Dopo le tante polemiche per la tendenza dell’Academy a premiare soprattutto attori bianchi, sfociate nel movimento #OscarSoWhite, stavolta gli Oscar agli interpreti restituiscono un’immagine molto diversa.

Il quartetto dei vincitori è formato da una donna inglese (Colman), un uomo americano di origini egiziane (Malek), una attrice afroamericana (King) e un attore afroamericano (Ali); un gruppo caratterizzato da un alto tasso di diversity e che restituisce molto meglio di altri anni il melting pot dell’industria cinematografica americana.

Il dato più interessante è però legato al rapporto tra grande e piccolo schermo. Un tempo i rapporti tra il cinema e la serialità televisiva erano quasi inesistenti, con interpreti che lavoravano quasi esclusivamente nel settore cinematografico e altrettanti che si dedicavano in maniera totalizzante sulle serie TV.

Il dato più interessante è che i vincitori di quest’anno per quanto riguarda gli interpreti protagonisti e non, maschili e femminili, è che tutti e quattro hanno avuto importantissimi successi nella serialità televisiva.

Rami Malek è esploso con Mr. Robot, serie che gli ha conferito una copiosa quantità di premi. Regina King ha fatto tanto in entrambi i medium, ma recentemente oltre al ruolo in The Leftovers ha ricevuto un premio Emmy per il suo ruolo in Seven Seconds.

Mahershala Ali, oltre ad aver vinto già lo stesso premio Oscar due anni fa con Moonlight di Barry Jenkins, si è distinto in televisione grazie ai ruoli in House of Cards, Luke Cage e soprattutto nella terza stagione di True Detective, finita proprio ieri sera su HBO. Olivia Colman, infine, ha dimostrato da anni le sue straordinarie doti nella televisione britannica con decine di ruoli, tra cui la celeberrima interpretazione in Broadchurch, ma anche quelle in The Night Manager e Fleabag, senza contare quella attesissima in The Crown in cui interpreterà la Regina Elisabetta in sostituzione di Claire Foy.