dominare elfi e uomini con la paura – un dettaglio che ben si riflette in certe scene della serie.
Ne Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, il suo arrivo è quindi anticipato di qualche millennio. Questo però non deve stupire: la serie ha infatti avuto la necessità di condensare la cronologia tolkeniana e lo ha dimostrato anche con il personaggio di Isildur, colui che è destinato a guidare l’Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini e sconfiggere Sauron per la penultima volta, che nel canone nacque nel 3209 della Seconda Era a Númenor. Molto tempo dopo i fatti della serie, quindi.
La sua presenza quindi è sì in anticipo, ma come direbbe Gandalf stesso: «Uno stregone non è mai in ritardo, nè in anticipo, arriva precisamente quando intende farlo». La presenza di Olorin, il vero nome dello Stregone, potrebbe comunque non essere una totale rottura del canone: al suo arrivo sulla Terra di Mezzo dimostra di non avere memoria del suo passato o del suo compito, quindi è possibile (anche se poco probabile) che che una volta terminato il suo compito possa tornare a Valar ed essere nuovamente rispedito come Gandalf nella Terza Era.
Che si tratti di Olorin o Gandalf, comunque, non sembrano più esserci molti dubbi: oltre all’aspetto fisico, a far mangiare la foglia è stata la frase finale detta alla Hartfoot Nori, «Segui sempre il tuo naso». Le stesse esatte parole le ha pronunciate Ian McKellen nei panni dello Stregone ne La Compagnia dell’Anello, rivolte quella volta a Merry. La sua amicizia per il piccolo popolo potrebbe quindi avere radici molto più profonde, appositamente inventate per lo show.
Resta tuttavia un piccolo margine di dubbio: finora è stato solo rivelato che lo Straniero è un Istari e quella frase sembra chiarissima, ma se volessero sviare le cose ci sarebbero alcune possibili alternative. Da Saruman (il primo arrivato) a Radagast il Bruno, passando per gli Stregoni Blu Alatar e Pallando, è possibile che quella frase volesse solo confonderci e che in realtà la sua identità sia quella di un altro Istari? Tocca aspettare per una risposta definitiva.
E voi, cosa ne pensate? Siete rimasti sorpresi di scoprire l’identità di Sauron e del presunto Gandalf? Vi è piaciuta la prima stagione? Fatecelo sapere nei commenti.
Foto: MovieStills
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