In attesa delle premiazioni ufficiali, scopriamo chi a Hollywood esulta e chi è rimasto deluso dalle candidature annunciate dall'Academy
Andrea Facchin
Delusioni - Amy Adams. Arrival ha ottenuto 8 nomination, tra cui miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale. la sua protagonista, però, è stata ignorata dall'Academy, che le ha preferito, per esempio, Isabelle Huppert (Elle) o Ruth Negga (Loving). Nulla togliere alle loro interpretazioni, ma almeno una nomination alla Adams ce l'aspettavamo.
Delusioni - Silence e Scorsese. Una sola nomination (miglior fotografia) ci sembra un po' poco per il film di Scorsese, potente sotto ogni punto di vista. Un film difficile, ma che per noi resta un capolavoro di grande impatto, estetico e morale. Anche Andrew Garfield, protagonista con Adam Driver, si è detto molto deluso dalla scarsità di candidature.
Delusioni - Sully, Clint Eastwood e Tom Hanks. Altro esempio di come, quest'anno, l'Academy non abbia premiato grandi autori che, solitamente, avevano un posto fisso nella notte più importante di Hollywood. Dopo Scorsese, anche Clint Eastwood: Sully non gli ha portato una nomination alla regia e neppure la performance di Tom Hanks è stata considerata degna di una corsa alla statuetta. Eppure il film aveva ricevuto il plauso pressoché unanime della critica internazionale. Storia forse troppo simile a quella di Flight di Zemeckis (due nomination nel 2013, tra cui miglior attore a Denzel Washington)?
Delusioni - Alla ricerca di Dory. La pesciolina smemorata si è arresa a Zootropolis, La mia vita da zucchina, The Red Turtle, Oceania e Kubo e la spada magica. Concorrenza ferrea, ma l'esclusione dalla corsa al miglior film d'animazione è stata comunque una sorpresa.
Delusioni - Deadpool: la nomination ai Golden Globes (e quelle ai WGA e PGA Awards) ci avevano un po' illuso che il Mercenario chiacchierone potesse arrivare fino in fondo. Invece il cinecomic con Ryan Reynolds ha ottenuto zero nomination, non considerato nemmeno per le categorie più tecniche. Come miglior trucco, per esempio, dove invece si è inserito Suicide Squad.
#Oscars...NotSoWhite - Questa 89ma edizione registra il 35% di candidati di colore. Moonlight, Barriere, Il diritto di contare (Hidden Figures) e Loving compaiono in tutte le categorie più importanti. Risultato meritato, ma i più maliziosi si interrogano: non sarà un risultato figlio della grande polemica dell'anno scorso? L'ombra della politica si fa sempre vedere...
Delusioni - Aaron Taylor-Johnson: l'Academy gli ha preferito il suo collega in Animali notturni, Michael Shannon. Per noi, la performance dell'ex Kick-Ass resta comunque una delle più disturbanti dell'anno.
Sorprese - Mel Gibson: era dal 1996 che Mel non riceveva una nomination all'Oscar. Allora, vinse con Braveheart, quest'anno ci riprova con La battaglia di Hacksaw Ridge, sei candidature totali, tra cui quelle a miglior film e Andrew Garfield in lizza come miglior attore protagonista. Non male come ritorno sul red carpet (e la ciliegina sulla torta è il nono figlio, avuto a 61 anni). (Getty Images)
Sorprese - Hell or High Water: un film che in Italia non ha trovato distribuzione nelle sale (ma sulle piattaforme digitali) e che si ritrova a concorrere in quattro categorie, tutte importanti: miglior film, miglior attore non protagonista (Jeff Bridges), miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Un bel risultato per un film che è un western moderno, intenso e con protagonisti empatici.
Sorprese - Michael Shannon: ha battuto il compagno di set Taylor-Johnson, che in molti davano per favorito. Due performance di sicuro impatto quelle degli attori in Animali notturni: per effetto disturbante, avremmo votato Johnson, ma Shannon non ruba nulla interpretando un poliziotto stanco del sistema e della vita, e pronto ad azioni estreme pur di rispettare il suo senso di giustizia.
Sorprese - Ruth Negga: ha avuto la meglio su Amy Adams, portando l'unica nomination per Loving. Era l'outsider, ma il film di Jeff Nichols mette al centro un amore interraziale nell'America di fine anni '50: tema sempre importante e sempre attuale, che il film affronta sfuggendo a retorica e sentimentalismo.