L'amica geniale – La recensione degli episodi 5 e 6
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L’amica geniale – La recensione degli episodi 5 e 6

Una coppia di puntate che prima termina la meravigliosa parentesi ambientata a Ischia e poi porta la trama verso drammatici sviluppi

L’amica geniale – La recensione degli episodi 5 e 6

Una coppia di puntate che prima termina la meravigliosa parentesi ambientata a Ischia e poi porta la trama verso drammatici sviluppi

Il finale scioccante dello scorso episodio ha lasciato gli spettatori italiani a bocca aperta, arrabbiati, commossi e frustrati (in senso positivo) da una trama che sta iniziando a correre sempre più velocemente in direzioni spesso imprevedibili e verso mete in molti casi dolorose.

Sì, L’amica geniale ha superato un punto di non ritorno narrativo dal quale le protagoniste non si riprenderanno più, e chi non ha letto i libri l’ha sperimentato sulla propria pelle con incredibile sorpresa (anche se alcune cose la serie ce le ha lasciate intuire negli episodi precedenti), mentre chi conosce la storia creata da Elena Ferrante non ha potuto che applaudire la perfezione di questa trasposizione.

Quando Lenù scopre del bacio tra Nino e Lila le cade il mondo addosso, tutto il castello che ha costruito per anni viene distrutto dall’egoismo delle persone più importanti della sua vita, le quali nonostante lei non avesse mai confessato loro il suo amore per Nino conoscevano perfettamente i suoi sentimenti e non se ne sono minimamente curati.

Il quinto episodio, come il quarto diretto da Alice Rohrwacher completando così una sorta di dittico ischitano, parte in medias res proprio lì dove è finito il precedente, mostrando nel dettaglio la gelosia della protagonista e il suo sentirsi sempre più in gabbia, catturata da un un sospetto-incubo che diviene rapidamente realtà. Le scelte di messa in scena sono a questo proposito estremamente efficaci e originali, impostando il racconto molto spesso dal punto di vista di Lenù con soggettive e semi-soggettive dal forte carattere claustrofobico, soprattutto nei momenti in cui scopre Nino e Lila per la prima volta e in quello in cui è da sola con Bruno.
Uno dei momenti più potenti però è quello sulla spiaggia, che per chi ha letto i libri è LA scena della spiaggia, quella in cui Lenù in un gesto autolesionista si lascia andare tra le braccia di Donato Sarratore, il quale approfitta di lei e del suo non rifiuto di un rapporto sessuale tutt’altro che piacevole.

Il passaggio dal quinto al sesto episodio dell’Amica geniale sposta il punto di vista e così facendo fa passare Lila e Nino da carnefici a prede. Il collegamento perfetto è dato dall’arrivo a Ischia di Michele e Gigliola, i quali scoprono il legame tra i due innamorati, si insospettiscono e, non essendo stupidi, se ne ricordano quando gli equilibri economici che li riguardano mutano.
Questo trasformazione è data dal coraggio che finalmente trova Lila, spinta dall’amore per Nino, per liberarsi di Stefano, dicendogli finalmente tutto ciò che pensa con chiarezza (arrivando a puntargli contro un coltello per proteggere la propria incolumità) e scappando di casa per vivere con Nino.

La regia di Saverio Costanzo è perfetta per passare dal sole di Ischia alla cupezza di un episodio pieno zeppo di negatività, che vede il ritorno di Antonio in condizioni psicofisiche disperate, il suicidio di una donna durante una festa di paese, gli ennesimi schiaffi presi da Lila, un pestaggio a sangue di cui è vittima Nino e l’abbandono subito da Lila, simbolo dell’inarrivabile egoismo del giovane Sarratore.
Si tratta sicuramente di un episodio di transizione, uno dei più difficili di questa riduzione televisiva perché se i due ambientati a Ischia erano anche il massimo dell’espressione artistica della serie, dal sesto in poi bisogna pensare alla trama e a un romanzo comunque corposo e ricco di punti di vista. Al centro quindi ci sono tanti personaggi e in particolare torna il microcosmo del rione, con Pasquale, Enzo, i Solara, Ada, Carmela e le rispettive famiglie a popolare un racconto che termina con il ritorno a casa di Lila e la partenza di Lenù per Pisa, dando una profonda svolta alla serie.

A due episodi dal termine, L’amica geniale infila un’altra eccellente coppia di puntate, confermando l’altissima qualità della seconda stagione che, se sarà suggellata da una chiusura all’altezza, potremmo tranquillamente considerare addirittura superiore alla prima.

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