Nel film di Stefano Sollima Suburra viene mostrata una Roma tetra, piovosa e criminale, nella sua inesorabile corsa verso l’Apocalisse.
Suburra – il film, è tratto dal libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. A cui ha fatto seguito la serie televisiva Netflix, giunta alla seconda stagione.
Il regista italiano è ora al cinema con Soldado, pellicola d’esordio nel cinema hollywoodiano.
Stefano Sollima Suburra: le origini del titolo
Partiamo dal titolo e dalla sua rievocazione storica. Cos’è Suburra? Suburra, o meglio Subura, era un quartiere dell’Antica Roma, situato tra la Stazione Termini e il Quirinale, a ridosso dei Fori Imperiali: l’attuale Quartiere Monti.
Subura era un quartiere poco raccomandabile, il più malfamato e pericoloso della città. Sede e rifugio di ladri, fuorilegge, cortigiane, bettole e bordelli, meta dei vizi dei più ricchi. Le sue strette, maleodoranti e affollate strade rispecchiavano un accentuato dislivello sociale con il resto di Roma. Dislivello che, secondo alcuni, riecheggerebbe anche nel suo nome: “Sub – urbe”, sotto l’urbe, la parte più bassa della città. Di nome e di fatto.
Oggi, Subura è tutt’altra cosa. Rione Monti è un quartiere alla moda ed elegante, assai gettonato dai turisti per via della sua posizione centrale, e quindi strategica per visitare la Città Eterna. La sua storia resta racchiusa nell’antico nome, e Suburra viene ora utilizzato, in generale, per indicare laddove si concentrano malaffare e criminalità. Tanto da aver dato il titolo prima al romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, poi al film di Sollima e alla serie tv.
Stefano Sollima Suburra: la trama e i personaggi
Nel film di Stefano Sollima Suburra è Roma, la città in cui il potere politico ed ecclesiastico si incontrano; la città dove, dall’Antica Roma ad oggi, la criminalità cerca di farsi strada per imporre le sue leggi.
Tutto ruota intorno alla speculazione edilizia che vorrebbe trasformare il litorale romano di Ostia in una Las Vegas italiana. Samurai (Claudio Amendola), l’ultimo, temutissimo componente della Banda della Magliana, avrà bisogno dell’appoggio di Filippo Malgradi, un politico corrotto interpretato da un magistrale Pierfrancesco Favino, e Numero 8 (Alessandro Borghi), giovane boss di Ostia.
Ma a scardinare i meccanismi ci penseranno altri personaggi: il PR Sebastiano (Elio Germano), Manfredi (Adamo Dionisi), il capoclan di una famiglia di zingari, l’escort Sabrina (Giulia Elettra Gorietti) e Viola (Greta Scarano) la fidanzata tossicodipendente di Numero 8.
In sette giorni, il breve arco temporale in cui si svolgono le vicende narrate, i vari personaggi faranno le loro mosse. Sette giorni prima della caduta del Governo Berlusconi.
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