Quando si parla di test screening di un film, si intende quella proiezione preliminare, destinata ad un pubblico ristretto e selezionato, che precede il rilascio nelle sale. Le ragioni per cui i registi vi ricorrono sono ovvie: valutare le prime impressioni degli spettatori e in base ad esse effettuare modifiche, tagli o reshoot per andare incontro ai loro gusti. Ma se ci sono molti casi in cui tutto fila liscio come l’olio, sappiate che ce ne sono altrettanti in cui invece il pubblico arriva a detestare il film a tal punto da spingere il regista ad alterare scene o personaggi cruciali, spesso e volentieri persino… il finale del film! Nella gallery di oggi scopriamo 10 esempi clamorosi.
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E.T. - L’extraterrestre – Riuscireste a immaginare un finale in cui l’alieno più tenero della storia del cinema muore tragicamente? Ebbene, è ciò che si sono ritrovati a guardare i poveri spettatori durante il test screening di E.T., ed è inutile dire che non hanno affatto gradito. Spielberg ha così optato per una conclusione decisamente meno drammatica… ma altrettanto strappalacrime.
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The Descent – L’horror britannico del 2005 si conclude con un finale non particolarmente felice, in cui vediamo la protagonista fuggire dalla caverna in cui è prigioniera per poi risvegliarsi all’interno della stessa, solo per rendersi conto che che non esiste via d’uscita. Il pubblico inglese ha gradito questo tragico epilogo, ma sappiate che negli USA non ha avuto lo stesso successo, anzi. Il regista è stato costretto a realizzare una versione alternativa solo per gli States, in cui appunto non viene mostrato il risveglio finale, dando così l’impressione che la protagonista sia effettivamente in salvo.
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Titanic - Con una durata di 195 minuti, Titanic non è certo quello che chiameremmo un film “breve”; tuttavia sappiate che la durata iniziale si avvicinava addirittura alle 4 ore! Inutile dire che al test screening il pubblico si è lamentato dell’eccessiva lunghezza, spingendo così James Cameron a tagliare numerose scene, tra cui uno scontro tra Jack e la guardia del corpo di Cal, nonché un lungo discorso strappalacrime di Rose nella scena finale.
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Gravity – Nonostante le 10 nomination agli Oscar 2014 e la vittoria di ben 7 statuette, il film di Alfonso Cuaròn non ha avuto una grande accoglienza durante i test screening. A quanto pare venne definito noioso e povero, a causa dell’assenza di creature spaziali o alieni minacciosi. Volendo rimanere fedele alla sua visione di base, il regista ha deciso di non alterare la storia, ma ha cercato piuttosto di duplicare gli effetti speciali per rendere il film più avvincente e spettacolare. E ha funzionato!
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Blade Runner - Uno degli esempi più celebri di cambiamenti radicali dopo il test screening è quello di Blade Runner. Il finale originale infatti alludeva alla possibilità che lo stesso protagonista Rick Deckard fosse un replicante, ma è stato talmente poco gradito dal pubblico preliminare da essere cambiato in favore di qualcosa che fosse più simile a un lieto fine e con una voce narrante fuori campo. Quale preferite?
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Quei bravi ragazzi – Martin Scorsese nella produzione dei suoi film aveva sempre preferito evitare i test screening. Fino all’uscita di Quei bravi ragazzi, il suo film più costoso, che considerato l’ingente investimento, necessitava di qualche sicurezza in più prima di essere distribuito nelle sale. Alla proiezione preliminare, circa 40 persone hanno abbandonato la visione durante i primi 10 minuti a causa dell’eccessiva violenza. La cosa fece tanto piacere al regista quanto storcere il naso alla Warner Bros., che ordinò il taglio di numerose scene e l’alleggerimento di altre. E ammettiamo che il risultato è stato comunque grandioso!
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Pretty Woman – Una delle storie d’amore cinematografiche con il lieto fine più romantico di sempre? Insomma. La sceneggiatura originale - decisamente più oscura - prevedeva una maggiore focalizzazione sui drammi della prostituzione e della droga, con un epilogo tutt’altro che allegro: i due si lasciano e la protagonista torna sulla strada. Il regista decise di realizzare anche un lieto fine alternativo, stabilendo che avrebbe inserito nella versione definitiva quello più gradito durante i test screening. E tutti sappiamo com’è andata a finire.
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Le ali della libertà – Nonostante l’iniziale flop al botteghino, quello di Frank Darabont è attualmente considerato uno dei più grandi film degli anni ’90, in parte proprio grazie al suo celebre finale, in cui i due protagonisti si riuniscono in Messico come uomini liberi. Tuttavia Darabont non aveva in mente un epilogo così lineare, ma avrebbe preferito dare al pubblico il messaggio della “speranza” lasciando il film aperto sulla possibilità che Red potesse rifarsi o meno una vita fuori dalla prigione. Gli spettatori al test screening hanno però deciso che il lieto fine funzionava meglio. Voi quale preferite?
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The Blair Witch Project – Riuscite a immaginare lo stesso horror, ma con una durata di ben due ore e mezza? Decisamente troppo per un film ambientato quasi interamente in una foresta e in cui a livello narrativo succede ben poco di concreto. E infatti la versione originale di The Blair Witch Project non ha superato il test screening di Orlando, dal quale il pubblico è uscito letteralmente distrutto. La successiva versione di 81 minuti è stata decisamente più acclamata!
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28 giorni dopo – Il finale originale dello zombie movie di Danny Boyle era decisamente drammatico, con il protagonista che - colpito allo stomaco da un proiettile - non riusciva a sopravvivere alle ferite mortali. Durante il test screening tuttavia il pubblico è rimasto profondamente insoddisfatto da un epilogo del genere in un film che già mostrava una realtà priva di speranze per il futuro, così Boyle ha optato per il finale leggermente più dolce che tutti conosciamo.