La FOX ci riprova: dopo il successo di Boris, diventato un oggetto di culto per un’intera generazione, ecco arrivare Romolo + Giuly. La guerra mondiale italiana, nuova serie comedy targata Fox Networks Group Italy, prodotta dalla Wildside di Mario Gianani e Lorenzo Mieli insieme a Lorenzo Gangarossa e Zerosix Productions. La vedremo in prima visione assoluta, dal 17 settembre, ogni lunedì alle 21.15 su FOX, canale 112 di Sky, e abbiamo avuto modo di visionare in anteprima i primi tre episodi, che recensiremo.
Un progetto che promette faville e che investe sulle potenzialità della serialità di casa nostra con coraggio e un approccio innovativo e fuori dagli schemi, che guarda a tanta farsa demenziale americana per adattarla al nostro clima sociale e politico, all’Italia degli ultimi anni (5 stelle e Lega compresi, perché si guarda con naturalezza al presente assoluto) e soprattutto alla rivalità tra la “fighetta” Roma Nord e la “coatta” Roma Sud.
Un tema che di recente ha preso sempre più piede, diventando un aspetto centrale della satira e del costume. Al centro di tutto, come suggerisce il titolo che strizza l’occhio al Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann, c’è però la storia d’amore più celebre della letteratura di tutti i tempi, anche se le famiglie shakespeariane sui generis, a questo giro, si chiamano Montacchi e Copulati…
I creatori sono Michele Bertini Malgarini, che cura anche la regia, Giulio Carrieri e Alessandro D’Ambrosi (che interpreta Romolo), già realizzatori nel 2016 del cortometraggio di successo omonimo per il web. Un prodotto che in tre settimane ha rastrellato 1.6 milioni di visualizzazioni, raggiungendo 3 milioni di persone e soprattutto convincendo FOX e Wildside a ricavarne una serie tv in 8 episodi da 30 minuti («Un anno fa eravamo dei link Vimeo, ora siamo in prima serata su Fox», dicono gli autori con entusiasmo e un pizzico di incredulità).
«Volevamo una comicità forte e pungente – ci dicono questi giovani creativi raccontando il loro progetto alla conferenza stampa romana, nella suggestiva cornice di Palazzo Brancaccio, adibita a sala nuziale da ricevimento per l’occasione – Una nostra ispirazione era Chi ha incastrato Roger Rabbit, ma anche i Monty Python per la scelta del nonsense e la voglia di installare elementi sociali e politici dentro una storia comica. Se ci sono dei riferimenti diretti però nessuno se la deve prendere, perché in realtà è un fantasy surreale e sopra le righe, con personaggi che agiscono tutti quanti a briglia sciolta. Un po’ come fosse Il trono di spade, ma con dentro dei Don Camillo e dei Peppone…».
«I riferimenti della serie, però, vanno anche oltre – continuano le menti dietro le scorribande fuori di testa della storia – Abbiamo pensato anche ai cartoni animati americani, come I Simpson e I Griffin, che hanno elevato la scorrettezza per raccontare la realtà in maniera profonda e accurata. Ci sono dentro anche moltissime citazioni, ci siamo rifatti al cinema degli anni ’80 e ’90 con cui siamo cresciuti, da Guerre Stellari a Titanic passando per Indiana Jones, ma anche ai videogiochi come Street Fighter e ai tanti picchiatori degli anni ’90. Ne vedrete delle belle, perché la nostra serie non esiterà, a un certo punto, a trasformarsi in un videogioco!».
Nei panni della Giulietta di turno, Giuly, c’è Beatrice Arnera, nome nuovo del nostro cinema più giovane e lanciato, già vista in Puoi baciare lo sposo e soprattutto in Addio fottuti musi verdi dei The JackaL. «Al provino ho toccato con mano per la prima volta questa rivalità Roma Sud – Roma Nord, di cui avevo sentito parlare da molte persone ma che non pensavo fosse così reale. Il mio Romeo, Alessandro D’Ambrosi, mi ha aiutata col romano, dato che io sono piemontese e dovevo interpretare una fanciulla della Roma bene. Diciamo che la serie è sulla falsa, falsa, falsa riga della tragedia di Shakespeare, ma il bello è proprio questo!».
«Romolo viene da Roma Sud, e anche io: è l’unico punto di aderenza tra me e lui! – dice invece D’Ambrosi – Questo personaggio è un cocciuto, spericolato, avventato esploratore suo malgrado, Roma Sud gli calza a pennello ma quanto attraverso Giuly scopre la diversità e l’altro da sé è lì che scopre davvero chi è. Con Beatrice ci siamo divertiti fin troppo, facendo scherzi scatenati alla troupe e sfidandoci a chi la faceva più grossa sul set…».
Nel ruolo di Olimpia Copulati, indolente e disumana matrona borghese di Roma Nord, rifatta oltre ogni misura e schiava delle apparenze, c’è invece Michela Andreozzi. «È una snaturata, ha meno istinto materno di me che sono una nota childfree. Su questo set bizzarro mi sono ispirata a Karen Walker di Will & Grace, stando sempre col Martini in mano. Era il mio punto di riferimento, lo cercavo sempre e per me che sono astemia fa abbastanza ridere. Massimo Ciavarro è mio marito nella serie e ho accettato di interpretare Olimpia anche solo per lui, volevo sfoggiarlo con le mie amiche e dire di essermelo fatto! Scherzi a parte, È stato un compagno di lavoro meraviglioso.»
La serie però non si ferma a Roma, spaziando anche in Sicilia, a Napoli e a Milano, con irruzioni di Cosa Nostra, di un boss della camorra, Don Alfonso, interpretato dal Pietro Savastano di Gomorra (un Fortunato Cerlino che fa il verso a se stesso…e prende in giro Paolo Sorrentino!) e Francesco Pannofino, di ritorno alla FOX dopo il René Ferretti di Boris, in un ruolo tutto da scoprire. «Il mio personaggio è un presidente della regione Lombardia che fa finta di essere milanese per portare la settimana della moda a Roma, un gran cialtrone e non solo per la volontà di spostare la Fashion Week. Auguro a questo progetto di avere la stessa fortuna che ha avuto Boris. Quando abbiamo iniziato non sapevamo cosa sarebbe successo. Ha le stesse caratteristiche: è originale, divertente, con uno splendido cast.»
Nel nutrito pacchetto di attori anche Federico Pacifici nei panni di Arfio (sic) Montacchi, cruento e verace boss di Roma Sud, Niccolò Senni (Giangi Pederzoli, promesso sposo di Giuly) e Umberto Smaila, icona del divertimento anni ’80, nei panni di se stesso. La vera sorpresa, però, è Giorgio Mastrota, a briglia sciolta e anche lui nelle vesti, splendidamente luciferine, di se stesso. «Saranno una ventina d’anni che non mi vedo in video lontano da un materasso, è stata un’emozione! Recito me stesso ma non pensate che quella versione comica e diabolica di me sia davvero io. Guardare in camera per me è facile, da televenditore, invece recitare guardando di sguincio è stato più complicato. Voglio rifare quest’esperienza incredibile, per cui aspetto la seconda stagione…»
L’impostazione corale della serie, infine, ha permesso anche tante ulteriori apparizioni speciali e chicche varie (la soundtrack, Il paese dell’amore, è de Lo Stato Sociale), dai camei di Paolo Bonolis e Giorgio Panariello a Federica Cacciola, alias Martina dell’Ombra, webstar fittizia che ha fatto della parodia Roma Nord – Roma Sud un affilato e destabilizzante cavallo di battaglia del suo esperimento sociale dall’impatto culturale incredibile.
Per non parlare de Le Coliche, guardiani del check point di Ponte Milvio che divide Roma Nord da Roma Sud, e degli Actual, menestrelli alla corte della famiglia Copulati. Senza dimenticare nemmeno Tciù, pupazzo cocainomane che affianca Mastrota e strizza l’occhio a Ted, probabilmente la presenza più sboccata di tutte. Ma le sorprese che costelleranno l’arco narrativo della serie, ovviamente e manco a dirlo, non finiranno qui…
© RIPRODUZIONE RISERVATA