THANDIE NEWTON in SOLO: A STAR WARS STORY - Thandie Newton è apparso in Solo: A Star Wars Story nel ruolo di Val, moglie del fuorilegge Tobias Beckett, interpretato da Woody Harrelson. Il marketing del film suggeriva una presenza più corposa per l'attrice, che con suo grande disappunto è poi uscita di scena nella sequenza della rapina verso la fine del primo atto. L'attrice in seguito tornò sull'argomento, non nascondendo un certo disappunto: «Ho pensato che fosse un grandissimo errore, ma non verso di me perché volessi tornare a tutti i costi. Ma non puoi uccidere così in fretta la prima donna nera che ha ottenuto un vero ruolo in un film di Star Wars. Ma stiamo scherzando?».
JAMIE KENNEDY in SCREAM2 - Il personaggio di Randy Meeks (Jamie Kennedy) va incontro alla sua sfortunata e brutale fine a metà del secondo film, un destino che ha deluso non solo i fan della serie, ma anche l'attore stesso. In una recente intervista, Kennedy ha dichiarato che per quanto si fosse trovato bene sul set, non ha amato moltissimo la cruenta morte riservata al suo personaggio: «Adoro alcuni dei miei monologhi, adoro quel che ha fatto Randy. Ma odiavo che fosse morto. Ha anche avuto un enorme impatto. Quindi, anche se lo odio, è pur vero che qualcuno doveva morire».
Per fortuna Kennedy poté consolarsi apparendo brevemente anche in Scream 3, dove scopriamo una videocassetta, registrata da Randy prima della sua morte, nella qual avverte Sidney del pericolo imminente.
BRYAN CRANSTON in GODZILLA - Anche se il film di Gareth Edwards del 2014 è stato ben accolto, quasi tutti sono rimasti spiazzati dalla prematura morte dello scienziato Joe Brody, avvenuta alla fine del primo atto. Il personaggio interpretato da Bryan Cranston era stato infatti pubblicizzato dal marketing come uno dei volti portanti del film, con l'attore che aveva subito espresso il suo disappunto per una scelta considerata del tutto sbagliata: «La morte di quel personaggio in quel momento è stato un errore. Era il nucleo emotivo al centro della storia, aveva guidato il pubblico fino a quel punto...e poi muore? Che spreco di tempo... Se ne sono occupati male, ma questa è la mia unica critica, perché penso che sia stato un film divertente, un film di grande successo».
JESSICA ALBA in I FANTASTICI QUATTRO E SILVER SURFER - In I Fantastici Quattro e Silver Surfer del 2007, Sue Storm (Jessica Alba) viene fatalmente trafitta dal Dottor Destino (Julian McMahon) e, anche se alla fine viene riportata in vita grazie a Silver Surfer, rimane a tutt'oggi una delle scene più odiate dall'attrice. Nel 2010 la Alba ha infatti spiegato come i suggerimenti e le critiche del regista Tim Story l'avessero fatta dubitare del suo mestiere di attrice: «Mi diceva 'Sembra troppo reale. Sembra troppo doloroso. Puoi essere più bella quando piangi? Piangi bene, Jessica' e poi cose del tipo 'Possiamo fare lacrime in CGI'. Tutto ciò mi ha portato a chiedermi: Non sono abbastanza brava? I miei istinti e le mie emozioni non sono abbastanza buoni? [...] E così mi sono detta fanculo, non mi importa più di tutto questo». Certe critiche non farebbero piacere a nessun attore, tantomeno un suggerimento come quello di ricreare le proprie lacrime con gli effetti visivi.
YAPHET KOTTO in AGENTE 007-VIVI E LASCIA MORIRE - Il franchise di James Bond regala di solito dei villain memorabili, alcuni tuttavia sono andati incontro ad una morte decisamente esilarante, come quella del Dr. Kananga interpretato da Yaphet Kotto in Agente 007 - Vivi e lascia morire. Nell'ultimo scontro subacqueo Bond (Roger Moore) riesce a far ingoiare al suo nemico una pallina di gas compresso, usata di solito nelle pistole antisqualo. Questo porta il corpo di Kananga a gonfiarsi in maniera cartoonesca per poi emergere dall'acqua ed esplodere a mezz'aria. Kotto non si è mai curato più di tanto di questa sua grottesca morte su schermo, ma ha avuto molto da ridire sulla sceneggiatura del film: «Il modo in cui Kananga muore è stato uno scherzo... L'intera esperienza non è stata così gratificante come volevo che fosse. C'erano così tanti problemi con quel copione. Ho dovuto scavare in profondità nella mia anima e per uscire con una performance che avrebbe compensato il mare di merda stereotipata scritta da Tom Mankiewicz, che non aveva nulla a che fare con la cultura nera».
JAMIE LEE CURTIS in HALLOWEEN: LA RESURREZIONE - Nonostante il film precedente, Halloween - 20 anni dopo, termini con Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) che decapita Michael Myers con un'ascia, il sequel svela che Michael Myers ha scambiato i suoi vestiti con un paramedico, portando Laurie ad uccidere a sua insaputa un uomo innocente. La resurrezione si apre con Laurie che attira Michael in una struttura psichiatrica per farlo fuori una volta per tutte ma, dopo un primo momento di esitazione per verificare la sua vera identità, Michael la pugnala e la getta giù dal tetto. Certo, nel 2018 il sequel-reboot ha poi rimescolato le carte, ma all'epoca questa repentina uscita di scena avvenne per uno specifico desiderio di Jamie Lee Curtis. L'attrice voleva già terminare il suo percorso in Halloween col film precedente, ma il produttore del franchise, Moustapha Akkad, ha impugnato una clausola che impediva agli scrittori di uccidere Michael. la Curtis è quindi dovuta ritornare brevemente nel film successivo, per far fronte ad un obbligo contrattuale e per mettere la parola fine al suo ruolo nel franchise. Almeno fino al 2018.
STEVEN SEAGAL in DECISIONE CRITICA - L'action del 1996 con Steven Seagal presenta una delle morti più scioccanti nella storia del cinema, quando il tenente colonnello Austin Travis, interpretato dall'inossidabile Steven Seagal, viene inaspettatamente ucciso mentre cerca di salire a bordo del volo dirottato nel primo atto. Nel film, Seagal venne presentato come co-protagonista al fianco di Kurt Russell, ma sul set del film tentò di affermarsi fin da subito come il "maschio alfa" della produzione, finendo poi per influenzare la scrittura della sua scena di morte. Originariamente il suo personaggio doveva morire a causa di una decompressione che avrebbe portato all'esplosione della testa, tuttavia Seagal avrebbe discusso per giorni col regista sul realismo della scena. Per accontentarlo, fu quindi girata la scena di morte poi inserita nel montaggio finale.
TIM ROSE in STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI - Star Wars: Gli ultimi Jedi ha diviso i fan per svariate ragioni, ma uno dei momenti più strazianti della pellicola ha visto la dipartita dell l'iconico ammiraglio Ackbar per mano del Primo Ordine. L'attore Timothy D. Rose si è lamentato a lungo della scomparsa del suo personaggio, avvenuta in maniera così repentina, unita al peso emotivo di interpretarlo per l'ultima volta: «Abbiamo terminato tutte le nostre parti e mi han chiesto di andare verso la camera. Così ho pensato: 'Oh bene, magari mi ringrazieranno per essere stato uno dei personaggi storici ed essermici dedicato per 30 anni'. Invece mi hanno chiesto di guardare in camera e dire 'It’s wrap' [espressione anglofona usata per indicare la fine delle riprese che per l'occasione ricalca il celeberrimo 'It's a trap!' del personaggio]. Stavo proprio piangendo sotto il costume, perché ho pensato che alla fine di tutto, dopo aver sperato che avrebbero fatto qualcosa, dopo aver saputo che non ci sarebbe stato nient’altro, il momento finale di Ackbar prima di essere riposto nella sua scatola sarebbe stato una brutta battuta. E questa è stata la summa finale della mia vita come Ackbar».
MARION COTILLARD in IL CAVALIERE OSCURO-IL RITORNO - La morte di Talia Al Ghul (Marion Cotillard) alla fine del terzo capitolo della trilogia di Christopher Nolan è innegabilmente una delle morti più controverse dell'ultimo decennio. Anziché essere drammatica e toccante, la scena è stata definita da molti fan involontariamente esilarante, con l'attrice che non ha lesinato iperventilazione e spasmi. Qualche anno fa l'attrice aveva poi spiegato di quanto fosse sorpresa che quella ripresa fosse finita nel montaggio finale: «Siamo tutti sulla stessa barca, e se capita di andare fuori controllo, allora tutti sono coinvolti...a volte ci si vede sullo schermo e si pensa: 'Perché? Perché hanno mantenuto quella ripresa? Ma o incolpi tutti o nessuno. Ho pensato che la gente abbia reagito in modo esagerato, perché era difficile essere identificati solo con questa scena. Faccio sempre del mio meglio per trovare l'autenticità in ogni personaggio che interpreto, quindi è difficile accettare che questa scena sia così famosa. È però importante saperne ridere, ci sono cose peggiori nella vita...Ho solo pensato che la reazione fosse stata sproporzionata, e aiuta a ridere».
Sicuramente la Cotillard ha avuto il buon senso di vedere il lato leggero della situazione.
WILLIAM SHATNER in STAR TREK: GENERAZIONI - La morte del leggendario capitano James T. Kirk (William Shatner) in Star Trek: Generazioni avrebbe dovuto essere un'emozionante momento di passaggio del testimone al capitano Jean-Luc Picard (Patrick Stewart). La sua morte è stata invece abbastanza deludente e decisamente poco epica, con Kirk che finisce schiacciato sotto un ponte mentre aiuta Picard a fermare il malvagio Soran (Malcolm McDowell). In un'intervista di qualche anno fa, William Shatner svelò tuttavia di non essere troppo amareggiato per la morte del suo storico personaggio: «Non pensavo di avere altra scelta. La Paramount aveva deciso che non potevamo fare di meglio al box-office e pensavano che inserendo il cast di Next Generation avrebbero raggiunto un guadagno più consistente. Ma la decisione era stata presa. O sarei apparso per poi morire, o avrebbero detto che ero morto. Così, ho scelto l'opzione più pratica delle due». In un'intervista successiva, Shatner ha dichiarato che, fosse stato per lui, avrebbe scelto una morte differente, ma con l'unica alternativa di far morire Kirk off-screen; alla fine ha scelto il male minore.
Rappresentare la morte di un personaggio sul grande schermo è una delle maggiori sfide per un regista. Si tratta infatti di un momento che può cambiare – nel bene e nel male – la percezione che il pubblico ha verso un intero film e influenzarne nelle maniere più disparate la direzione emotiva.
Una grande scena di morte può aiutare a elevare la storia e i personaggi, donando loro un significato ancora più profondo. Una morte discutibile invece, può lasciare il pubblico con l’amaro in bocca e, ancora peggio, la sensazione di aver rovinato l’intera esperienza della pellicola. I fan, tuttavia, non sono gli unici ad essere stati particolarmente critici verso alcune dipartite sul grande schermo.
A volte sono stati gli stessi attori coinvolti a esprimere tutto il loro disappunto per il risultato finale. Che si sia trattato di una morte senza senso ai fini della trama o di una morte risultata, una volta girata, ben più ridicola del previsto, sono molti i volti noti di Hollywood che ancora oggi si ritrovano a recriminare su almeno una dipartita dei loro personaggi. Una sensazione che in alcuni casi è stata certamente condivisa anche dal pubblico, mentre altri risultati ottenuti sono risultati altrettanto iconici e indimenticabili; ma non nel modo che i loro interpreti avrebbero sperato…
Senza ulteriori indugi vi invitiamo allora a sfogliare la nostra gallery di oggi, dedicata ai “10 attori che hanno detestato il modo in cui sono morti i loro personaggi“.
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