Into the Wild frasi indimenticabili del film sulla natura selvaggia. Era il 2007 quando il film, scritto e diretto da Sean Penn esce nelle sale. E fu subito un successo, anche da noi in Italia. Tanto da incassare la bellezza di oltre 5 milioni di euro al botteghino. Anche la critica accoglie in maniera positiva la pellicola. Il film di Penn, infatti, ottiene una candidatura agli Oscar, ai Nastri D’argento, ai David di Donatello, e vince due Golden Globes.
Into the Wild: dal libro al film
Into the Wild – Nelle terre selvagge è un film che consiste nella libera trasposizione del libro di Jon Krakauer. Il volume dello scrittore statunitense esce nel 1996, è da subito un best seller in America, diventando rapidamente un classico della sottocultura urbana. Nelle terre selvagge è una non fiction, che si basa sulla vera vita di Christopher McCandless (Emile Hirsch), a partire dalla lettura dei suoi diari e rifacendosi alle testimonianze delle persone che lo avevano realmente conosciuto.
Il libro, allo stesso modo della sua versione cinematografica, vuole raccontare il lungo viaggio di due anni di questo ragazzo originario del West Virginia, benestante, a profondamente insoddisfatto della propria esistenza. A piedi, senza un soldo e adottando lo pseudonimo di Alex Supertramp, arriverà addirittura fino alle terre desolate e glaciali dell’Alaska.
Sean Penn ho dovuto, pazientemente, attendere dieci anni, prima che gli venissero concessi i diritti. Quando, finalmente, all’attore e sceneggiatore americano è stato concesso di mettere mano a questa materia, il risultato è stato incredibile. Penn, nel film, si rifà tematicamente, da un lato, al tema della fuga, unendolo a quello dell’inseguimento. Tutti, infatti, inseguiamo qualcosa nella vita, qualcosa che che magari ci permetta di conoscere realmente noi stessi. La pellicola, di per sé, è un inno alla libertà assoluta, incarnata nelle bellezze della natura incontaminata.
Into the Wild frasi di un giovane eremita estremista
“La libertà e la bellezza sono troppo belle per lasciarsele sfuggire…” Dice Christopher. O, ancora “Non amo di meno gli uomini, ma amo di più la natura…“. ” Inoltre, si definisce “un estremista, un esteta che ha per casa la strada”.
Non si tratta di un vecchio misantropo che rifiuta qualunque rapporto con l’altro, ma di un ragazzo che vuole lasciare da parte le convenzioni e ogni tipo di conformismo della nostra società. Vuole essere libero e si relega, consapevolmente, alla condizione di novello Robinson Crusoe. Così ci dice la voce narrante, quella del ragazzo stesso:
“Chris misurava se stesso e coloro che lo circondavano secondo un rigido codice morale. Rischiava di incamminarsi su un sentiero carico di solitudine…”. I principali compagni di viaggio che lo seguiranno lungo il suo percorso, prosegue, saranno i protagonisti dei suoi libri preferiti, come quelli di Tolstoj, Jack London, e Thoreau. Ed ecco, così, che Chris riesce a adattare la giusta citazione a ogni circostanza che gli capita.
Incontrerà, lungo il suo cammino, altre persone, prima di eclissarsi completamente nelle citate terre selvagge del nord. Chris, sarà un incontro importante per ciascuno di loro. Lui stesso dice: “Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna.
Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità.”.
Ma, a parte questo, la somma felicità a cui anela Chris è proprio quella che scaturisce dal viaggiare, dall’andare per andare, per perdersi e ritrovarsi ancora. Fino a sondare ogni suo limite, fino alla fine.
Un film intenso, commuovente e assolutamente da vedere.
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