Chi ha una vera e propria passione per il cinema può essere talvolta disposto a tutto pur di realizzare il suo film. Anche se questo può significare nel migliore dei casi effettuare le riprese in location o condizioni decisamente anguste, fino all’andare incontro ad incidenti di ogni tipo e arrivare persino a mettere a rischio la propria stessa vita! Lo sanno bene le star protagoniste della gallery di oggi, con i 10 film dalle riprese più pericolose di sempre!
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Super Size Me – Questo documentario del 2004 candidato all’Oscar è una sorta di esperimento che ci mostra i cambiamenti fisici del regista e protagonista dopo una dieta di un mese a base di Mc Donald’s. Seguito dai medici, Morgan Spurlock ha mangiato nella nota catena di fast-food tre volte al giorno, fino a prendere oltre 11 kg. Durante la lavorazione ha sperimentato vari problemi fisici, dalle disfunzioni sessuali alle palpitazioni, passando attraverso improvvisi cambi d’umore, depressione e un aumento esponenziale del colesterolo, che sarebbe potuto essere fatale.
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Resident Evil: The Final Chapter – Durante la lavorazione del film perse la vita uno stuntman, Ricardo Cornelius, schiacciato contro un muro dopo essere scivolato da una piattaforma mentre era a bordo del suo Humvee. Poco prima, la stuntwoman Olivia Jackson era stata messa in coma farmacologico a causa di un altro incidente terribile. La donna si schiantò durante uno stunt motociclistico, che le procurò un grave taglio a un’arteria del collo, la rottura di una spalla, delle costole, della clavicola, delle vertebre e il collasso di un polmone. Inoltre parte della pelle si staccò letteralmente dal viso. Una vera e propria carneficina.
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Cartel Land – Questo documentario del 2015 diretto da Matthew Heineman si è aggiudicato una candidatura all’Oscar come Miglior film straniero, ma se l’è decisamente sudata! Incentrato sulla guerra messicana della droga e ambientato nel cuore della città controllata dai cartelli, Michoacán, Cartel Land ha avuto una produzione alquanto travagliata trattando tematiche così scottanti, tanto che più di una volta qualcuno ha sparato sulla troupe e allo stesso regista, che ha rischiato di rimetterci seriamente la vita.
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La passione di Cristo – Il film di Mel Gibson è costato piuttosto caro all’attore protagonista, che è stato vittima di numerosi incidenti sul set che sarebbero potuti essergli fatali. Jim Caviezel ha raccontato infatti di essersi procurato una cicatrice reale durante la scena delle frustate, ma non è niente in confronto a tutto il resto! L’attore ha rischiato l’ipotermia durante la scena della crocifissione, in cui è stato costretto a recitare nudo in pieno inverno; come se non bastasse si è anche lussato una spalla a causa della caduta della pesante croce che stava trascinando, e – in ultimo – è stato colpito da un fulmine!
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Waterworld – Purtroppo non sempre i rischi corsi durante la lavorazione di un film ripagano. Waterworld fu un vero e proprio flop quando uscì nelle sale nel 1995, ma le riprese furono ahimé pericolosissime per tutti. Girato naturalmente in acqua, il film fu quasi letale per l’attrice Tina Majorino, che fu salvata dai sommozzatori dopo essere stata gravemente punta da una medusa. Due stuntman rischiarono la vita a causa di un’embolia quasi fatale durante una scena subacquea, mentre il protagonista, Kevin Costner, fu tenuto appeso per circa due ore a 12 metri d’altezza, venendo ripetutamente colpito dall’acqua e dai venti gelidi. Insomma, tanta fatica per nulla.
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Fitzcarraldo – Forse uno dei più grandi capolavori di Werner Herzog e anche una perfetta allegoria della folle ambizione che si celava realmente dietro il progetto, per il quale – come è già noto – venne portata una nave da 320 tonnellate nella giungla. Numerosi gli incidenti sul set: il direttore della fotografia Thomas Mauch si tagliò una mano, la cui ferita venne ricucita senza anestesia; un altro membro della crew venne morso da un serpente velenoso, finendo con l’auto-amputarsi il piede per evitare che il veleno raggiungesse gli altri organi e l’attore protagonista si ammalò gravemente di dissenteria. Ultimo, una tribù autoctona per niente amichevole minacciò più volte la troupe, intimandogli di andarsene.
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Roar – Sappiate che questo titolo del 1981 si è guadagnato l’appellativo di “film più pericoloso della storia”. Come mai? Per terminare la lavorazione ci sono voluti 11 anni, questo perché circa 100 membri della crew, tra staff e cast, sono stati feriti durante le riprese a causa della presenza di animali non addestrati. L’attrice Tippi Hedren è stata calpestata da un elefante, mentre sua figlia Melanie Griffith ha avuto bisogno di 50 punti di sutura per chiudere uno squarcio provocato dal graffio di un leone. Non è andata meglio al direttore della fotografia, a cui un leone ha addirittura fatto lo scalpo, incidente che ha richiesto 220 punti.
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Apocalypse Now – I retroscena delle riprese del film furono così famose da aver ispirato persino un documentario intitolato Hearts of Darkness. Durante la lavorazione successe davvero di tutto: dal set nelle Filippine colpito da pericolose tempeste, agli attori che si sono ammalati di malattie tropicali. Come se non bastasse Harvey Keitel venne costretto a bere nonostante stesse affrontando dei problemi con l’alcolismo, e finì anche con l’avere un infarto che lo allontanò momentaneamente dal set.
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Ben-Hur – Quella della corsa delle bighe è diventata forse una delle scene più celebri della storia del cinema, ma a che prezzo! L’ambizione del progetto portò alla realizzazione di stunt davvero pericolosi, in particolare quello servito a realizzare la scena in cui Ben-Hur si schianta e viene catapultato oltre la parte frontale della biga. Lo stuntman Joe Canutt è stato accidentalmente lanciato in aria, riportando ferite lievi che però avrebbero potuto essere letali.
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The Revenant – Come sappiamo, il film è valso il premio Oscar a Leonardo DiCaprio, ma quanto ha dovuto faticare per vincerlo? Le riprese si sono svolte nelle foreste canadesi ad una temperatura di -40 gradi. Era talmente freddo che spesso la troupe si ritrovava con le cineprese congelate e le lenti appannate dalla condensa, e come se non bastasse, dovevano percorrere chilometri a piedi ogni giorno perché il regista voleva a tutti i costi girare sfruttando la luce naturale. Ma veniamo al protagonista. Leo ha rischiato più volte l’ipotermia, in particolare nella scena in cui è stato costretto a saltare in un fiume ghiacciato. Immaginate il freddo!