L'altra Heimat. Cronaca di un sogno
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L’altra Heimat. Cronaca di un sogno

Dopo il grande successo raccolto alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto Film Festival arriva nelle sale italiane l'ultimo geniale lavoro del regista tedesco che con la saga di Heimat ha dato vita a un fenomeno di culto scatenando uno dei dibattiti cinematografici più appassionati e profondi di tutto il Novecento. "Oggi in Germania abbiamo molta difficoltà ad immaginare cosa significhi davvero ?emigrazione?, perché conosciamo solo l'altro lato del problema: siamo diventati noi stessi un paese di immigrazione (?).

L’altra Heimat. Cronaca di un sogno

Dopo il grande successo raccolto alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto Film Festival arriva nelle sale italiane l'ultimo geniale lavoro del regista tedesco che con la saga di Heimat ha dato vita a un fenomeno di culto scatenando uno dei dibattiti cinematografici più appassionati e profondi di tutto il Novecento. "Oggi in Germania abbiamo molta difficoltà ad immaginare cosa significhi davvero ?emigrazione?, perché conosciamo solo l'altro lato del problema: siamo diventati noi stessi un paese di immigrazione (?).

L’altra Heimat. Cronaca di un sogno

Titolo Originale: Die andere Heimat - Chronik einer Sehnsucht

Anno: 2013

Nazione: Francia, Germania

Genere: Drammatico, Storico

Regia: Edgar Reitz

Cast: Maximilian Scheidt, Jan Schneider, Marita Breuer, Werner Herzog

Durata minuti: 225

Distribuzione: Nexo Digital

Dopo il grande successo raccolto alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto Film Festival arriva nelle sale italiane l’ultimo geniale lavoro del regista tedesco che con la saga di Heimat ha dato vita a un fenomeno di culto scatenando uno dei dibattiti cinematografici più appassionati e profondi di tutto il Novecento.
“Oggi in Germania abbiamo molta difficoltà ad immaginare cosa significhi davvero ?emigrazione?, perché conosciamo solo l’altro lato del problema: siamo diventati noi stessi un paese di immigrazione (?). È possibile che una storia che descrive il modo in cui la gente lasciava la propria patria non contribuisca a capire meglio gli immigranti di oggi? Che cosa significava un addio allora? Per quanto tempo le persone si portavano addosso, nelle loro nuove case, il dolore di questa partenza?” (Edgar Reitz)

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