Il segreto della miniera film nelle sale dal 31 ottobre. Diretto da Hanna Antonina Wojcik-Slak, è tratto da una storia vera. Quella di Mehmedalija Alić, un minatore sloveno di origine bosniaca.
Il film ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International Italia e numerosi riconoscimenti. Tra cui il Premio della giuria giovani al Trieste International Film Festival.
Il protagonista è interpretato da Leon Lucev.
Il segreto della miniera film: la trama
Leon Lucev è Alija, un immigrato bosniaco nella Slovenia centrale. Uno dei tanti e uno dei più fortunati perché, a differenza sua, molti dei suoi colleghi stanno perdendo il lavoro. A lui invece viene affidato il compito di ispezionare un vecchio tunnel, abbandonato anni prima. L’impresa privata proprietaria vuole che ne venga verificato il contenuto, prima di chiuderlo definitivamente.
Dopo due anni di duro lavoro, durante i quali rischia più volte di perdere la vita, Alija si ritrova di fronte un segreto che doveva restare sepolto. Venute a conoscenza del ritrovamento, le autorità competenti ordinano ad Alija di seppellire nuovamente il tunnel, per occultare il suo sconvolgente contenuto.
Il segreto della miniera film tratto da una storia vera
Mehmedalija Alić perse tutti i parenti maschi nel genocidio di Srebrenica, lui riuscì a sopravvivere perché era già emigrato in Slovenia. Nel 2007 – in seguito a una campagna di scavi nelle viscere della miniera Huda Jama – scoprì una fosse comune con i corpi di 4000 profughi di guerra uccisi dai vincitori alla fine della seconda guerra mondiale. Alić insistette per far sì che i corpi delle vittime venissero recuperati e identificati ma le autorità vollero subito insabbiare tutto. Fu emarginato e, ad oggi, la maggioranza rifiuta di credere che quell’orrore sia davvero accaduto.
Alić ha raccontato la verità in un’autobiografia, intitolata No one, alla cui stesura ha preso parte anche Hanna Antonina Wojcik-Slak, che ne ha poi tratto il film.
Il segreto della miniera – scrive Amnesty International Italia – è un’opera bella e preziosa; attraverso la battaglia di un coraggioso minatore, ci ricorda il genocidio di Srebrenica, nel luglio del 1995. Il genocidio più veloce della storia. Ci parla dell’importanza della memoria, contro ogni tentativo di cancellarla. Il film fa luce sulle decine di migliaia di cittadini ex jugoslavi eliminati dai registri anagrafici della Slovenia. Un risvolto poco noto del conflitto dei Balcani.
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