Puntata brusca, irregolare: una lunga notte di festeggiamenti e umori alcolici, e poi subito la battaglia che infuria, un drago che muore, la testa di Missandei che rotola. In questa separazione c’è tutta la natura dell’ultima stagione del Trono, compressa in sei episodi in cui risolvere sia la partita con gli Estranei che quella per il Trono; e al contempo investire nell’intimità tra pubblico e personaggi, che episodi come il secondo o la prima metà del quarto elevano a vette sentimentali quasi “soap” (detto senza disprezzo). Non avrebbero giovato un paio di puntate in più, magari mezz’ora più brevi, in cui separare ulteriormente le due cose? Qui sotto pro e contro di L’ultimo degli Stark episodio di Il trono di spade 8×4.
A PETTO SCOPERTO
Sono entusiasta che sia tornato al centro del racconto politico Tyrion: assiste al precipitare degli eventi con un’ostinata resistenza al disastro e, chiaramente, nessuna possibilità di evitarlo. Il modo in cui insiste nell’appellarsi ai sentimenti di gente che torcerebbe la testa a un gattino, tipo sua sorella, è quasi commovente, e la scena in cui affronta le mura di King’s Landing a petto scoperto mi sembra finora la cosa migliore di tutta la stagione.
La battuta più bella della puntata è comunque di Lord Varys: “Quando lo conoscono otto persone non è più un segreto, è un’informazione”. Ma voto 8 all’intero dialogo tra lui e Tyrion sui destini politici dei Sette Regni.
NON CI SONO PIU’ I JEOFFREY DI UNA VOLTA
Per restare alla fine dell’episodio, ho certamente apprezzato il modo in cui salta la testa di Missandei, si capisce da subito che non uscirà viva da quel torrione, ma mi ha fatto sorridere che Cersei le abbia concesso le ultime parole: Jeoffrey invece le avrebbe fatto uno scherzone, tipo dirle “Ok, ti lascio andare” un secondo prima che la Montagna le piantasse una lancia nel costato. Non ci sono più i Lannister di una volta.
Voto agli scherzoni di Jeoffrey: 9. Mi mancano molto.
NE RESTERA’ ALMENO UNO?
In realtà se dovessi scegliere un momento scioccante di questa quarta puntata penserei più alla fine che fa Rhaegal, non tanto perché non si fosse capito che Euron aveva in serbo una cura medievale per i draghi superstiti, ma perché la battaglia navale infuria all’improvviso dopo quasi tre quarti d’ora di calma piatta e soprattutto lo sputafuoco – a lungo simbolo di invincibile dominio bellico – viene abbattuto con una velocità e facilità sconcertante.
Questo apre un’altra questione: a Dany è rimasto un solo drago, un’armata sbrindellata, un pessimo carattere e un disastroso rapporto con le cognate. Che credenziali ha per continuare a rivendicare il proprio dominio?
CAPRICCI
Ho trovato imbarazzante la scena in cui la rampolla dei Targaryen supplica (ripeto, supplica) Jon di non svelare il loro piccolo segreto (e trasformarlo così in un’informazione…). Mi pare che tutto il dialogo abbia una inquietante sfumatura infantile: sette stagioni passate a costruire un profilo da feroce conquistatrice andate in fumo.
Oppure no.
Forse è sempre stata questa la natura di Dany, dei suoi umori contraddittori, della sua fame di distruzione pari almeno a quella di giustizia, dell’ombra tirannica che deforma il suo profilo di regnante illuminata: quella di una bambina capricciosa.
In ogni caso: come si torna indietro dal conflitto esploso con le cognate? Restano due puntate in cantiere: una per eliminare Cersei, una per decidere chi sederà sul Trono. Se finisce tutto a tarallucci e vino (Jon e Dany felici di spartirsi il potere, mentre Sansa resta a cucinare il cinghiale al nord) sarà davvero un peccato.
LA SOLITA VECCHIA STORIA
Cambiando argomento: la seconda miglior battuta della puntata è di Tormund: “Vomitare è celebrare”.
La gente libera è anche gente che ama i piaceri semplici della vita, versarsi il vino in faccia, sgranare gli occhi, farsi un macchiatone da Starbucks per smaltire la sbornia.
Nonostante tutto al ragazzo simpatico del banco di dietro, quello che vince sempre le gare di rutti, Brienne preferisce il tizio tenebroso con il ciuffo e una mano di ottone, quello che prende sempre 4 e lancia i bambini dai davanzali: solita vecchia storia.
Si sa anche come vanno a finire queste cose: dopo tre giorni il bel tenebroso sta già pensando a sua sorella.
Però il modo in cui Jaime liquida Brienne e se ne va è pazzesco: voto 9.
A questo proposito: quasi tutti pronosticano che alla fine Jaime ucciderà Cersei per tornare a Grande Inverno, ma siamo sicuri che dopo aver ripassato per bene il suo passato da scapolone incestuoso Brienne lo rivoglia?
Mah.
Forse sì, è la solita vecchia storia.
INASPETTATI RITORNI
Chiudo con un grosso bentornato alla gente che compare e scompare a caso.
In particolare.
Secondo posto a Bronn che si materializza in un soggiorno di Winterfell come se avesse assistito alla battaglia con gli Estranei da un palchetto Sky fino a mezz’ora prima.
Primo posto a Missandei che passa da “dispersa in mare aperto” a “incatenata nel salotto di Cersei” nel giro di due inquadrature.
Voto 7 a entrambi: un grande classico della serie.
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Foto: © Helen Sloan/HBO
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