Ted Bundy Netflix: un documentario in quattro episodi, tra immagini d’archivio, registrazioni audio nel braccio della morte e interviste attuali.
Conversazioni con un killer: Il caso Bundy è un viaggio che riporta alla ribalta uno dei personaggi più noti della cronaca nera americana. Ted Bundy, un serial killer tragicamente famoso per i suoi 37 efferati omicidi, commessi prevalentemente su giovani donne dai capelli scuri, decapitate o mutilate in alcuni casi, stuprate post mortem in altri.
Ted Bundy Netflix documentario
Conversazioni con un killer: Il caso Bundy è stato realizzato da Joe Berlinger, che ha diretto anche Ted Bundy – Fascino criminale, il film in uscita il 9 maggio, con Zac Efron nei panni del protagonista. La pellicola è stata presentata in anteprima al Sundance Film Festival in contemporanea con l’uscita del documentario su Netflix.
In entrambi i lavori, il regista ha evitato di concentrarsi particolarmente sugli elementi raccapriccianti e violenti della vicenda, preferendo dare risalto all’inquietante dicotomia tra l’uomo affascinante, raffinato, istruito e lo spietato serial killer. Che poi è il motivo stesso della sua fama, che resiste, colpisce e coinvolge ancora oggi.
Le polemiche su Ted Bundy Netflix
Il documentario e il film hanno acceso nuovamente i riflettori su questa vicenda con esiti inimmaginabili. Dai commenti sui social sull’avvenenza di Bundy, come se fosse un sex symbol; ai turisti che hanno preso d’assalto la casa di Salt Lake City in cui ha vissuto, tra il 1974 e il 1975, quando studiava legge. Gli attuali proprietari hanno sottolineanto una maggiore presenza e invadenza delle persone. Se prima si fermavano a fare qualche macabro scatto in occasione di Halloween, ora si presentano con maggiore frequenza.
Netflix è intervenuta sulla vicenda sottolineando come al mondo esistano milioni di uomini sexy e quasi tutti non sono serial killer.
Alla preoccupante Bundy-mania si affiancano i commenti polemici sulla scelta di Zac Efron, il cui aspetto potrebbe ulteriormente accrescere il culto del serial killer, minimizzando o facendo addirittura passare in secondo piano la drammaticità della vicenda.
Una vittima, scampata alla furia assassina di Bundy, ha dichiarato che mostrare come era veramente Bundy – anche nel suo fascino – non significa glorificarlo ma descriverlo nella sua reale natura. E se le persone si ritrovano a dire cose positive è perché hanno visto quello, quello che lui mostrava. Insomma, a distanza di più di 30 anni continua a fare lo stesso effetto. Terrificante.
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