Dopo la presentazione al Festival di Cannes, si continua a parlare di C’era una volta… a Hollywood e l’assassinio Sharon Tate.

Nel film di Tarantino, le strade di Rick Dalton (Leonardo DiCaprio) e Cliff Booth (Brad Pitt) si intrecciano con l’eccidio di Cielo Drive, strage commessa da alcun membri della Manson Family.

Dopo le accuse di maschilismo, Quentin Tarantino deve fare i conti con le critiche rivolte a lui e al suo film da Emmanuelle Seigner, la moglie di Roman Polanski.

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Assassinio Sharon Tate e le critiche della moglie di Polanski

Sharon Tate e Roman Polanski si sposarono nel 1968, a Londra. L’anno segente, mentre il regista si trovava per lavoro nella capitale inglese, quattro membri della Manson Family fecero irruzione nella sua casa di Los Angeles. Nella villa si trovavano Sharon Tate, all’ottavo mese di gravidanza, e altri tre amici. Furono tutti barbaramente uccisi a colpi di pistola e accoltellati.

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Emmanuelle Seigner ha trovato di cattivo gusto che Tarantino si sia servito di questa drammatica vicenda per fare un film, calpestandola. La Seigner, nel suo post pubblicato su Instagram con una foto che ritrae Tate e Polanski, sottolinea la disparità di trattamento: da una parte si consente a Tarantino di fare un film che riguarda la vita di Polanski, guadagnandoci; dall’altra il regista – dice – viene trattato come un emarginato. E tutto questo senza consultarlo.

La Seigner aggiunge che le sue critiche non sono rivolte al film, che spera sia bello, ma è l’idea di base a darle fastidio.

Foto Instagram @emmanuelle.signer

Tarantino, rispondendo ad alcune domande a Cannes, ha affermato di non aver parlato con Polanski e – sempre in risposta a una domanda – ha sottolineato di non essersi fatto problemi a trattare la vicenda.

Anche Margot Robbie, che in C’era una volta… a Hollywood interpreta proprio Sharon Tate, ha detto di non aver parlato con Polanski.