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Brie Larson/Captain Marvel: il femminismo sbarca nell’Universo Marvel

Brie Larson/Captain Marvel: il femminismo sbarca nell’Universo Marvel

Brie Larson Captain Marvel

Brie Larson Captain Marvel: sarà lei la prima donna a interpretare il personaggio fumettisco nel 21esimo film Marvel.

La vincitrice dell’Oscar per Room sarà la protagonista di una nuova avventura, mai vista sul grande schermo. Non solo. Brie Larson si appresta ad essere presente in altri sei film Marvel. Uno di questi è Avengers 4: Endgame – ad aprile nelle sale – mentre degli altri cinque non si hanno ancora informazioni.

Insomma, la Marvel sembra voler puntare tutto sulla Larson e sul suo personaggio! Ergo, conosciamo meglio la coppia Brie Larson Captain Marvel.

Chi è Brie Larson: filmografia

Nata Brianne Sidonie Desaulniers – il suo attuale cognome è quello della bisnonna – a Sacramento nel 1989, dopo il divorzio dei genitori si trasferisce con la madre e la sorella a Los Angeles. L’interesse per la recitazione si manifesta in tenera età, tanto da diventare l’allieva più giovane presso l’American Conservatory Theater.

La sua carriera inizia nel 1998, con varie apparizioni televisive. Contemporaneamente debutta anche sul grande schermo, dove ottiene il primo vero ruolo nel 2004 con il film “30 anni in un secondo”, insieme a Jennifer Garner. Ma è grazie alla serie tv “United States of Tara” che la Larson riesce a mettersi in mostra. Successivamente recita in “Greenberg”, “Scott Pilgrim vs. the World”, “21 Jump Street”.

Lenny Abrahamson le regala il suo primo ruolo da protagonista nel drammatico “Room”. Un’interpretazione che le vale numerosi premi, tra cui un Oscar, un Golden Globe e un BAFTA come Miglior attrice protagonista. Seguono: “Kong: Skull Island”, “Il castello di vetro”, “Basmati Blues”.

Nei prossimi mesi la vedremo recitare in “Captain Marvel” e “Avengers: Endgame”.

Brie Larson Captain Marvel: il press tour femminista

Brie Larson Captain Marvel

Brie Larson | Foto: Getty Images

Brie Larson sarà la sesta Captain Marvel. Per vestire i panni di questa eroina, la Larson si è sottoposta ad allenamenti molto faticosi, documentati anche sui social.

Un personaggio forte, progressista e simbolo del “girl power”, tratti che hanno spinto l’attrice ad accettare di vestire i suoi panni, superando i tentennamenti iniziali.

Una super eroina circondata da donne. Sì, perché nelle intenzioni di Brie Larson sembra esserci quello di utilizzare questo film per lanciare un chiaro messaggio femminista. Resasi conto della supremazia maschile (e bianca) che vige anche tra gli addetti stampa, l’attrice ha voluto che il suo press tour coinvolgesse più donne e professionisti di colore, scegliendoli in prima persona.

La Larson è arrivata a tale decisione dopo aver richiesto uno studio in merito, i cui risultati hanno confermato le sue impressioni: il 67% dei critici cinematografici più gettonati è composto da uomini bianchi, le donne non superano il 25%, di cui solo il 2,5% sono nere, mentre i giornalisti di colore si fermano al 10%.

Un gap impietoso. Inaccettabile per la Larson, che è prontamente intervenuta. Speriamo che la sua non resti un’iniziativa isolata ma il primo passo di un cambiamento radicale. Proprio come con il MeeToo.

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