Suburra - La serie: riesplode la guerra per Roma. Presentata la seconda stagione
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Suburra – La serie: riesplode la guerra per Roma. Presentata la seconda stagione

Un nuovo impero criminale all’ombra della Città Eterna nei nuovi otto episodi targati Netflix

Suburra – La serie: riesplode la guerra per Roma. Presentata la seconda stagione

Un nuovo impero criminale all’ombra della Città Eterna nei nuovi otto episodi targati Netflix

Suburra - La serie: il photocall della seconda stagione

Arriverà il prossimo 22 febbraio su Netflix la seconda stagione di Suburra – La serie, operazione seriale tutta italiana ispirata dal film di Stefano Sollima e prodotta da Cattleya e Barteblyfilm in collaborazione con Rai Fiction. La nuova stagione è composta da 8 episodi ed è stata presentata stamani alla Casa del Cinema di Roma alla presenza dei realizzatori e del cast al gran completo.

Si torna a esplorare la Roma corrotta e sordida, in un intreccio cupissimo di interessi criminali e collusioni pericolose. A fare da collante, come nella prima stagione, il racconto a tinte forti del potere malato e delle sue traiettorie più sotterranee. Un sottobosco che la venuta a galla di “Mafia Capitale” ha già ampiamente consegnato alla cronaca mediatica e che la serie provvede a romanzare in chiave emotiva e spettacolare. La narrazione, in questo caso, si articolerà nei quindici giorni che precedono l’elezione del nuovo sindaco della città, tre mesi dopo la fine della prima stagione.

«Suburra per me non è stata solo la serie, ma anche il film, visto che ho interpretato entrambi – afferma Alessandro Borghi, che torna a vestire i panni dello spietato reggente del potere sul lido di Ostia, Aureliano AdamiHanno creduto in me quando ero una ragazzo di ventott’anni che cercava di fare questo mestiere senza riuscirci. Nella seconda stagione ci saranno un sacco di sviluppi. Già le prime due puntate che avete appena visto partono col botto, ma in seguito la situazione precipiterà ulteriormente e ci saranno enormi sorprese».

Giacomo Ferrara e Alessandro Borghi

Al suo fianco, con dinamiche diverse e più mature rispetto al passato nella messa a fuoco delle singole psicologie, tornano anche lo Spadino di Giacomo Ferrara, erede dalla testa calda di una spietata famiglia di origine sinti, gli Anacleti, e il poliziotto Lele, interpretato da Eduardo Valdarnini, divenuto vice-ispettore dopo l’arruolamento in polizia. «Spadino andrà incontro a una maturazione e sicuramente mi sono trovato a dover asciugare, a livello di recitazione, quegli atteggiamenti che lo rendevano un ragazzino che urlava sempre e non ascoltava mai – osserva Ferrara – Verranno sviluppati i suoi rapporti familiari e naturalmente ci sarà ancora spazio per indagare la sua sessualità, fin da subito. I personaggi sono tutti più adulti, ma al contempo si farà luce sulla loro infanzia».

Un’evoluzione non da poco investirà anche il personaggio di Samurai, dominatore incontrastato della Città Eterna ispirato alla controversa figura di Massimo Carminati, alla cui ferocia aveva già guardato il personaggio del “Nero” di Romanzo Criminale. «Nella seconda serie si vedrà il passato di Samurai – precisa sul suo ruolo Francesco Acquaroli, che ha ricevuto il testimone da Claudio Amendola, interprete di Samurai nel film di Sollima – in particolar modo l’impossibilità di uscire dalla scelta di vita che ha fatto. Dovendo tenere fede al suo soprannome di Re di Roma non può avere distrazioni né deviazioni. Non lo ritengo, tuttavia, un personaggio monolitico. Trovo che anche il peggiore di noi abbia una sua tridimensionalità e anche in questo caso ho cercato di restituirla».

Filippo Nigro interpreta invece Amedeo Cinaglia, politico della nuova stagione del cambiamento, candidato a sindaco di Roma e alle prese, nonostante i suoi tratti di discontinuità rispetto al passato delle istituzioni cittadine e nazionale, con la tentazione del tornaconto personale e di una possibile scesa a compromessi che lo irretisce e non lo lascia indifferente. «Cinaglia nella seconda stagione si allontana ulteriormente dall’etica, dall’onestà, da quello in cui crede – osserva Nigro – Volevo restituire un uomo anestetizzato, chiuso, bloccato, come se avesse una corazza addosso e non si rendesse conto di stare facendo qualcosa di profondamente sbagliato».

Claudia Gerini

Il personaggio femminile più forte di Suburra – La serie è senza ombra di dubbio quello di Claudio Gerini, che riprende il ruolo di Sara Monaschi, donna di potere invischiata col Vaticano e i suoi interessi. «Io e le mie figlie siamo delle grandi fan della serie – chiosa l’attrice – Si tratta di un personaggio molto importante per la mia carriera, diversa da tutte le donne che ho interpretato. Una figura davvero spietata, soprattutto in questa seconda serie. Perde il potere che ha nelle trame dello Stato Pontificio e lo status di moglie, ma recupera, non si perde d’animo, coltiva altri progetti. Avrà delle responsabilità legate a una Onlus alle prese con la gestione dei migranti e si sporcherà le mani, senza paura, con la freddezza di cui si permea in ogni occasione, bisognosa com’è di stringere alleanze. Non credo però che le donne, al giorno d’oggi, debbano essere più ciniche degli uomini».

Oltre ai personaggi già presenti nella prima serie, tra i quali vanno annoverati anche la sorella di Aureliano, Livia Adami (Barbara Chichiareli), Adelaide Anacleti (Paola Sotgiu), nuova matriarca dell’omonimo clan, e Angelica (Carlotta Antonelli), rispettivamente madre e moglie di Spadino, c’è spazio anche per tante altre new entry femminili: Nadia (Federica Sabatini), giovane figlia di un piccolo boss di Ostia complice di Aureliano; Cristiana (Cristina Pelliccia), poliziotta che darà del filo da torcere a Lele; e infine Adriano (Jacopo Venturiero), speaker radiofonico e “figlioccio” di Samurai, osservatore ravvicinato delle mosse politiche di Cinaglia.

Di seguito potete leggere le dichiarazioni del cast tecnico, a cominciare da quelle dei due registi che hanno co-diretto la seconda stagione.

Andrea Molaioli

Andrea Molaioli (episodi 1, 2, 3, 7 e 8)

«Nella prima stagione mi confrontavo con un linguaggio che non avevo ancora utilizzato nel mio passato professionale. Nella seconda mi sono divertito di più perché ho cominciato a prenderci gusto, a conoscere meglio i personaggi e gli attori con cui avevo a che fare. Lo scambio che c’è stato è stato proficuo e fertile sotto tutti i punti di vista».

Piero Messina (episodi 4, 5 e 6)

«Il mio obiettivo era rispettare i dettami della serie ed esprimermi dentro un prodotto perfettamente funzionante, con linguaggio già collaudato e definito. Vengo da esperienze molto diverse e probabilmente non avrei mai incrociato questo mondo se non me lo avessero proposto. In questa seconda stagione ci sarà moltissima azione, più della prima, e mi ci sono confrontato con entusiasmo». 

Barbara Petronio (sceneggiatrice)

«Il tema dei migranti, massicciamente presente nella seconda stagione, l’avevamo pensato già per la prima stagione ma non aveva trovato posto. Netflix, dopotutto, è un committente che permette di raccontare le sfaccettature più nascoste della nostra società. L’attualità è la nostra unica fonte d’ispirazione, con letture apposite che vanno dalle inchieste agli atti processuali».

Riccardo Tozzi (produttore per Cattleya)

«Da un lato ci ispiriamo al realismo, ma poi lo decliniamo attraverso il linguaggio di genere, con un approccio non ideologico, non sociologico, raccontando i fatti della contemporanea che ci circonda. In questa nuova stagione ci sono tutti i nodi della cronaca di oggi, ma visti con un approccio universale, mai manicheo. L’innovazione seriale ha portato anche la tv generalista ad adattarsi a questi nuovi linguaggi, la Rai in primis».

Kelly Luegenbiehl (produttrice esecutiva per Netflix)

«Per noi Suburra è una serie molto speciale. In ogni paese tentiamo di stabilire un rapporto particolare con la nazione di riferimento per cui concepiamo un prodotto. Inizialmente era stata concepita come una serie molto legata a Roma, ma ha ricevuto risposte importanti anche in altri paesi del mondo. In Italia è stato nella top 20 degli show più visti per venti settimane consecutive, è diventato parte della vita delle persone che l’hanno vista e questo ci fa davvero ben sperare per la seconda stagione».

Suburra - La serie: la conferenza stampa

Foto: Getty Images

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