La serie del Signore degli Anelli di Amazon rischia di partire col piede sbagliato: nelle ultime ore è scoppiata una polemica che riguarda la presunta scarsa diversità del cast. Già in passato erano state fatte notare alcune criticità presenti non solo nell’opera originale di Tolkien, ma anche nella colossale trilogia di Peter Jackson che poco si adatterebbero coi tempi moderni. Con la nuova annunciata serie, le cose per alcuni non sarebbero cambiate poi molto.
L’attore Ludi Lin, celebre per i ruoli nel recente film dei Power Rangers e nel nuovissimo Mortal Kombat in arrivo in streaming anche in Italia, si è scagliato infatti contro Amazon e il suo capo Jennifer Salke, che negli ultimi giorni ha esaltato la vasta produzione in piedi per Il Signore degli Anelli. Cinque stagioni, la prima con un budget da 465 milioni di dollari che la rende la più costosa mai realizzata, superando di gran lunga non solo Game of Thrones, ma persino il budget totale della trilogia di LOTR e quella de Lo Hobbit, entrambe di Jackson. Quasi mezzo miliardo di dollari di investimento per uno show definito «immensa rappresentazione del mondo» in un’intervista a IndieWire. Per Lin, però, non è affatto così.
In un tweet che ha rapidamente acceso la polemica attorno alla serie, l’attore si è lamentato che pur con un budget così imponente Il Signore degli Anelli avrà un cast poco inclusivo. Non ci sarebbero, infatti, attori e attrici di origine asiatica. Ludi Lin ha scritto:
«Sarà difficile giustificare la costruzione di un “mondo immenso” senza nessun personaggio asiatico. Guarda dalla nostra parte, Jennifer Salke. Non è difficile: siamo proprio qui»
Nei commenti al tweet c’è chi gli dà man forte, sostenendo la necessità di una equa rappresentazione culturale e razziale. Tuttavia, c’è pure chi ritiene che il materiale di partenza di Tolkien non abbia niente a che fare con la cultura asiatica ed orientale e, pertanto, non sia necessario essere per forza rappresentati.
Il problema dell’inclusività non è nuovo quando si parla del Signore degli Anelli: nella trilogia di Peter Jackson, per esempio, non si ricordano attori neri ed è celebre il fatto che in nessuno dei film ci sono scene in cui due donne parlano insieme. Su alcuni punti la serie Amazon ha già messo “una pezza”: nel cast infatti figurano ora attori neri come Ismael Cruz Cordova e Sophia Nomvete.
La polemica sollevata da Ludi Lin potrebbe trasformarsi in un boomerang: Amazon ha pensato a 5 stagioni per il suo imponente Signore degli Anelli e non è escluso che attori asiatici potessero far parte del cast in seguito. Se così sarà, però, ora rischierà di essere vista come una mossa “politicamente corretta” degli Studios, per correre ai ripari dopo le lamentele. La serie è entrata in un ginepraio dal quale, la storia recente insegna, è difficile uscirne: da un grande budget, dopotutto, derivano grandi responsabilità, aspettative e spesso polemiche.
Nel frattempo è stato annunciato che la saga cinematografica de Il Signore degli Anelli godrà di un prequel animato: si tratta di The War of the Rohirrim, lungometraggio d’animazione che si concentrerà sul personaggio tolkeniano, nonché potente re di Rohan, Helm Mandimartello, e su una battaglia leggendaria che ha contribuito a plasmare la Terra di Mezzo. Si tratterà di un complemento della trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli targata New Line e sarà ambientato circa 250 anni prima, durante la terza età (la prossima miniserie di Amazon su Il Signore degli Anelli è ambientata invece durante la seconda età).
Foto: MovieStills
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