Il 2022 del Marvel Cinematic Universe è pronto a partire: in attesa del ritorno di eroi già conosciuti come Doctor Strange, Scarlet Witch, Thor e compagnia, l’overture di quest’anno tocca ad un nuovo arrivo nel mondo dei cinecomic. Moon Knight, personaggio minore ma dalla lunghissima storia nei fumetti, arriva su Disney+ il 30 marzo ed è pronto a mettere sottosopra tutto l’MCU.
Per farlo, punta tutto sull’attore che ha già fatto parte di questo genere vestendo i panni di Apocalisse nel franchise degli X-Men: Oscar Isaac ora cambia casacca e interpreta Steven Grant e Marc Spector, due personalità racchiuse in un corpo problematico e invischiato in una lotta tra antiche divinità egizie. Quello che l’impacciato venditore di souvenir Steven non sa, infatti, è che la sua seconda personalità Marc è un mercenario al servizio del dio Khonshu: per lui assume l’identità di Moon Knight e assicura alla giustizia chi si è macchiato di crimini.
In conferenza stampa, Oscar Isaac ha parlato così del suo personaggio: «Quando ne abbiamo parlato ho sentito che c’era una vera opportunità per fare qualcosa di completamente diverso nell’MCU, di concentrarsi su una lotta interna; usare l’iconografia egizia, il genere di supereroi e questo tipo di linguaggio per parlare di questo reale conflitto interno che questa persona sta vivendo. C’era la possibilità di creare un personaggio unico, indelebile». L’unicità sta nel disturbo dissociativo dell’identità che affligge Steven, totalmente all’oscuro di quello che Marc fa quando “è in controllo” e per questo «Il pubblico vive quello che Steven sta vivendo, c’è qualcosa di terrificante in questo».
Una premessa interessante, anche a livello produttivo. Gran parte della serie è sostenuta infatti dalla doppia recitazione di Oscar Isaac: estremamente posata e british quella per Steven Grant, più maschia e americana per Marc Spector. Per farcela, l’attore di Dune è ricorso ad un “trucchetto” niente male: «Ho assunto mio fratello, Michael Hernandez, per fare l’altro me – ha rivelato in conferenza – È la cosa più vicina a me che c’è. Ha interpretato Steven o Marc, mi ha aiutato molto». Un modo per superare le evidenti difficoltà nell’interpretare due ruoli simili ma diversi: «Non avevo anticipato quanto sarebbe stato difficile: non sapevo quale avrei interpretato prima, per poi cambiare». Una differenza segnata anche dall’accento: «È ambientato a Londra perché la Marvel ha detto che c’erano già troppi personaggi a New York» ha svelato Isaac.
Che Moon Knight sarà una serie molto diversa da una action comedy tipica della Casa delle Idee, lo testimonia anche l’antagonista scelto per affiancare Oscar Isaac. Nella serie fa il suo debutto assoluto nei cinecomic Ethan Hawke, celebre interprete di molti film indipendenti oltre che cult come Training Day, I magnifici 7 e prossimamente anche The Northman di Robert Eggers. «Ethan ha firmato per la prima volta senza leggere lo script» ha rivelato il regista Mohamed Diab. Un dettaglio confermato anche dal diretto interessato: «Nella mia esperienza quando c’è budget c’è paura e la creatività è ridotta. Con la Marvel e Diab è l’opposto: hanno tradotto il successo in confidenza, si sta dentro a un confine ben definito ma dentro si può fare di tutto».
A convincerlo, anche una particolarità del suo personaggio. L’antagonista di Moon Knight è Arthur Harrow, un tempo Pugno di Khonshu e ora devoto ad una divinità che preferisce fermare il male ancora prima che venga compiuto. La differenza, però, sta nel confronto con l’eroe della serie: «Nella storia dei film, la malattia mentale di solito viene usata per costruire il villain – ha detto Ethan Hawke – Qui il malato è l’eroe: abbiamo invertito tutto il processo. Come antagonista, non posso essere pazzo perché lo è l’eroe. Ho dovuto trovare quella stessa forza malevola in altro modo […] Una volta che distruggi il prisma della realtà, tutto quello che il pubblico vede è un punto di vista storto».
Per l’attore di Boyhood e della trilogia di Before, è stato fondamentale poter lavorare assieme ad un regista profondamente calato nella cultura di riferimento: «Avevamo un grosso vantaggio: il nostro regista Diab, il modo in cui pensa, parla, lavora al montaggio, il modo in cui il suo cervello lavora sulla musica, è un ritmo diverso rispetto a quello con cui sono cresciuto. È stato unico il suo approccio, è qualcosa di prezioso per noi attori, qualcosa che non impariamo nei manuali. Forse avrei dovuto, ma mi sentivo al sicuro con Mohamed. Sapevo che per lui non era importante solo rispettare e onorare la cultura egiziana, ma riverirla e giocarci insieme. Ci ha guidato».
Un punto ribadito anche dal diretto interessato, che nei giorni scorsi si è scagliato contro il prossimo film DC Black Adam proprio perché “incapace” di valorizzare la cultura e la creatività egiziana. «Come egiziano ci vedo sempre dipinti come esotici, de-umanizzati. Qui ci mostriamo come esseri umani – ha detto in conferenza – Era importante mostrarci solo come esseri umani, soprattutto attraverso il personaggio di Layla e vedendo l’Egitto come Egitto. Perché il 90% delle volte in un film dicono che sono in Egitto ma non è così: è come vedere il Big Ben in un film ambientato a Parigi. Così vediamo il nostro Paese: è divertente, ma fa anche male».
Moon Knight sarà composta da 6 episodi e nel cast, oltre ai due citati, troviamo anche: Alexander Cobb, May Calamawy, Loic Mabanza, il compianto Gaspard Ulliel e Dina Shihabi. Questa la sinossi ufficiale:
La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.
Foto: Marvel Studios
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