20 anni di Harry Potter: le 10 scene più belle della saga
Marita Toniolo
Andiamo con ordine. Uno dei momenti più belli partoriti da Chris Columbus, a cui diamo il merito di aver strutturato tutto l'impianto visivo della saga è la partita a scacchi che i nostri devono affrontare nel primo episodio ovvero Harry Potter e la Pietra filosofale. I nostri devono vincere non solo per riuscire ad accedere alla pietra filosofale, ma anche banalmente per sopravvivere. I pezzi della scacchiera "vivente" infatti sono magici e non si limitano a spostare il pedone eliminato, ma lo distruggono letteralmente, ecco perché i nostri tre eroi dovranno giocare impeccabilmente le loro mosse per non fare una brutta fine.
Altro momento thrilling, uno dei più traumatizzanti e cupi, degno del talento visivo di Alfonso Cuaron, in Il prigioniero di Azkaban. Come tutti i fan sanno, il Dissennatore ha il potere di prosciugare ogni goccia di gioia e felicità dalle proprie vittime. Ecco perché è necessario evocare un patronum per scacciarlo. Ci vorrà l'intervento tempestivo e prezioso di Remus Lupin (David Thewlis), per salvare Harry dal suo primo incontro con la mostruosa creatura.
Il ritorno di Voldemort - Anche se sin dall'inizio la sua presenza viene continuamente evocata, è solo quando il Signore Oscuro torna in vita dopo il rituale attuato da Codaliscia in Il calice di fuoco, che tutte le paure fino ad allora solo accennate si concretizzano. L'interpretazione stupefacente di Ralph Fiennes, il look "serpentino" fornitogli dalla CGI, e la naturale crudeltà e indifferenza con cui ha appena ucciso quel bravo ragazzo di Cedric Diggory (Robert Pattinson) aggiungono al tutto un'inquietudine che non ci abbandonerà fino al lieto fine della trama.
Siamo in piena guerra, durante I doni della morte II. Ron ed Hermione stanno per distruggere uno degli ultimi horcrux, ovvero la coppa di Tassorosso. Ron le ha procurato un dente di basilisco con cui infilzare l'oggetto in cui è contenuta una delle 7 parti in cui Voldemort ha suddiviso la sua anima. La ragazza compie il rituale e la morte dell'horcrux genera una specie di ondata che rischia di travolgerli all'interno della Camera dei segreti. È proprio allora che i due, che tengono repressa l'attrazione che li lega già dai tempi del Ballo del ceppo, finalmente si baciano.
Per fortuna ad alternare i momenti più drammatici e carichi di tensione, i registi che si sono avvicendati hanno anche fornito momenti di puro divertimento. Harry è alle prese con il suo primo incontro di Quidditch, rischiando la vita più volte e avrà il suo momento di gloria grazie a una sorta di conato di vomito, quando avrà espulso il boccino ingoiato nello sforzo di acciuffarlo. Una scena in perfetto stile Chris Columbus.
Lo scontro finale tra Harry e Voldemort. La scena è incalzante, fin da quando si scopre che Harry è vivo, Voldemort lo insegue e gli lancia addosso incatesimi di ogni tipo, ma Harry non ha più paura, ha già affrontato la morte, ha rivisto i suoi, ha visto il suo amico Fred morire ed è pronto a tutto. Tra le intuizioni più belle c'è quella per cui non chiama più il suo avversario col nome da mago, ma col nome babbano di cui lui si è sempre vergognato, Tom Riddle. Durante tutto lo scontro cerca di spiegargli quello che non ha mai capito, la legge dell'amore che Silente ha sempre cercato di spiegargli ma che lui ha sempre rifiutato fino al tragico finale. Dopo che Nagini verrà decapitato da Neville, il raggio della bacchetta di Harry diventerà inarrestabile e detronizzerà per sempre l'Oscuro Signore.
Uno dei momenti più strazianti di questa saga in cui l'eroe, episodio dopo episodio, passaggio dopo passaggio, perde gli amici più cari, è la morte dell'elfo Dobby. L'elfo liberato da Harry dal giogo dei Malfoy è sempre stato legatissimo ad Harry Potter, l'unico ad averlo trattato subito come un essere umano e non come uno schiavo. Ecco perché l'elfo è accorso in aiuto del mago e dei suoi amici intrappolati a casa Malfoy e alle prese con la perfida Bellatrix Lestrange. Sarà proprio la fidatissima strega di Voldemort a scagliare il pugnale che colpirà al petto il piccolo elfo, dopo aver pronunciato un ispiratissimo e coraggioso discorso da elfo libero. Le sue ultime parole strappano lacrime a fiumi: "Dobby è felice di essere con il suo amico, Harry Potter".
La morte di Silente in Il principe mezzosangue. La scena è molto coinvolgente, con Albus che già consapevole della sua fine imminente sta cercando di salvare l'anima del giovane Draco Malfoy e come scopriremo poi alla fine di tutta la saga ha già orchestrato tutto con Piton. "Severus, ti prego" sono le sue ultime parole. La scena della caduta di Silente è girata come quella di Hans Gruber in Trappola di cristallo, in cui diversi anni prima a cadere era proprio Alan Rickman.
È uno dei momenti migliori della saga. Neville Paciock, il bambino goffo e con i denti storti è cresciuto, ha combattuto contro i Mangiamorte, tenendo vivo lo spirito dell'Esercito di Silente, e in questa scena di I doni della morte II affronta Voldemort con un meraviglioso discorso, dicendogli che Harry non li ha traditi e, anche se è morto, continua a sopravvivere nei loro cuori e che anche gli altri amici morti non sono morti invano. A quel punto estrae la spada di Grifondoro ed Harry esce allo scoperto. La battaglia è ancora tutta da combattere...
Il momento più incredibile di tutti, il più chiarificatore, è quello dei ricordi di Piton, quando ne I doni della morte II, Severus viene ucciso da Voldemort, perché convinto che solo così potrà impossessarsi della Bacchetta di sambuco, e quest'ultimo prima di morire consegna una fiala con i suoi ricordi a Harry, in cui finalmente scopriamo il vero ruolo che il mago ha avuto nella sua storia e l'amore che ha provato per la madre di Harry, chiudendo il ricordo con la parola "Always". Un momento reso ancora più straziante dalla vera morte dell'attore Alan Rickman nel gennaio del 2016.