Il peccato Michelangelo: esce oggi nelle sale il film di Andrey Konchalovskiy.
Alberto Testone interpreta Michelangelo Buonarroti in un viaggio che ci porta nella vita dell’artista, tra passione, superbia, boria e brama di denaro.
Il peccato Michelangelo
Siamo a Firenze, agli inizi del XVI secolo. Troviamo Michelangelo, ridotto in miseria dalla realizzazione del soffitto della Cappella Sistina, conteso tra due grandi famiglie rivali: i Della Rovere e i Medici. Due famiglie e due commissioni scultoree: la tomba di Giulio II Della Rovere – già committente della Sistina –; e la facciata di San Lorenzo, commissionata da Leone X (Simone Toffanin), successore sul trono pontificio e membro dei Medici.
Michelangelo, per la sua smania di primeggiare e la brama di denaro, accetta gli incarichi delle due famiglie rivali, lavorando per l’una e per l’altra clandestinamente. Sapeva di essere il più bravo e non voleva perdere queste occasioni per dimostrarlo. Costretto a mentire, si ritroverà immerso in un profondo tormento interiore, arrivando a rasentare la pazzia. Tale stato d’animo lo porterà a una riflessione sulla sua carriera e sulla sua vita.
Il peccato Michelangelo: Andrey Konchalovskiy
Candidato all’Oscar nel 1983 per il miglior cortometraggio con Split Cherry Tree, è stato premiato tre volte al Festival del cinema di Venezia. Nel 2002 ha vinto il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria per Dom Durakov – La casa dei matti. Successivamente, nel 2014 e nel 2016, si è aggiudicato il Leone d’Argento alla miglior regia, rispettivamente per The Postman’s White Nights e Paradise (ex aequo con La región salvaje di Amat Escalante).
Tra i suoi film, Siberiade, vincitore del Gran prix speciale della giuria al Festival di Cannes del 1979.
Il peccato – Il furore di Michelangelo, co-produzione russo-italiana, è stato girato interamente in Italia, riprese che si sono protratte per 14 settimane. Konchalovskiy – regista e anche sceneggiatore, insieme a Elena Kiseleva – si è avvalso del sapere di un team di esperti per ricostruire fedelmente i fatti. Ciò nonostante, la narrazione dei fatti risulta piuttosto libera.
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