Voglia di vincere: il cult degli anni ’80 che ha ispirato la moderna serie tv Teen Wolf . Esattamente. Forse i più giovani non si ricordano di questa pellicola del 1985, opera prima per il grande schermo del regista Rod Daniel, scomparso nel 2016. All’epoca, inaspettatamente, questa teen-comedy ebbe un successo incredibile. Nell’87 esce, infatti, il suo sequel, Voglia di vincere 2, diretto da Christopher Leitch e interpretato da Jason Bateman.
Il film contribuì a rendere celebre il suo protagonista, l’attore Michael J. Fox, allora conosciuto per aver interpretato il ruolo di Alex in Casa Keaton. Appena terminate le riprese di Teen Wolf, l’attore inizia quelle del primo capitolo della trilogia Ritorno al Futuro, pellicola grazie alla quale Fox diventerà una vera e propria icona. Tanto che, nell’edizione italiana, il liceale di Voglia di vincere vedrà il suo nome mutarsi da Scott a Marty.
La pellicola, da un lato – si veda il trucco eccessivamente retrò – vuole richiamare I Was a Teenage Werewolf (1957) film di Gene Fowler Jr. con Michael Landon (diventato poi famosa per La casa nella prateria). Infatti, le premesse delle due vicende risultano decisamente simili. Come abbiamo detto, è stata lo spunto dal quale partire per la creazione dell’omonima serie Tv in onda su MTV dal 2011 all’anno scorso, Teen Wolf.
Vediamo insieme di cosa parla questo film.
Voglia di vincere: la trama
Marty (Scott) Howard è un liceale come tanti. Vorrebbe essere popolare a scuola e spiccare nel suo sport preferito, il basket. Tuttavia, non riesce fastidiosamente a elevarsi al di sopra della media. Inoltre, ha una cotta per la bionda e superficiale Pamela, che non ricambia di certo le sue attenzioni. L’unica ragazza che sembra veramente tenere a lui è Broof, vicina di casa di Marty, ma tristemente confinata al ruolo d’amica.
La situazione inizia a mutare quando il ragazzo inizia ad avvertire i primi sintomi di una bizzarra trasformazione che sta avvenendo in lui. A scuola e nello sport sembra essere diventato, all’improvviso, molto più deciso e sicuro. Un giorno, a sorpresa, assume le fattezze di un lupo. Infatti, Marty è un licantropo! Scoperto da suo padre, questi non si mostra turbato dalla cosa: la licantropia, nella loro famiglia, pare essere un fattore ereditario. Lui stesso si trasforma e, superato lo shock iniziale, Marty inizia a considerare i vantaggi derivanti da questa sua nuova condizione.
Il ragazzo, infatti, diventa un vero e proprio mito al liceo, quando la cosa si scopre. Quando è in veste di lupo, nulla lo può fermare: Pamela gli chiede di uscire e sul campo da basket non c’è partita che non possa vincere. Tuttavia il preside, vecchio antagonista del padre di Marty, farà di tutto per convincere i suoi studenti che in realtà si tratta di un mostro…
Ma, alla fine, l’happy ending sarà assicurato: la voglia di vincere una partita decisiva spingerà Marty a farlo contando solamente sul suo aspetto umano. Inoltre, capirà che Pamela era interessata a lui solamente perché tutto il resto della scuola lo era. Deciderà, allora, di fare coppia con Broof.
Voglia di vincere: qualche curiosità
Vediamo qualche aneddoto che ruota intorno a questo film. Abbiamo già accennato alla decisione di mutare il nome del protagonista. Infatti, in Italia, Voglia di Vincere esce nelle sale cinematografiche in seguito a Ritorno al futuro, anche se la pellicola era stata girata prima.
I riferimenti a quest’altra opera non finiscono qua. Infatti, la strada lungo la quale Marty passeggia con Broof è la stessa dove l’altro Marty verrà investito dalla macchina del nonno.
A Micheal J. Fox, nonostante il grande successo ottenuto, questo film non era mai andato veramente a genio. Forse anche a causa del fatto che la trasformazione dell’attore in licantropo richiedeva ogni volta 4 ore al trucco. Come se non bastasse, mentre indossava il costume da lupo mannaro, Michael non poteva ingerire cibi solidi, ma nutrirsi solamente di frullati e zuppe. Fatto sta che, come accennavamo, per il sequel fu necessario ingaggiare un altro protagonista.
Insomma, non male come risultato, per un film che, di fatto, venne girato in solo 21 giorni. Da vedere, per una serata allegra in compagnia e per gli amanti degli anni’80.
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