Italia. Sono ormai più di 30mila i suini abbattuti per la PSA, la peste suina africana, epidemia nata negli allevamenti intensivi e diffusasi poi rapidamente tra i santuari. Non è trasmissibile all’uomo ma la normativa europea è chiara; nel caso in cui si manifesti la peste sul territorio si prevede lo stamping out, ovvero l’abbattimento preventivo dei maiali presenti – positivi o no – al fine di minimizzare il rischio di ‘contagio’ perdite economiche.
Così a Sairano in provincia di Pavia, decine di attivisti accorrono da tutto il Paese rispondendo alla richiesta di aiuto del rifugio Progetto Cuori Liberi; resistendo al fianco di Roberto – volontario PCL – e Sara – portavoce per la Rete dei Santuari – con determinazione per interi giorni di presidio, dormendo accampati, raccontando sui social la lotta anche oltre i confini italiani in difesa di chi quel posto lo chiamava casa.
È il 20 settembre 2023 quando tra gli ultimi sguardi e carezze, lo Stato in tenuta antisommossa fa brutalmente irruzione nel santuario. Recinzioni divelte, cancelli e bancali distrutti, spinte e manganellate alla resistenza disarmata in difesa degli animali liberi per cui quello era solo un giorno come un altro. Così i veterinari ATS, accolti da un ingenuo scodinzolio, uccidono uno per uno tutti i maiali del rifugio; e non riconoscendone l’unicità come individui, li gettano via come ‘rifiuti speciali’ ridendo compiaciuti davanti agli occhi colmi di lacrime della loro famiglia e di tutti gli astanti ancora increduli.
Solitamente non ci sono parole per raccontare il dolore ma a volte il bisogno umano di fissarlo nella memoria è più forte. Ricordare quel momento in cui la vera umanità è stata sconfitta, potrà rendere forse il futuro meno oscuro, accendendo quella luce che cerca con fiducia il cambiamento.