10 film con scelte di casting che hanno fatto infuriare pubblico e critica

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IRON MAN - Ora sembra impensabile, ma prima dell'uscita del film nel 2008 c'erano stati parecchi malumori per la scelta del controverso attore come Tony Stark: troppi i problemi personali, tra abuso di alcol, droghe e galera. Jon Favreau però si è impuntato e il resto è storia (dell'MCU).

IL PADRINO PARTE III - C'erano molte attrici in lizza per la parte di Maria nell'ultimo capitolo della trilogia, ma Francis Ford Coppola ha scelto sua figlia, Sofia Coppola. I fan non hanno mai perdonato quella scelta all'apparenza nepotista e ancora oggi la sua performance non è ricordata affatto in maniera benevola.

THE DANISH GIRL - Oggi sarebbe già impensabili, per le logiche del "politically correct", ma già nel 2015 il casting di Eddie Redmayne è stato ritenuto offensivo e controverso perché sarebbe potuto andare veramente ad una persona trans. Nel 2021 lo stesso attore si è detto pentito di aver accettato.

THE LONE RANGER - Nel 2013 in molti tra pubblico e critica hanno contestato la scelta di Johnny Depp nei panni dell'indiano Tonto. Appropriazione culturale, per di più per un ruolo non esattamente lusinghiero nei confronti dei nativi americani. Il film, neanche a dirlo, è stato un flop clamoroso.

ALOHA - Altro caso in cui la diretta interessata si è pentita di aver accettato la parte: è successo a Emma Stone per il film in cui ha interpretato un personaggio un quarto cinese e un quarto hawaiiano. Whitewashing, è stato definito, e persino il regista Cameron Crowe si è scusato per non aver scelto un'attrice più adatta.

INTERVIEW WITH THE VAMPIRE - A criticare la scelta di Tom Cruise com Lestat de Lioncourt nel film è stata direttamente l'autrice del libro e persino sceneggiatrice del film, Anne Rice: non lo riteneva per niente adatto e ha suggerito diversi altri nomi per la parte. In questo caso, però, l'attore è riuscito a far ricredere l'autrice e buona parte del pubblico con un'ottima performance.

THE CONQUEROR - Uno dei casting più controversi di sempre arriva da un'epoca in cui le critiche per questo tipo di scelte non erano neppure all'ordine del giorno. Nonostante questa "permissività", neppure John Wayne è stato al riparo da polemiche per aver interpretato... Genghis Khan! Una performance orribile, forse la peggiore del grande attore americano - del tutto non tagliato per la parte.

NINA - Il biopic sulla leggendaria cantante Nina Simone è stato duramente criticato sin dall'annuncio del casting di Zoe Saldaña: non è piaciuta la decisione di far interpretare ad una afro-latina una popolare icona nera americana. Non ha aiutato neppure che per farlo l'attrice di Guardiani della Galassia si sia scurita la pelle.

PRINCE OF PERSIA - A volte all'industria di Hollywood piace complicarsi la vita da sola: come si spiega altrimenti la scelta di Jake Gyllenhaal come protagonista di un film che il nome Persia direttamente nel titolo? Il suo casting è stato accusato di whitewashing e oltre ad essere stato un flop ha spinto l'attore a pentirsi di aver accettato la parte.

BREAKFAST AT TIFFANY'S - Chiudiamo con un altro caso clamoroso di whitewashing molto controverso: nonostante sia un classico senza tempo, è difficile capire cosa ha portato alla scelta di Mickey Rooney come Mr. Yunioshi, una delle più grottesche e stereotipate caricature razziste nella storia del cinema. Il film con Audrey Hepburn e George Peppard continua ad essere amatissimo, ma persino Rooney e il regista Blake Edwards hanno capito di aver sbagliato alla grande.