The Big Bang Theory addio
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The Big Bang Theory addio

Dopo dodici anni di successi straordinari, la serie creata da Chuck Lorre chiude i battenti. Abbiamo incontrato Jim Parsons per un tuffo nei ricordi

The Big Bang Theory addio

Dopo dodici anni di successi straordinari, la serie creata da Chuck Lorre chiude i battenti. Abbiamo incontrato Jim Parsons per un tuffo nei ricordi

Dodici anni: tanto è durata la vita a schermo di Sheldon Cooper, fisico teorico, re dei nerd, senza alcun dubbio il personaggio più amato e simbolico di The Big Bang Theory, la serie di CBS che ha sdoganato la geek culture trasformandola in un fenomeno di massa e che quest’anno chiuderà i battenti dopo quasi 300 episodi, sette Emmy e una media-spettatori per episodio che è passata dai 9 milioni della prima stagione ai quasi tredici della dodicesima. Numeri impressionanti per una delle serie di maggior successo di sempre, il cui merito va senza dubbio diviso tra cast e autori ma dietro i quali è impossibile non vedere il volto sorridente ed enigmatico di Jim Parsons, che ha dato il volto a Sheldon per 12 anni (ricevendo in cambio premi di ogni tipo, tra cui un Golden Globe) e che si sta preparando a dargli finalmente l’addio dopo averlo visto crescere (e innamorarsi).

In linea con il suo personaggio, però, Parsons non sembra eccessivamente sconvolto dalla fine del percorso di The Big Bang Theory: ha appena girato insieme a Claire Danes A Kid Like Jake, dramma che parla di due genitori e del loro figlio transgender, comparirà nel thriller con Zac Efron Extremely Wicked, Shockingly Vile and Evil (sulla vita del serial killer Ted Bundy), e nel tempo libero si gode il marito Todd, con il quale è finalmente convolato a giuste nozze dopo che gli Stati Uniti hanno legalizzato il matrimonio omosessuale.

Come hai reagito quando hai scoperto che questa stagione di The Big Bang Theory sarebbe stata l’ultima?
«È strano perché ho sempre pensato che l’avrei saputo prima di cominciare a lavorarci, invece ce l’hanno detto in corso d’opera. Una volta che l’abbiamo scoperto devo dire che ho avuto una reazione emotiva inaspettata, ho fatto una gran fatica a parlarne con gli amici. Non dico che non sia il momento giusto per chiudere, alla fine stiamo girando da dodici anni e penso sia arrivato il momento di dire addio a The Big Bang Theory. Questo non toglie che la fine della serie mi ha ricordato un po’ quando vai dal veterinario a far sopprimere un cane malato: è una cosa un po’ morbosa, sai che stai facendo la cosa giusta ma è comunque doloroso assistere, in fondo si tratta pur sempre di una morte, anche se lo show continua ad andare benissimo. Quindi sì, sono rimasto sorpreso dalla mia reazione, perché la fine di The Big Bang Theory non è solo un altro lavoro che finisce, è un pezzo della mia vita (e della nostra) che è durato 12 anni».

Sarà dura girare l’ultimo episodio?
«Sicuramente, non importa quanto ci possiamo preparare. Come attore non sono particolarmente sentimentale, come persona sì, quindi credo che quell’ultimo giorno sarà molto duro da sopportare. Non vedo altre soluzioni, però: una volta che dici addio a qualcosa devi andare fino in fondo».

L’intervista completa è pubblicata su Best Movie di dicembre, in edicola dal 30 novembre

 

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