10 film che sono stati rovinati dalla scena finale
Claudia Anania
Foto: Warner Bros./Eagle Pictures
Segnali dal futuro: forse il film del 2009 con Nicholas Cage non sarà un capolavoro ma ha comunque almeno un paio di scene davvero buone, come quella dell'incidente aereo - che tecnicamente offre un'immagine quantomeno spettacolare. Le stesse sequenze finali offrono un finale catastrofico ma interessante, con un'eruzione solare che spazza via la razza umana. Peccato che gli autori abbiano pensato di aggiungere anche l'arrivo di angeli extraterrestri per salvare i bambini della Terra. Nell'ultima inquadratura dunque quest'ultimi corrono verso l'albero della vita, nel tentativo di rendere meno duro il finale di un film che a tutti gli effetti sarebbe dovuto essere catastrofico.
Foto: Eagle Pictures
Paranormal Activity: tra i film in found footage più famosi degli ultimi tempi c'è sicuramente Paranormal Activity, soprattutto per la suspence che alimenta la tensione del pubblico per quasi tutta la durata del lungometraggio. La bellezza della sceneggiatura iniziale infatti risiedeva nella capacità di alimentare questo senso di angoscia mostrando meno del necessario e facendo sì che la mente dello spettatore corresse verso scenari terribili. Purtroppo però il progetto è finito nelle mani di altri e nelle sequenze finali la protagonista si mostra posseduta mentre si scaglia contro la telecamera. Oltre la pessima CGI utilizzata, il film è stato deludente proprio perché fin troppo esplicito e troppo aperto verso un possibile sequel. Uno di quei casi dunque in cui l'ambiguità del finale avrebbe salvato l'intero progetto.
Foto: Paramount Pictures
The Amazing Spider-Man 2: forse la saga con protagonista Andrew Garfield non è stata tra le più amate dei film dedicati ai fumetti Marvel, ma si trattava comunque di un film pieno di emozioni e scene spettacolari. La gestione della scena in cui l'Uomo Ragno e Rhino si scontrano però non ha certo brillato per audacia, soprattutto dal momento che fin troppo era già stato mostrato nel trailer dello stesso film. Mentre infatti Peter si avvicina al villain, il protagonista si avvicina alla telecamera e tutto sfuma sul nero. Un modo, forse, per alimentare l'hype per un eventuale terzo capitolo ma che ha spezzato la tensione proprio al suo culmine.
Fonte: Columbia Pictures
Giustizia privata: nel film del 2009 Gerard Butler è un vigilante in lutto per la morte di sua moglie e cerca di vendicarsi uccidendo tutti i legali coinvolti nelle fin troppo clementi condanne agli assassini. Nel finale il protagonista programma di far saltare il municipio per uccidere il sindaco ma il suo avvocato, interpretato da Jamie Foxx, lo supera in astuzia e sposta l'ordigno nella cella di Shelton, uccidendolo. Un finale affatto soddisfacente, peggiorato da una sequenza in cui il legale si trova alla recita di sua figlia - dettaglio questo che suggerisce che l'uomo è riuscito a tornare alla normalità. Ciò che ha fatto storcere il naso è il fatto che l'avvocato nel film sia dipinto come negativo e in tutta la sceneggiatura non c'è margine di miglioramento. In poche parole nessuno in sala ha mai fatto il tifo per il corrotto sistema legale americano, ma ha empatizzato maggiormente con il protagonista. Questo tentativo di "ripulire" l'immagine dell'avvocato non ha dunque colpito il pubblico in positivo, che si è sentito quasi beffato dagli autori del film.
Foto: Moviemax
The Matrix Reloaded: un film che non ha certo bisogno di presentazioni, dal momento che si tratta del secondo capitolo di uno dei franchise più amati di sempre. Eppure anche questo presenta delle criticità su cui è difficile soprassedere. Ciò che infatti ha fatto più storcere il naso è stato il finale con cliffhanger; di per sé non è un elemento che ha stupito, dal momento che era già noto che Matrix sarebbe stata una trilogia, ma il problema è stato più il "come". Alla fine del film infatti Neo scopre di avere delle abilità soprannaturali al di fuori del Matrix e cade in coma, prima che il finale vero e proprio riveli che il sopravvissuto di Zion posseduto dall'agente Smith Bane è a bordo della stessa nave del protagonista. Un cliffhanger che non ha esattamente entusiasmato il pubblico, che dalle Wachowski forse si aspettavano di più.
Foto: Warner Bros.
La nona porta: senz'altro un Polanski minore, comunque un interessante thriller a tinte horror, il cui finale però ha lasciato davvero l'amaro in bocca. Soprattutto per chi invece ha letto anche il libro ed è consapevole del potenziale della storia. Il film segue le vicende di Dean Corso (Johnny Depp), un commerciante di libri rari, incaricato di autenticare un libro che farebbe parte di un rituale in grado di evocare il diavolo. Alla fine del film Corso sembra riuscire a completare il rituale raccogliendo le nove incisioni demoniache e attraversando la nona porta del castello. Ma mentre Dean lo fa, sia lui che il pubblico sono avvolti da una brillante luce bianca che emana dal castello, finendo il film. Un finale non solo esasperante ma anche poco impegnativo, arrivato alla fine di più di due ore di intrighi. Dopo tutta la tensione e la fatica fatta per seguire il film infatti, il pubblico forse si aspettava qualcosa in più di un bianco accecante a conclusione della sequenza madre!
Foto: Canal +
Unfriended: torniamo all'horror più puro con un film che per la stessa messa in scena all'epoca è stato piuttosto innovativo. Ciò che infatti ha colpito maggiormente il pubblico è stato l'espediente di mettere in scena tutto il film attraverso lo schermo condiviso dei protagonisti del film. Se però l'idea di un prodotto quasi transmediale è efficace, il film cade a pezzi proprio nelle ultime sequenze. Qui viene infatti rivelato che la protagonista Blaire ha filmato il video di Laura, che sviene ubriaca, un video che è diventato virale e ha causato la morte della studentessa. È implicito che lo spirito di Laura ha perseguitato Blaire per tutto il film ed è responsabile della morte dei suoi amici, e dopo aver rivelato a Blaire di aver filmato il video offensivo, lo schermo del laptop di Blaire viene improvvisamente sbattuto da quella che sembra essere Laura per poi sfumare al nero. Un finale quantomeno prevedibile, nonostante le premesse per rendere tutto decisamente più drammatico ci fossero tutte.
Foto: Blumhouse Productions
Chronic: film drammatico del 2015 di Michel Franco in cui Tim Roth è un infermiere che si prende cura dei malati terminali e, come diventa chiaro nel corso del film, sta disperatamente cercando di riempire un vuoto nella propria vita prendendosi cura dei suoi pazienti sacrificando la sua esistenza. Il film di Franco è uno sguardo intenso sulle cure di fine vita e sul potere distruttivo del dolore, ma il finale sembra prendere il giro il proprio pubblico. Chronic si conclude con David che aiuta a sopprimere uno dei suoi pazienti per poi passare ad uno nuovo, un adolescente sulla sedia a rotelle a cui non importa molto della sua presenza. Nell'ultima sequenza seguiamo David mentre corre lungo la strada, e proprio mentre la attraversa viene improvvisamente investito da un'auto, apparentemente uccidendolo all'istante. Subito dopo arriva il taglio al nero, lasciando poco altro oltre il senso di shock. Come se Franco non fosse sicuro di come altro concludere il film e abbia optato per una morte improvvisa e violenta come ultima risorsa.
Foto: Stromboli Films
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban: il terzo capitolo dedicato al franchise è in realtà un ottimo film, grazie all'idea di Alfonso Cuaron di presentare una storia che approfondisse alcuni dettagli più oscuri della saga stessa. Nonostante queste ottime premesse però si può dire che tutta la costruzione dell'immagine sia stata letteralmente distrutta dalla sequenza finale in cui Harry sale sulla sua nuova scopa, la Firebolt, e volando vicino allo schermo l'immagine si blocca sull'espressione di Radcliffe mentre tutto sfuma verso il nero. Se quanto all'epoca potesse già sembrare imbarazzante oggi appare ancora più terribile; non si può certo dire che quel frame sia invecchiato bene!
Foto: Warner Bros.
L'altra faccia del diavolo: anche in questo caso è stato esattamente l'ultimo frame a rovinare l'intero film, lasciando un senso d'imbarazzo nel pubblico difficile da cancellare. La protagonista del film è Isabella, una ragazza che sta girando un documentario sugli esorcismi, e alla fine finisce per impossessarsi. Eppure, proprio quando sembra che ci stiamo preparando per un climax in cui gli amici di Isabella combatteranno per salvare la sua anima, il film si conclude invece bruscamente con un incidente d'auto, che uccide gli amici mentre Isabella scompare. Subito dopo appare una scritta in cui gli autori spiegano che il caso non è stato ancora risolto e che per maggiori informazioni si può andare sul sito TheRossiFiles.com. Per quanto L'altra faccia del diavolo non sia stato fin dall'inizio un film sconvolgente, il non-finale è quanto di più pigro si possa immaginare.
Foto: Paramount Pictures
Quasi sempre in un film è il finale a lasciare un’impronta indelebile sull’intero progetto, sebbene molto spesso di tratti di pochissimi secondi. La scena finale infatti non solo ha la responsabilità di sciogliere la trama – ed eventualmente anche i subplot – ma anche di dare l’impressione definitiva al pubblico in sala. Quest’ultimo infatti, proprio grazie alle sequenze finali, può avere una percezione diversa dell’intero lungometraggio, in modo particolare se si tratta di un film particolarmente ambiguo o che affronta tematiche delicate e complesse.
Non sempre però gli autori riescono a mantenere la promessa avanzata all’inizio della sceneggiatura e può capitare che proprio le ultime scene possano anche cambiare del tutto la percezione che gli spettatori hanno dell’intero film. Non importa dunque che uno script abbia avuto un eccellente svolgimento se poi il finale rovina quanto detto fino a quel punto. Con grande sorpresa tra questi, troviamo più di un horror – genere in cui le cui sequenze finali sono decisamente significative per l’impressione che si ha sull’intera sceneggiatura – e addirittura un film Marvel, il cui finale ha spesso una grande importanza per il futuro del franchise.
Nella seguente gallery vi proponiamo infatti 10 film che avrebbero potuto ottenere un riscontro piuttosto positivo da parte del pubblico e che avevano delle ottime premesse, la cui sceneggiatura è stata praticamente oscurata da pochissimi frame finali.
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