Pacific Rim Uprising: una scommessa per il mercato cinese
telegram

Pacific Rim Uprising: una scommessa per il mercato cinese

Pacific Rim Uprising: una scommessa per il mercato cinese

Pacific Rim streaming

Pacific Rim Uprising: dopo il successo sul mercato asiatico di Pacific Rim (2013), il secondo capitolo della saga ha tentato il colpo grosso in oriente.

Tra le prime grosse produzioni congiunte tra Stati Uniti e Cina, il successo sul mercato internazionale di Pacific Rim (2013) era stati piuttosto sorprendente. Per questo, per il secondo capitolo della saga si è deciso di rischiare alterando i meccanismi di distribuzione. Vediamo come.

Pacific Rim Uprising: il successo internazionale del primo capitolo

A fronte di un budget di produzione di circa 200 milioni di dollari, il primo capitolo della saga ha incassato sul mercato statunitense solo 100 milioni di dollari. A sorpresa, tuttavia, il mercato orientale si è dimostrato particolarmente proficuo e il film ha incassato solo in Cina 111 milioni di dollari.

Gli incassi totali sul mercato mondiale sono stati di 411 milioni di dollari, quanto è bastato per non essere considerato un totale flop. Il successo sul mercato orientale si è distribuito in particolare tra Cina, Corea e Giappone.

I risultati al botteghino del primo hanno spinto i produttori a investire su una nuova formula di distribuzione. Nonostante la natura intrinsecamente hollywoodiana del film, si è deciso di vendere la pellicola prima al mercato cinese, poi di farlo circolare nelle sali statunitensi. La decisione è stata presa anche per via della nuova collaborazione avviata tra Legacy Pictures Wanda Group, una multinazionale cinese attiva ormai in tutto il mondo.

Pacific Rim Uprising

Fonte Instagram @popcornflicks_

Pacific Rim Uprising: scommessa riuscita?

Non si può definire decisamente riuscita la strategia distributiva messa in atto per Pacific Rim Uprising. Il mercato cinese, infatti, si è dimostrato crescere più lentamente di quanto previsto dagli analisti statunitensi e gli incassi non sono stati quelli auspicati. Non solo, ma se dalle sale americane, la produzione riceve il 50% di incasso sul totale dei biglietti venduti, in Cina, tra tasse e cambio valuta, riesce ad ottenere solo il 25% dell’incasso totale.

Per raggiungere le stesse cifre ottenute dal mercato statunitense, dunque, i biglietti venduti in Cina dovrebbero essere almeno il doppio. Senza contare poi, che gli investitori cinesi sono molto più propensi a investire sulla produzione nazionale e meno su quella americana.

Che si sia trattato di una strategia sbagliata o del film sbagliato, i risultati al botteghino sono stati appena soddisfacenti. Con un totale di 290 milioni di dollari sul mercato mondiale, il sequel ha incassato decisamente meno del primo capitolo, lasciando intatta la supremazia di Black Panther al botteghino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA