Fin dai primi episodi di Squid Game, il protagonista Seong Gi-hun stringe un’improbabile alleanza con Oh Il-nam, un uomo anziano che appare debole e un po’ svampito, e afferma di aver deciso di partecipare al gioco perché affetto da un tumore cerebrale.
Nonostante i compagni di squadra temano che Il-nam possa rappresentare un peso, il vecchio si rivela in realtà piuttosto abile nelle competizioni, e aiuta Gi-hun a sopravvivere in più di un’occasione. Addirittura, durante il gioco delle Biglie sembra sacrificarsi per lui. Nell’ultimo episodio, però, il protagonista scopre con grande shock che non solo l’amico è ancora vivo, ma anche che la mente malvagia che ha architettato lo Squid Game è proprio lui.
Si tratta senza dubbio del più grande colpo di scena della serie Netflix, che fino a quel momento aveva mascherato molto bene la vera natura di Oh Il-nam dietro la sua apparenza benevola e innocente. Ma a ingannare gli spettatori è stata soprattutto una scena nel secondo episodio. Dopo aver assistito alla morte di oltre 200 uomini e donne, nel corso del primo gioco, i concorrenti, spaventati e indignati, decidono di mettere ai voti se proseguire o no, come è previsto dal regolamento. Gi-hun sceglie immediatamente di tornare a casa, mentre gli altri personaggi si dividono nettamente tra il sì e il no. Alla fine, la decisione spetta proprio all’uomo anziano, che è il giocatore 001. Ed egli, inaspettatamente, vota per interrompere i giochi.
Questa decisione sembra incomprensibile, sia perché l’uomo era comunque in attesa della propria morte, e dunque non aveva nulla da perdere, sia soprattutto alla luce della rivelazione finale di Squid Game. Insomma, perché Oh Il-nam ha votato “no”? Il personaggio non fornisce mai una risposta diretta a questa domanda, tuttavia possiamo dedurla dal monologo finale con cui spiega a Gi-hun le sue motivazioni per la creazione dei giochi.
Il-nam, infatti, afferma di non avere alcuna fiducia nell’umanità, e di aver creato i giochi per sfuggire alla noia e alla miseria esistenziale da cui secondo lui sarebbero tormentati tutti, poveri e ricchi allo stesso modo. I giochi sarebbero quindi una testimonianza dei limiti estremi verso cui riesce a spingersi una persona in stato di disperazione. L’anziano ricorda infatti a Gi-hun che sia lui che tutti i suoi compagni sono arrivati sull’isola di propria spontanea volontà. Il gesto di votare “no” è quindi per lui un’ulteriore provocazione, oltre che una conferma delle sue teorie sull’umanità: nonostante i giochi vengano interrotti, e i concorrenti abbiano la possibilità di riunirsi alle proprie famiglie, tutti loro scelgono volontariamente di ripresentarsi qualche giorno dopo, allettati dal lauto premio in palio.
Insomma, se all’inizio di Squid Game i concorrenti erano all’oscuro delle fatali conseguenze dei giochi, Oh Il-nam ha voluto dare loro l’opportunità di partecipare conoscendo tutti i rischi, con la consapevolezza di poter incontrare la morte dietro l’angolo. E la cosa più inquietante è che, alla fine, ha avuto ragione lui…
Fonte: Screen Rant
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