In "Confidenza" Luchetti adatta Starnone preservando la carnalità malinconica del romanzo ma valorizzando soprattutto paranoie e ambiguità (a tratti quasi polanskiane) di un rapporto insegnante-allieva che spazza via l’immagine del “bravo professore”: un film sbalestrato, asimmetrico, spigoloso, ma anche ambizioso nel cercare sottotesti e dissonanze (anche grazie alla colonna sonora di Thom Yorke), con un coefficiente di inventiva decisamente più alto rispetto alla media dei drammi borghesi italiani. Elio Germano torna a lavorare benissimo di sottrazione, ma il film è quasi tutto sulle spalle della bravissima e sorprendente Federica Rosellini (una bella rivelazione).