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Zerocalcare Kobane Calling: storia di un nonreportage

Zerocalcare Kobane Calling: storia di un nonreportage

Zerocalcare Macerie Prime

Zerocalcare Kobane Calling: un nonreportage a fumetti. Così viene definito il proprio lavoro da parte dello stesso autore. Si tratta del resoconto atipico del proprio viaggio in Rojava, Siria, Iraq e Turchia, intrapreso allo scopo di incontrare la resistenza curda. L’opera, arrivata nelle librerie nell’aprile del 2016, consiste in circa 260 pagine, una sessantine pubblicata su Internazionale nel corso del 2015, 200 inedite.

Zerocalcare Kobane Calling: la trama

All’inizio del fumetto il protagonista Zerocalcare (alias Michele Rech) racconta i motivi che lo hanno spinto fino alla cittadina di Maheser, proprio presso il confine turco-siriano. Ci troviamo, per intenderci, a poca distanza dall’assediata Kobane. Questa, infatti, si erge come simbolo dell’agognata indipendenza da parte della regione del Rojava, a maggioranza curda, contro le forze dello Stato Islamico. La proposta utopica di una democrazia, davanti alla minaccia oppressiva dell’Isis, insomma.

Zerocalcare Kobane Calling

Photo Credits: luccacomicsandgames @flickr CC-BY

Con non poco umorismo, il disegnatore di Rebibbia racconta come avrebbe dato la notizia della partenza ai genitori. Infatti, è fermamente intenzionato a recarsi sul luogo del conflitto insieme a un gruppo di volontari romani. Vuole dare man forte alla resistenza curda. Chiaramente, non combattendo direttamente. Ma fornendo aiuto soprattutto nei confronti dei più deboli, donne e bambini in primis. Inoltre, intende fornire un resoconto, il più oggettivo possibile, dei fatti ai quali assisterà e a cui prenderà attivamente parte.

Con buone dosi di umorismo e digressioni, Zerocalcare, tavola dopo tavola, racconta i dettagli dell’arrivo e della permanenza presso Kobane. L’autore non manca di mettere in risalto le contraddizioni, assurde all’apparenza, con cui vengono intrapresi gli interventi bellici su scala internazionale.  Ruolo cruciale, inoltre, avrà il fortissimo coinvolgimento emotivo che si verrà a creare tra Zerocalcare, i volontari suoi compagni e le persone conosciute in loco.

Zerocalcare Kobane Calling: raccontare una guerra non sotto i riflettori

In questa graphic novel, Zerocalcare, dunque, decide di mettere da parte le proprie vicende personali. Questo, perché intende trattare di un argomento importante, ma tristemente poco trattato dall’informazione mainstream. Così disegna e racconta il proprio viaggio. Il suo scopo? Dare voce ai protagonisti di una guerra che fa fatica a essere raccontata. Decide percorrere, per poi fissare sulla carta, quei luoghi dove si combatte la guerra e la resistenza all’Isis.

Tuttavia, Michele Rech non si sente di etichettare con “reportage” il proprio lavoro. “Quando uno se ne esce con un malloppone di testimonianza da un posto lontano, reportage è la parola che viene naturale usare. Ma qualcosa nel mio caso me la fa sentire inadeguata. Sarà un complesso per cui non mi sento all’altezza di quel termine o sarà perché richiama il mondo del giornalismo, che sento molto lontano da me“, ha dichiarato in un’intervista.

 

 

 

Photo Credits: luccacomicsandgames @flickr CC-BY

 

 

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