Che fatica! 10 attori fissati col Metodo che hanno fatto di tutto per un ruolo
Costanza, dedizione, sacrificio e passione sono alla base di un'immersione perfetta per alcuni ritratti cinematografici più amati della storia
Luca Ceccotti
MICHAEL FASSBENDER in HUNGER - L'esordio alla regia di Steve McQueen ha significato anche uno dei ruoli più complessi della brillante carriera di Michael Fassbender, che per la parte del prigioniero politico Bobby Sands si è sottoposto a una trasformazione fisica impressionante. Oltre ai profondi studi sull'ideologia dell'IRA (Irish Republican Army) e sulle ragioni dello sciopero della fame del proprio personaggio, considerato un eroe in Irlanda, Fassbender si sottopose a una terribile dieta sotto la costante supervisione di specialisti, in modo da raggiungere la soglia della denutrizione seppur in modo controllato.
EDDIE REDMAYNE ne LA TEORIA DEL TUTTO - Anche qui il ruolo è stato premiato con un Oscar al Miglior Attore Protagonista, ma gli sforzi per calarsi nella parte del famoso scienziato malato da tempo di SLA sono stati decisamente ardui. Come rivelato dallo stesso Redmayne, per circa 4 mesi ha dovuto infatti seguire una movement director per imparare ad accorciare i muscoli e ad estenderne altri. Per le espressioni facciali passava invece innumerevoli intervalli di tempo a specchiarsi su un iPad, cercando di capire come isolare ogni singolo dettaglio. Ha parlato anche con molti dottori per conoscere passo dopo passo le fasi della malattia degenerativa, mettendosi in contatto con molte famiglie di malati di SLA, parlando con circa 30-40 pazienti. Usciva infine di rado dal personaggio durante le fasi di riprese, restando sulla sedie a rotelle in posizioni molto scomode o difficili da mantenere anche per mezz'ora, prima di riprendere ovviamente a girare.
ROONEY MARA in UOMINI CHE ODIANO LE DONNE - Il ruolo di Rooney Mara nell'adattamento americano di Uomini che odiano le Donne è stato molto apprezzato dalla critica e dal pubblico. L'attrice aveva infatti deciso di fare le cose nel modo più realistico possibile per interpretare l'hacker Lisbeth Salander, così si fece ben quattro piercing all'orecchio, uno in fronte e anche uno sul capezzolo (che pare abbia tenuto in previsione di un eventuale sequel). In aggiunta, ha imparato ad andare sullo skateboard, a guidare una moto e la kickboxing, studiando inoltre l'accento svedese e l'hacking grazie a dei corsi di informatica. C'è però altro. Per entrare più a fondo nella psiche della Salander, la Mara si è trasferita a Stoccolma per un breve periodo, vivendo da sola e immergendosi nella cultura del paese.
ADRIEN BRODY ne IL PIANISTA - Grazie al ruolo di Władysław Szpilman nel capolavoro di Roman Polanski, Brody è diventato il più giovane attore (29 anni al tempo) a ricevere un Oscar al Miglior Attore Protagonista. Per interpretare un ruolo così emotivo, Brody decise di vivere un'esistenza triste e solitaria come quella del personaggio, dando via inizialmente il suo appartamento e la sua auto e successivamente venendo anche lasciato dalla ragazza dell'epoca, proprio a causa dell'eccesso di metodo. Dopo il ritiro auto-impostosi dalla società, per un imprecisato lasso di tempo, l'attore cadde anche in depressione. Imparò a suonare anche il pianoforte, tanto da essere in grado di riprodurre perfettamente le opere di Chopin.
VIGGO MORTENSEN ne LA PROMESSA DELL'ASSASSINO - Per l'eccellente thriller di David Cronenberg Viggo Mortensen si è calato nel personaggio di Nikola Luzhin in modo drastico. Si è trasferito in Russia, in un piccolo villagio sugli Urali, per imparare la lingua e le usanze. Si è così immerso nella vita del paese, guardando film russi e show televisivi, imparando fluentemente il Russo. Ha inoltre letto libri di famosi autori come Dostoevskij e Nabokov, trascorrendo anche molto tempo nello studio della bande russe insieme a un criminologo professionista. Infine, anche se i tatuaggi sul corpo erano finti, quando entrò in una tavola calda russa di Londra per provare "l'effetto" del suo personaggio sul pubblico, l'intero locale cadde nel silenzio totale per la paura.
DANIEL DAY-LEWIS - Day-Lewis è probabilmente uno dei più rinomati e stimati "method actor" e la sua intera filmografia è una sequenza di immersioni incredibili nei personaggi che man mano ha interpretato. Per The Boxer si è allenato 18 mesi con il pugile Barry McGuigan (che come LaMotta per De Niro ha rivelato che Lewis avrebbe potuto essere benissimo un pugile professionista). Per L'età dell'innocenza di Scorsese, Lewis si era registrato in un hotel sotto il nome del proprio personaggio, Archer, passeggiando per mesi con tuba e bastone. Prima delle riprese di Nel nome del padre, l'attore si è fatto rinchiudere in isolamento in una prigione abbandonata, chiedendo inoltre alla crew di lanciargli acqua addosso e di trattarlo male per tutta la durata delle riprese. Ha preso poi lezioni con un macellaio da apprendista per il ruolo di Bill in Gangs of New York. Un'ulteriore, incredibile immersione l'ha avuta per L'ultimo dei Mohicani, ruolo per il quale si è preparato vivendo solo nel deserto per mesi, imparando a vivere in modo selvaggio, adattandosi a sopravvivere con la caccia (anche durante le riprese) e riuscendo a costruire addirittura una canoa. Infine ne Il mio piede sinistro, Il Petroliere e Lincoln finse di essere rispettivamente vittima di paralisi cerebrale, una cercatore di petrolio o il Presidente degli Stati Uniti per tutta l'intera durata delle produzioni.
Un attore dal talento e dall'impegno incredibili!
FOREST WHITAKER ne L'ULTIMO RE DI SCOZIA - Altro giro, altro Oscar. Per prepararsi al ruolo del dittatore ugandese Idi Amin, che si dichiarò "re di Scozia", il brillante Forest Whitaker ha trascorso un periodo di ricerca estremo e molto intrigante. Cominciò il percorso imparando a suonare la fisarmonica, tra i passatempi preferiti di Amin, trasferendosi poi in Uganda per "respirare l'atmosfera e la politica del paese". Una volta lì, si incontrò con molti parenti del dittatore, ex generali, amici e vittime, tentando di ricostruire un ampio ritratto imparziale del personaggio. Imparò anche lo swahili, passando inoltre molto tempo nella ricerca della padronanza dell'accento africano orientale. Infine, lesse anche decine e decine di libri sul Amin.
MARLON BRANDO ne IL MIO CORPO TI APPARTIENE - Nonostante sia considerato uno degli attori più grandi di tutti i tempi, il suo debutto ne Il mio corpo ti appartiene è sconosciuto alla maggior parte del grande pubblico. La storia del film si sviluppa attorno a un veterano della Seconda Guerra Mondiale in fase di riabilitazione.
Un ruolo straordinario anche grazie al lavoro di ricerca e immersione di Brando, che per prepararsi alla parte ha trascorso quasi un mese confinato nel reparto di un ospedale militare, studiando i pazienti e usando soltanto una sedia a rotelle per i suoi spostamenti. È stato uno dei primi esempi di metodo immersivo, tanto che al tempo preoccupò non poco i produttori, allarmati anche per lo stile di recitazione idiosincratico di Brando.
ROBERT DE NIRO in TORO SCATENATO - Per prepararsi al ruolo del pugile Jake LaMotta, De Niro ha trascorso un'innumerevole quantità di tempo nello studio del personaggio, parte che poi gli è valsa un Oscar al Miglior Attore Protagonista. Oltre, ovviamente, a mettere su tutto il peso necessario, l'attore passava ogni giorno di lavorazione del film ad allenarsi con boxer professionisti. Per aumentare inoltre il realismo del suo rapporto con il personaggio di Joe Pesci, i due attori andarono ad abitare insieme per rafforzare la loro amicizia. De Niro si frequentò per un breve periodo anche con l'ex fidanzata di LaMotta, Vikki, per conoscere il più possibile i dettagli della sua personalità e il complesso rapporto tra i due. Allenato infine da LaMotta, De Niro si scoprì essere un ottimo pugile, vincendo anche qualche incontro con dei Pesi Medi. LaMotta rivelò che De Niro era una dei 20 migliori combattenti medi che avesse mai allenato.
HEATH LEDGER ne IL CAVALIERE OSCURO - Come non includere il compianto Heath Ledger in una classifica dove si parla di immersione e Metodo? Impossibile!
Mettendo infatti a rischio la propria sanità mentale e fisica, Ledger decise di calarsi a fondo nel ruolo del Joker per Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, cercando di avvicinarsi il più possibile alla follia del personaggio. Si rinchiuse così per un mese in una stanza d'albergo, tenendo un diario e sperimentando vari tipi di voce, giungendo alla conclusione che non vi era alcun tipo di umanità nel Joker e arrivando alla decisione di interpretarlo in modo spietatamente anarchico. Purtroppo, conosciamo tutti le conseguenze di una simile immersione.
Dato che recitare significa sostanzialmente calarsi nei panni di un personaggio, non c’è da meravigliarsi dell’esistenza di diverse scuole di pensiero che trattino l’esatta immedesimazione di un attore o attrice in un ruolo. Così, mentre moltissimi attori scelgono di girare semplicemente sul set seguendo il copione e affidandosi alle sensazioni che sorgono via via, altri decidono invece di immergersi completamente nella parte che andranno a recitare, attraverso trasformazioni fisiche o accurate e incredibili ricerche.
Personaggi come il Joker di Heath Ledger, Toro Scatenato di Robert De Niro o lo Stephen Hawking di Eddie Redmayne non avrebbero certamente avuto un successo immediato se non fosse stato per gli sforzi degli attori protagonisti nel portare sul grande schermo un quadro perfetto a livello psicofisico degli stessi, compiendo enormi sforzi per rappresentare al meglio dei ruoli che oggi sono ormai iconici e presi come esempi.
Nella gallery odierna, così, vogliamo proporvi 10 di questi attori o attrici che con metodo hanno condotto delle ricerche impegnative, mutato il proprio fisico, imparato lingue diverse, si sono sottoposti a tatuaggi o piercing, per calarsi perfettamente nelle loro parti.