In attesa di House of the Dragon, prequel dell’universo creato George R. R. Martin che si concentrerà sulla presa del potere dei Targaryen, torniamo parlare de Il Trono di Spade soffermandoci su un dettaglio legato relativo all’episodio finale dell’amato – ma anche controverso e discusso, per quel che riguarda il suo epilogo – serial HBO.
Il dettaglio in questione probabilmente sarà stato notato solo da pochissimi spettatori e dai fan più nerd della serie, ma un articolo che era apparso sulla testa Metro aveva evidenziato la morte “nascosta” di un personaggio che pensavamo fosse riuscito, almeno in apparenza, a salvare la pelle, ovvero Verme grigio.
Per quanti non ricordassero gli ultimi frangenti della serie, bisogna tenere a mente innanzitutto i diversi viaggi compiuti da altrettanti personaggi alla fine dell’arco narrativo di Game of Thrones. Jon Snow per esempio fa ritorno alla Barriera dopo aver ucciso l’amore della sua vita, Arya dal canto suo parte alla volta dei luoghi più misteriosi del mondo, mentre Verme Grigio si dirige verso Naath, la terra della sua amata Missandei.
A cementare la fama di quest’ultimo luogo non provvedono solo le sue proverbiali spiagge, ma anche un virus letale noto come “febbre della farfalla”, in grado di far fuori di fatto ogni avventatole che sia sufficientemente temerario da farsi largo in quelle terre. Contrarre la malattia non è infatti cosa da poco: comporta spasmi e dolori fisici lancinanti, e tra i sintomi più virulenti c’è anche il sudare sangue e lo scioglimento della pelle.
Secondo la ricostruzione di Metro, Missandei non ha contratto il virus solo perché la sua popolazione ha abitato sull’isola per diverse centinaia di anni, riuscendo così a ottenere progressivamente l’immunità. Ma ciò non può valere per Verme Grigio, che esattamente come tutti gli altri visitatori del luogo sarebbe dunque andato incontro a morte tanto certa quanto dolorosa e cruenta, alla luce della sintomatologia alla quale facevamo riferimento poco sopra e al contesto epidemiologico fin qui descritto.
La febbre della farfalla veniva descritta dallo stesso George R.R. Martin nei suoi romanzi, ma c’è da dire dire, a onor del vero, che non ha trovato posto nell’adattamento televisivo di HBO, per cui il dubbio che attanaglia i fan in virtù di questa scoperta è uno solo: affidarsi con zelante scrupolosità alle descrizioni dei libri o confidare che la serie abbia espunto questo particolare del virus, in modo da consentire che Verme Grigio sopravvivesse? Impossibile stabilirlo con certezza, a conti fatti, a meno che alcuni degli autori dello show o dei diritti interessati nella creazione della serie non decidano prima o poi di intervenire sull’argomento e di chiarirlo una volta per tutte.
Il prequel de Il Trono di Spade, lo ricordiamo, è basato sul romanzo Fire & Blood di George R.R. Martine sarà dedicato alla storia della dinastia Targaryen, la celebre casata di Daenerys. Conosciuti per l’appunto come membri della “Casa dei Draghi” – non a caso il nome scelto per dare il titolo allo show –, anche i nuovi protagonisti saranno strettamente legati alle potenti creature alate già viste nella serie madre.
Nel cast di House of the Dragon, ricordiamo, vedremo Emma D’Arcy nei panni di Rhaenyra Targaryen, Matt Smith in quelli di Daemon Targaryen, Olivia Cooke come Alicent Hightower e Rhys Ifans nei panni di suo padre Otto Hightower. Al loro fianco ci saranno anche Steve Toussaint come Corlys Velaryon, Eve Best nel ruolo di Rhaenys Velaryon, Fabien Frankel nelle vesti di Criston Cole, Sonoya Mizuno come Mysaria e Paddy Considine nei panni di Re Viserys I.
Composta da dieci episodi e diretta da Miguel Sapochnik, già regista di diverse puntate de Il Trono di Spade, la prima stagione sarà ambientata 300 anni prima della serie madre e ripercorrerà tutte le tappe più importanti dell’ascesa al potere della dinastia Targaryen, divenuta poi la più potente di Westeros.
Foto: HBO
Fonte: Metro
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